Per la prima volta dall’inizio di questa vicenda, Andrea Piazzolla può tremare. Il manager trentenne, indagato per circonvenzione d’incapace aggravata ai danni di Gina Lollobrigida, deve adesso fare i conti con l’atto depositato un paio di giorni fa al gip e alla pm Eleonora Fini, titolare del fascicolo, dai periti Massimo Di Genio e Stefania Zenobi, concordi nel definire la diva 90enne come una donna forte ma dalla personalità comunque fragile, contraddistinta da uno stato di “vulnerabilità e di menomazione del potere di critica, in grado di rendere possibile l’altrui opera di suggestione”. Secondo i medici, la Lollobrigida “pur senza sconfinare in una condizione d’infermità mentale, presenta una personalità con caratteristiche disarmoniche in cui sono emersi tratti di tipo narcisistico, ossessivo-complusivo, istrionico e paranoideo” che “determinano un indebolimento della corretta percezione della realtà”. In questo solco, secondo gli inquirenti, si sarebbe inserito Piazzolla, abile dal 2011 ad isolare l’attrice di Subiaco, a guadagnare la sua fiducia e a beneficiare del suo patrimonio con acquisti definiti “scriteriati” dagli stessi familiari della 90enne.



LA PARABOLA DI PIAZZOLLA

Come riportato da Il Messaggero, Andrea Piazzolla entra nella vita di Gina Lollobrigida nel 2009: all’inizio è un tuttofare nella sua villa sull’Appia, ma solo 2 anni dopo (a 24 anni e senza esperienza) si ritrova ad essere amministratore unico del patrimonio della Lollo. La gestione dei conti è tutto tranne che parsimoniosa: Piazzolla compra e noleggia auto e moto per oltre un milione, vende appartamenti per due milioni e mezzo. In tutto ciò il quadro della Lollobrigida può risultare fuorviante:”Da un lato presenta capacità cognitive valide ed è sana di mente”, dall’altro, però, pare versare “in una condizione di deficienza psichica in grado di renderla suggestionabile e vulnerabile”. Secondo gli inquirenti è stato Piazzolla a convincerla che parenti e amici le sono ostili:”Nel momento in cui ha appreso, fondatamente o infondatamente, che le persone a cui aveva dato la sua fiducia erano contro di lei”, scrivono i periti, si è affidata “all’unica persona che, a suo dire, meritava fiducia: Piazzolla, che le aveva dato la possibilità di giungere alla verità”. A detta dei dottori proprio “questa scelta esclusiva conferma la compromissione decisionale della signora”. soprattutto visto che “appare difficile da comprendere come la donna, perfezionista, metodica e parsimoniosa, abbia potuto affidare la gestione di tutto il suo patrimonio a un soggetto del quale non conosce neanche il grado di istruzione”.

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