NDRANGHETA IN LOMBARDIA. Maxi blitz delle forze dell’ordine che ha interessato quasi tutte le province della Lombardia, scoprendo un giro di criminalità organizzata con forti connessioni con la politica che impressiona. Tra i molti fermi e arresti infatti anche il sindaco di Seregno, Edoardo Mazza (Forza Italia). L’analisi di Piero Colaprico, esperto di questo fenomeno e giornalista di Repubblica: “Per anni la politica ha dimenticato il territorio, lasciando spazio aperto alle infiltrazioni e in particolare la politica lombarda ha peccato di snobismo, sostenendo che questo tipo di fenomeni appartenevano esclusivamente a regioni del sud come la Sicilia, la Campania e la Calabria. I fatti ci dicono invece che siamo alle prese con una infiltrazione ormai ben consolidata”.



Tutti gli arresti fatti nel blitz in Lombardia riguardano rapporti con la ‘ndrangheta: si può dire che la criminalità calabrese ha superato Cosa nostra e camorra e si è imposta a livello nazionale?

Certamente. La camorra a Milano non ha mai contato o contato pochissimo, Cosa nostra ha contato molto nella stagione del traffico di droga e dei sequestri di persona e conta ancora nella cosiddetta zona grigia.



Che sarebbe? 

Quella nella quale neanche gli investigatori più bravi riescono ad accedere, l’alta finanza e il riciclaggio di denaro.

Che entità del fenomeno è quella della ‘ndrangheta in Lombardia?

E’ assolutamente padrona del territorio criminale, tra i vari gruppi di criminalità organizzata sono egemoni. Quando dicono come si è potuto ascoltare nelle intercettazioni telefoniche “vogliamo portare San Luca (città calabrese ad altissima densità criminale) a Seregno, significa un disegno strategico ben preciso portato avanti da almeno una decina di anni. Sono frasi queste già sentite molte volte.



Si parla da anni dell’infiltrazione criminale in Lombardia, con polemiche, discussioni e arresti, adesso vediamo che questa infiltrazione è un dato di fatto consolidato. Come si è potuti arrivare a questo?

C’è stata una forte distrazione della politica che non ha più badato al territorio. Il fatto che non ci siano quasi più sezioni di partito, sedi e circoli ha fatto sì che alcuni partiti si distraessero dal fenomeno. Poi c’è un aspetto più tragico e cioè che alcuni politici sanno benissimo con chi hanno a che fare, ma nella perdita di appeal che ha oggi la politica fattori come avere un pacchetto di voti, soldi e sostenitori ad alcuni politici fa sempre gola. Sai che potrai contare su x voti e x soldi e l’amicizia tra virgolette di persone alle quali puoi chiedere grossi favori.

C’è secondo lei una parte politica che cede più facilmente alle lusinghe della criminalità?

Non direi, penso che la complicità con il crimine sia personale e non partitica. E’ vero che ci sono partiti che quando devono candidare qualcuno fanno scelte oculate e approfondite sul personaggio in questione e ci sono partiti che questo controllo del candidato lo fanno in modo superficiale. 

Ad esempio?

In Lombardia la Lega, che pure qualche problema l’ha avuto, fa il lavoro di controllo del candidato più approfondito. Lo scrupolo sul candidato è molto forte anche nel Pd, anche se hanno avuto anche loro diversi arresti di politici. Il partito che sembra controllare meno i candidati è Forza Italia, questo lo dicono i fatti. E questo dipende dal fatto che imbarca gente che ha successo. Poi come siano arrivati al successo non importa e il caso di Seregno in questo senso è esemplare.

Mancando la base popolare nelle formazioni politiche, restano solo le individualità capaci di imporsi?

Sì, ma la cosa tragica è che un tempo queste cose in Lombardia venivano osservate con un senso di superiorità rispetto alle regioni del sud, si ironizzava sul candidato o sul politico mafioso. Adesso non c’è più differenza e questo dovrebbe far riflettere. La criminalità è destinata alla sconfitta, ma nel frattempo si faccia molta attenzione.

Esiste un collegamento con le cosche calabresi o quelle lombarde sono ormai indipendenti?

Il collegamento è strettissimo. Il primo e unico che si è ribellato, Carmello Novella, è stato l’unico a dire: noi delle cosche del nord dobbiamo staccarci da quelle sud. E’ stato ammazzato in un bar di San Vittore Olona nel luglio 2008. Dopo nessun altro ha osato più dire la stessa cosa.

(Paolo Vites)