Non è un caso: il giorno dopo il nuovo messaggio giunto a tutti i “fedeli” dell’Isis con le parole del Califfo, i soldati dello Stato Islamico dopo mesi di sconfitte sul territorio in Siria e Iraq, lanciano un nuovo attentato terroristico nella provincia di Homs (terra siriana). Sono passate sole poche ore dal messaggio di Al Baghdadi, e i suoi miliziani “rispondono” alla sua nuova chiamata alle armi: sono circa 60 i morti nella provincia centrale di Homs dopo l’attacco in serie tra i civili della popolazione locale. L’Isis ha rivendicato l’attacco in un comunicato affermando che, «numerosi suoi esponenti hanno lanciato un assalto contro postazioni delle forze del regime a Sud della città di al Sokhna, nel deserto siriano, facendo decine di morti». La resistenza richiamata dal Califfo fa presagire che, avendo ormai perso la battaglia sul campo, ci dovremo “abituare” a nuovi attacchi “blitz” e ripetuti: non la miglior notizia che ci potevamo attendere.
LE MINACCE ANCHE AL MONDO ARABO
Le minacce contenute nel nuovo messaggio del Califfo Al Baghdadi non restano unicamente dirette contro Usa e Russia, ma si allargano ad una platea praticamente mondiale in cui il mondo arabo è tutt’altro che lasciato fuori: secondo il Califfo “tornato” in vita dopo la presunta morte nei raid russi dello scorso maggio – ma come spieghiamo qui sotto i dubbi sulla datazione di questo messaggio sono alquanto complessi – il nuovo audio è riempito di dissertazioni religiose e sembra puntare soprattutto a delegittimare completamente i regnanti sauditi e dei Paesi del Golfo. Al Baghdadi li definisce «apostati di Al Jazeera, non degni di essere custodi delle città sante di Medina e della Mecca», rilanciando invece il sostegno – a distanza – per i veri credenti che dovranno abbattere i Sauud come ogni tiranno « che si trovi dentro o al di fuori dei territori dello Stato islamico, in modo che il sangue dei martiri in Siria e Iraq non sia stato versato invano».
TORNA A PARLARE IL CALIFFO DELL’ISIS
Era da novembre 2016 che il califfo dell’Isis Abu Bakr al-Baghdadi non parlava in un audio diretto a tutti gli jihadisti affiliati dello Stato Islamico: ebbene, è stato diffuso in queste ore un nuovo auto-messaggio del Califfo, a sorpresa, segnalato all’Occidente dall’agenzia che monitora le attività online “Site”. Ecco, un dettaglio però non vi sarà sfuggito: tecnicamente, Al Baghdadi dovrebbe essere morto e sepolto. Almeno, lo scorso 16 giugno il Ministero della Difesa russo aveva affermato di aver ucciso il 28 maggio in un raid aereo nella periferia sud di Raqqa proprio il capo dello Stato Islamico, dando così una spallata non indifferente alle ormai strenue difese degli jihadisti miliziani in Siria. «All’epoca il portavoce della colazione anti-Isis a guida Usa, il colonnello americano Ryan Dillon non aveva confermato la notizia, invitando piuttosto alla prudenza ricordando come al Baghdadi fosse ricomparso già altre volte dopo che era stata data la notizia della sua morte», osserva bene il sito di Repubblica. Un discorso di 46 minuti in cui vengono ribadite i capisaldi della guerra “santa” della jihad a tutti i combattenti, «un discorso generico, che tuttavia dà energia alla comunità globale dell’Isis, qualcosa di molto necessario di fronte alla grande perdita di territori dello Stato Islamico», spiega Site con le parole della direttrice Rita Katz.
«Gli americani, i russi e gli europei sono terrorizzati dagli attacchi dei mujaheddin. […] Anche i nordcoreani hanno cominciato a minacciare l’America e il Giappone con la loro potenza nucleare. Ora soldati dentro o fuori lo Stato Islamico, distruggete ogni tiranno e intensificate i colpi contro i miscredenti» afferma quella che sembrerebbe sempre di più la voce del Califfo, come annota la stessa direttrice di Site, «è decisamente quella di al Baghdadi, sulla base dei discorsi diffusi in precedenza». Resta il mistero però sulla possibile data della creazione di questo audio: se fosse infatti proprio Al Baghdadi a parlare, l’aver citato la lotta della Corea del Nord potrebbe determinare una datazione alquanto recente, negli ultimi tre mesi almeno. A quel punto però la data della presunta morte non farebbe tornare i conti e potrebbe dunque essere ancora vivo il capo del terrore di mezzo mondo: differentemente, se il discorso del Califfo fosse certificato prima di metà giugno – e l’aver citato i negoziati di Astana, in Kazakistan, per la pace in Siria potrebbe anche confermarlo – saremmo di fronte al tentativo dell’Isis di illudere i propri soldati di aver ancora il loro leader, mentre in realtà è morto sepolto sotto i bombardamenti.
IL CALIFFO È ANCORA VIVO?
Siamo dunque di fronte all’ennesimo mistero sulla morte del Califfo, che ricorda in qualche modo quanto avvenuto anni fa con il leader di Al Qaeda Osama Bin Laden, ucciso dagli americani ma con numerose voci che ancora oggi ne mettono in dubbio l’effettiva verità di quella esecuzione. Il corpo di Al Baghdadi però non è mai stato ritrovato e per questo gli Usa hanno tenuto a freno l’ufficialità della morte di chi in pochi anni ha seminato il panico nel mondo con il lavaggio del cervello ai miliziani islamisti e con attentati praticamente in ogni parte del globo: ora il nuovo audio-messaggio rimette tutto in discussione, con gli analisi e gli 007 dell’Occidente pronti a verificare nel dettaglio se ci troviamo di fronte all’effettiva voce viva e recente del Califfo, o se invece dovremo accettare la versione russa sulla fine del leader sanguinario islamista.
Al Baghadi parla dell’indebolimento degli Usa e del nuovo ruolo preminente assunto dalla Russia dopo l’intervento al fianco di Assad, il 30 settembre 2015: un altro elemento che non aiuta a semplificare il campo sulla veridicità o meno di questo audio-messaggio. Quello che rimane è un attacco, come sempre vile e ignobile, contro ogni infedele non islamico: «Fate che tra i vostri obiettivi ci siano i centri dei media dei miscredenti e le sedi della guerra intellettuale. Il sangue dei miliziani dell’Isis uccisi in Iraq e Siria non deve essere stato versato invano». Il mistero sulla sua morte rimane; la certezza del sangue versato per l’ideologia propagata in questi anni anche e soprattutto tramite le direttive del sanguinario sceicco, pure rimane.