Per chi ha deciso di usare l’aereo e di mettersi in viaggio verso mete di ogni tipo, questo è un momento drammatico. Il software che gestisce il check in di moltissime compagnie aeree, infatti, è andato in tilt stamattina, creando disagi notevoli ai passeggeri di ogni nazionalità. Viste le difficoltà riscontratesi, le code hanno gradualmente iniziato ad ingrandirsi causando ritardi su ritardi. Il software in questione è utilizzato dalla bellezza di 125 compagnie aeree ed è gestito da Amadeus Altea. Al momento risultano colpiti aeroporti importanti come quello di Londra, Parigi, Zurigo, Melbourne e Johannesburg. Un disagio enorme, questo, che porta strutture enormi come Heathrow, Gatwick (Londra), Charles De Gaulle (Parigi) e molti altri a dover arginare il pericolo delle code e del sovraffollamento. Sui social network, intanto, arrivano le primme immagini delle code scattate in presa diretta: sono gli stessi passeggeri a postare sui social tutto il loro stupore e il loro malcontento. La situazione nelle ultime ore, però, sembra migliorare.
LE SCUSE ARRIVANO DA HEATHROW
Mentre le code stanno pian piano rientrando, dall’aeroporto di Heathrow, a Londra, iniziano arrivare le prime scuse e i primi aggiornamenti in tempo reale. Viene reso noto, tramite un comunicato, che ‘i passeggeri potranno compiere il check in, ma che questo potrebbe richiedere più tempo del solito’. Il tilt del software gestito da Amadeus Altea sta creando non pochi disagi e gli addetti ai lavori dei vari aeroporti stanno facendo di tutto per migliorare la situazione e salvare il salvabile. Le scuse, come da copione, sono arrivate quasi immediatamente: ‘Ci scusiamo per tutti gli inconvenienti capitati ai passeggeri.’ – si legge – ‘Stiamo lavorando assieme per risolvere la situazione il più veloce possibile’. Sicuramente un atto dovuto, questo, che però non riuscirà a risolvere in pieno tutti i problemi creati dal software. La tecnologia, oramai, regge le nostre vite alla fondamenta: se qualcosa va storto, siamo davvero nei guai, come dimostrano i fatti odierni. Inutile girarci troppo attorno: oramai nell’era moderna siamo davvero resi schiavi dal frenetico mondo della tecnologia