IL PRESENTIMENTO DELLA MADRE

La madre di Noemi Durini, nel corso del funerale ha manifestato tutto il suo coraggio chiedendo che non venisse praticato l’odio poiché solo portatore di ulteriore violenza. Un messaggio carico di forza nonostante la tragedia che l’ha riguardata in prima persona. Una tragedia che sin dalle parole contenute nella denuncia alle forze dell’ordine, in cui veniva segnalata dal scomparsa della figlia 16enne, lasciava intendere un triste presagio. A riportare le sue dichiarazioni è stato ancora una volta il settimanale Giallo: la donna avrebbe cercato Noemi ovunque, compresi i suoi amici di sempre. Sapeva però della sua frequentazione con il 17enne: “Il suo cellulare risulta sempre spento”, dichiarava ai Carabinieri nella denuncia di scomparsa lo scorso 4 settembre. “Non posso andare di persona a trovarlo in quanto sia lui che la sua famiglia sono persone irrazionali e violente”, proseguiva. A sua detta, gli stessi genitori non erano in grado di relazionarsi con altre persone anche al fine di risolvere una situazione che sin da subito appariva gravissima. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



DUBBI SULL’ARMA

Tra i tanti interrogativi sul delitto della povera Noemi Durini, uno riguarderebbe nello specifico proprio il coltello usato dal fidanzato 17enne reo confesso, con il quale la giovane è stata uccisa dopo essere stata precedentemente picchiata. Il ragazzo glielo avrebbe conficcato nella nuca con una tale violenza da provocarne la rottura della lama. Quindi, avrebbe ammesso di averlo nascosto avvolgendolo nella sua maglietta ma di non ricordare il luogo in cui sarebbe stato successivamente occultato. A sua detta l’arma apparteneva a Noemi e la stessa l’avrebbe portata con sé in quanto intenzionata ad usarla per uccidere i genitori del 17enne. Tesi, questa, che non avrebbe trovato alcun riscontro. E’ ipotizzabile, dunque, che il coltello fosse proprio del killer e se così fosse occorre capire in che modo il ragazzo si sia procurato l’arma. Gli è stata data da qualcuno oppure l’avrebbe presa dalla sua abitazione prima di uscire? Al fine di rispondere a questa domanda, come rivela il settimanale Giallo, è stata di recente eseguita l’ennesima perquisizione proprio in casa del ragazzo, in attesa di alcuni importanti riscontri. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



QUARTO GRADO AFFRONTA IL CASO DI NOEMI

E’ una storia dai numerosi lati ancora oscuri, quella che vede protagonista Noemi Durini, 16enne di Specchia uccisa all’alba dello scorso 3 settembre dal fidanzatino reo confesso di appena un anno più grande. Il delitto di Lecce sarà centrale nel corso della nuova puntata di Quarto Grado, in onda questa sera su Rete 4, durante la quale saranno ripercorse le tappe salienti e delineati i nuovi sviluppi sulla vicenda che appare tutt’altro che chiusa. Nonostante la confessione ed il successivo arresto del 17enne, a 10 giorni dalla scomparsa della fidanzata, sono ancora tante le ombre su questa storia. Le ultime sarebbero trapelate proprio in seguito a quanto emerso dall’autopsia eseguita sul cadavere di Noemi. Gli inquirenti stanno cercando di mantenere attorno alla vicenda il massimo riserbo, ma nonostante questo sono emersi alcuni dettagli inquietanti che contribuiscono a disegnare i contorni di un delitto avvenuto nel pieno della violenza. “Lesioni contusive multiple al capo e agli arti e lesioni da arma bianca al capo e al collo”: sarebbe morta così Noemi Durini, massacrata di botte prima e poi finita con un coltello, in modo così violento al punto che la lama, nell’impatto con le ossa si sarebbe spezzata. Quei lividi riscontrati dal medico legale e poi l’arma non ancora trovata rappresentano i primi punti oscuri del giallo.



NOEMI DURINI E GLI EMATOMI PREGRESSI: GIÀ PICCHIATA IN PASSATO?

Il 17enne ha sì confessato di aver ucciso Noemi Durini, ma fino all’ultimo ha nascosto la crudeltà con cui aveva agito. Oggi il ragazzo è in arresto con l’accusa di omicidio volontario premeditato e aggravato. Stando a quanto emerso dalle indiscrezioni dell’autopsia rese note dal settimanale Giallo, la vittima sarebbe stata prima picchiata a sangue, quindi assassinata. Ma sul suo corpo sono stati rinvenuti anche ematomi provocati da percosse subite prima del suo omicidio. Il 17enne l’aveva forse picchiata anche nei giorni precedenti? A questa domanda sono chiamati a rispondere gli inquirenti che dovranno anche stabilire se il giovane ha realmente agito da solo o se si sia servito di un complice. Non si esclude infatti la presenza di un adulto che abbia potuto avere un ruolo attivo soprattutto nelle fasi successive al delitto di Noemi. Per tale ragione i Carabinieri di Lecce ed i Ris di Messina stanno effettuando tutti gli accertamenti del caso. La magistratura, inoltre, ha chiesto di ricercare sul corpo della 16enne di Specchia eventuali tracce di Dna estraneo al fidanzato reo confesso. Ma prima di avere un quadro completo dell’intera vicenda con i risultati delle analisi in corso, serviranno ancora altri due mesi. Gli accertamenti, infatti, riguardano anche esami tossicologici su tessuti, analisi degli organi interni ed esami istologici sulle lesioni. Solo dopo i risultati sarà possibile avere un’idea chiara della dinamica del delitto.

SOSPETTI SULLA FAMIGLIA DEL 17ENNE

Come rivela il settimanale specializzato in cronaca nera, al momento gli inquirenti avrebbero eseguito perquisizioni in casa del ragazzino dove sarebbero stati sequestrati oggetti e vestiti. Sarebbe stata comunque esclusa la presenza di tracce biologiche di Noemi Durini il che lascerebbe pensare che l’omicidio sia avvenuto proprio nel luogo del ritrovamento. I maggiori sospetti continuano ad essere concentrati su Biagio Marzo, padre del 17enne, indagato per sequestro di persona e occultamento di cadavere. Non si esclude che anche la madre ed i fratelli possano avere avuto un ruolo nella intricata quanto drammatica vicenda. Al vaglio degli inquirenti, comunque, ci sarebbero ancora altri dettagli da verificare e che al momento starebbero continuando a destare dubbi. Tra questi, come dicevamo, l’arma del delitto. A tal proposito il giovane killer ha rivelato che il coltello usato per uccidere Noemi era stato portato dalla stessa ragazza. Con quell’arma, a sua detta, la 16enne voleva uccidere i genitori di lui che si opponevano alla loro relazione. Una versione che al momento non avrebbe rivelato alcun riscontro oggettivo. I carabinieri infatti hanno appurato come nella cucina della famiglia Durini non sembrano che manchino dei coltelli. Come ha fatto, quindi, il giovane a procurarsi l’arma e soprattutto dove l’avrebbe poi nascosta?