Elisa ha voluto raccontare per filo e per segno, anche commuovendosi, la vicenda che le è costata cara al punto da essere licenziata dall’azienda nella quale lavorava. “Il monopattino a casa mia non è mai arrivato”, ha ribadito alle telecamere di Pomeriggio 5. La donna ammette di non sapere che fine abbia fatto quel giocattolo rotto, se si trova ancora in azienda o se è stato distrutto nell’inceneritore. Nessuno, all’interno della società, avrebbe mai reclamato il monopattino. E sulle pregresse contestazioni da parte dell’azienda nei suoi confronti ha ammesso: “E’ vero ma non su questa cosa. Io non ho mai rubato niente”. Elisa proprio non riesce ad accettare di essere stata licenziata per un giocattolo, tanto da commentare: “E’ una cosa ridicola”. Quindi ha smentito quanto detto ieri dall’amministratore delegato alla stessa trasmissione, lasciando ora tutto in mano ai suoi avvocati. Tuttavia ha voluto chiedere scusa all’azienda per il monopattino. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LA DIFESA DELLA DONNA

Elisa è intervenuta oggi a Pomeriggio 5 per raccontare cosa, secondo la sua versione, sarebbe accaduto nell’azienda nella quale lavorava e che ha proceduto al suo licenziamento perché avrebbe preso un gioco (rotto) dai rifiuti. La donna ha spiegato come mai il monopattino rotto al centro del dibattito sarebbe giunto nella sua abitazione, anche se di fatto non sarebbe mai entrato nell’abitazione. “Sono arrivata al lavoro e una mia collega mi ha passato il monopattino. Aveva un foglio di carta attaccato ma era illeggibile. Dopo averlo messo negli armadietti, l’ho messo in auto”: ha esordito così la donna in collegamento con la trasmissione di Canale 5. “Io non volevo rubare niente a nessuno”, ha aggiunto, asserendo di non aver mai saputo neppure la provenienza di quel gioco. “Quel monopattino non era di nessuno e il foglio non aveva alcun timbro dell’azienda, ha aggiunto. Al termine del turno di lavoro, sia la donna che la collega che le aveva passato il monopattino sono state chiamate in direzione e alla fine la società avrebbe deciso di procedere con il licenziamento. Elisa ha comunque ammesso di essere stata oggetto, in passato, di alcuni procedimenti e richiami da parte dell’azienda, ma che non avevano nulla a che fare con presunti furti. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



NETTURBINA LICENZIATA

Aicha Elisabethe Ounnadi, ex dipendente di un’azienda che si occupa della raccolta dei rifiuti nella zona Ovest di Torino, ha perso il lavoro per aver raccolto proprio dall’immondizia un gioco rotto che avrebbe voluto destinare al figlio. “Ho perso il lavoro perché volevo portare un regalo a mio figlio, ma io non ho mai rubato nulla nella mia vita”, aveva protestato la donna, come riporta TgCom24, raccontando la sua incredibile storia alla stampa. Il licenziamento è avvenuto lo scorso 30 giugno con una spiegazione alquanto discutibile: “appropriazione indebita di un bene non di sua proprietà”. L’oggetto in questione era un monopattino rotto che avrebbe comunque fatto la gioia di uno dei suoi tre figli. Perché Elisa, come si fa chiamare in Italia, ha 40 anni ed oltre ad essere madre è anche una donna separata. Il caso torna anche oggi al centro della puntata di Pomeriggio 5, dopo aver accolto ieri, in collegamento, l’amministratore delegato dell’azienda di rifiuti che aveva fornito una versione del tutto differente rispetto a quella avanzata dalla donna ai giornalisti.



LA VERSIONE DELL’AZIENDA

Secondo l’amministratore delegato, l’ex dipendente non solo non avrebbe rispettato le regole aziendali ma sarebbe stata in passato più volte ripresa per i medesimi errori. Da qui la decisione, seppur non semplice di procedere con il licenziamento. Oggi, Elisa sarà in collegamento con la medesima trasmissione condotta da Barbara d’Urso alla quale renderà nuovamente la sua versione. “Facevo la spazzina, ho i calli nelle mani, ma non mi sono mai lamentata e non credo che qualcuno possa dire qualcosa sul mio operato”, aveva affermato nei giorni scorsi. “Forse ho agito con leggerezza, ma non meritavo un trattamento del genere. Essere licenziata per un monopattino vecchio e rotto di cui nessuno conosce la provenienza è assurdo”, aveva detto. “Improvvisamente adesso sono diventata una ladra, ma non è così”. Eppure, la versione dell’azienda sarebbe stata del tutto diversa. E’ chiaro che, con il licenziamento, la condizione di Elisa, da un punto di vista economico e non solo si aggrava anche alla luce dei tre figli da mantenere.