Venti di Terza guerra mondiale: in Corea del Nord diversi missili sono stati visti in movimento dalla base militare di Sanum-dong, a nord di Pyongyang. La notizia è stata riportata dalla tv sudcoreana Kbs, che arriva a sorpresa dopo l’annuncio da parte degli Stati Uniti dell’apertura di canali di comunicazione con il regime di Kim Jong-un. Un portavoce nordcoreano ha fatto sapere che solo la fine di una politica ostile nei confronti di Pyongyang permetterà di evitare che l’America si trasformi in un mare di fiamme. Come se non bastasse, la Corea del Nord ha dato del «vecchio psicopatico» a Donald Trump: nuova offesa al presidente degli Stati Uniti dopo la minaccia. A parlare è stato un portavoce del Korea Asia-Pacific Peace Committee, che si occupa delle relazioni esterne e propaganda della Corea del Nord: ha condannato anche il tycoon per «l’ordine esecutivo sulle sanzioni contro la Corea del Nord», in risposta al test nucleare dello scorso 3 settembre. (agg. di Silvana Palazzo)
TILLERSON: “CONTATTI USA IN CORSO PER NEGOZIARE”
Quando i timori per lo scoppio di una Terza guerra mondiale hanno raggiunto livelli altissimi, ecco il colpo di scena: gli Stati Uniti hanno allacciato i contatti con la Corea del Nord per cercare di avviare i negoziati sul nucleare. Lo ha annunciato Rex Tillerson, segretario di Stato americano, in visita a Pechino. Al momento si sta verificando se Pyongyang abbia intenzione o meno di aprire un canale di confronto in merito all’abbandono delle ambizioni nucleari: Tillerson ha ribadito che «lo scenario di un Paese con l’atomica è inaccettabile». Dopo aver parlato con il presidente cinese, Xi Jinping, il capo della diplomazia Usa ha fatto sapere che ci sono diversi canali diretti di comunicazione con la Corea del Nord. «Chiediamo: Volete parlare? Abbiamo linee di comunicazione a Pyongyang. Non siamo in una situazione oscura, in un black-out», ha dichiarato Tillerson, come riportato da Il Giornale. (agg. di Silvana Palazzo)
COREA DEL SUD, UNITÀ DI DECAPITAZIONE PER KIM JUNG-UN
Si chiamerà Spartan 3000 e sarà un’unità di decapitazione: l’ha annunciato il ministro della Difesa della Corea del Sud, con l’obiettivo dichiarato di neutralizzare la leadership nordcoreana. A riportarlo è stato il New York Times che ha anche spiegato che l’unità conterà dai 2.000 ai 4.000 soldati e sarà formata entro la fine dell’anno. L’esercito starebbe già “riattrezzando” gli elicotteri e trasportando aerei per essere in grado di penetrare nello spazio aereo nordco reano di notte con l’unica finalità di fermare Kim Jung-un. Non è comune che un rappresentante di un Paese come la Corea del Sud dichiari pubblicamente che sta lavorando ad un piano per assassinare un leader straniero. Ma il Sud sta cercando di spaventare il Nord e di portarlo a sedersi al tavolo delle negoziazioni, invece che testare ulteriormente armi nucleari. (agg. Eleonora D’Errico)
ALLARME AMANO: “PYONGYANG, UNA MINACCIA GLOBALE”
L’ultimo test nucelare di Pyongyang sarebbe una minaccia globale. Sono le parole del direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, il giapponese Yukiya Amano, a Seul per una visita di tre giorni tutta concentrata sulla crisi nordcoreana. Secondo Libero, Amano ha spiegato che non è ancora in grado di stabilire se il sesto test nucleare di Pyongyang, avvenuto il 3 settembre scorso, sia stato una bomba a idrogeno o meno. Ma ha rilevato che è stato “molto più potente dei precedenti”. Il che significa che la Corea del Nord ha fatto un progresso molto rapido che, combinato con altri elementi, secondo Amato sarebbe una nuova minaccia, una minaccia globale. Amato ha poi sottolineato che “Ora più che mai è importante la comunità”. Intanto, la Casa Bianca ha rilasciato un rapporto in cui si chiede alla Gran Bretagna di prepararsi ad una possibile guerra, mentre negli ultimi giorni è diventata virale la notizia che vedeva il Nord Corea allargare il suo esercito con 4.7 milioni i soldati arruolati come volontari. Kim Jong-Un ha sostenuto infatti che le ultime parole pronunciate dal presidente Donad Trump siano state una vera e propria dichiarazione di guerra, cosa che Washington ha però smentito. (agg. Eleonora D’Errico)
TERZA GUERRA MONDIALE
Intanto l’allarme reale dello scoppio reale della Terza Guerra Mondiale, è stato lanciato anche dal Royal United Services Institute (RUSI). I colloqui potrebbero non funzionare per abbassare il livello di tensioni. Nel rapporto pubblicato giovedì l’istituto britannico ha spiegato che la guerra potrebbe scoppiare in due modi: con un attacco da parte della Corea del Nord agli Stati Uniti se Pyongyang ritiene che gli americani stiano preparando un attacco a sorpresa o viceversa. In ogni caso potrebbe paralizzare l’economia globale. «Se scoppierà questa guerra, non sarà breve», ha dichiarato Malcolm Chalmers, vicedirettore generale di RUSI, come riportato dalla stampa britannica. Gli Stati Uniti potrebbero allargare su vasta scala il conflitto con cyberattacchi e attacchi aerei. D’altro canto Pyongyang potrebbe colpire la Corea del Sud con armi chimiche o addirittura nucleari. E nel giro di una settimana potrebbero morire anche decine di migliaia di persone, anche senza l’uso di armi nucleari, altrimenti le vittime salirebbero a centinaia di migliaia.
IL MONITO: “SOSTEGNO NON INCONDIZIONATO A USA”
Il Royal United Services Institute (RUSI) ha descritto scenari agghiaccianti riguardanti il possibile scoppio della Terza guerra mondiale: nel rapporto pubblicato giovedì ha parlato di carneficine e di milioni di rifugiati. L’Onu ha provato a paralizzare l’economia nordcoreana con molteplici sanzioni, ma non ha convinto Pyongyang a fermare il suo programma nucleare. E ora potrebbe essere troppo tardi per risolvere la crisi con la diplomazia, del resto le stesse provocazioni di Donald Trump non hanno aiutato in tal senso. «Non c’è nessuna opzione militare facile per distruggere le capacità nucleari nordcoreane senza iniziare una guerra», scrive RUSI, secondo quanto riferisce la stampa britannica. Nel rapporto vengono forniti anche dei suggerimenti alla Gran Bretagna, a cui arriverebbe una richiesta di supporto da Trump in caso di eventuale scoppio della guerra nel giro di un’ora. Il consiglio del RUSI è di non fornire sostegno incondizionato agli Stati Uniti, o almeno di non farlo seguendo le regole NATO.