A 20 anni dalla morte di Madre Teresa e ad un anno dalla sua canonizzazione, l’opera in terra della santa di Calcutta è più viva che mai. Come riferisce l’Ansa, ancora oggi sono tantissime le cosiddette Missionarie della Carità, o più semplicemente le suore di Madre Teresa, come vengono comunemente chiamate, che cercano di continuare nel solco lasciato dalla santa. Nello specifico si parla di circa 6mila suore nel mondo, dislocate su 130 paesi. Anche in Italia è presente questa rappresentanza, con 18 case abitate da 129 suore che si ispirano dichiaratamente ai principi di Madre Teresa. Vivere tra gli ultimi, accogliere qualsiasi tipo di povertà o scarto, che si tratti di lebbrosi o malati di Aids, di ragazze madri o anziani malati, di famiglie disagiate o carcerati non importa: la congregazione delle Missionarie della Carità spalanca sempre le sue porte, così come Madre Teresa spalancava le sue braccia. (agg. di Dario D’Angelo)
LA CATTEDRALE A PRISTINA
A vent’anni dalla morte di Madre Teresa di Calcutta, e nel primo anniversario della canonizzazione, verrà consacrata a Pristina la Cattedrale che le è stata dedicata. Proprio oggi, martedì 5 settembre, nel giorno della sua memoria liturgica, si terrà la celebrazione, presieduta dall’inviato speciale del Papa, il cardinale Ernest Simoni Troshani. L’edificio, costruito in stile romanico nel centro dell’attuale capitale del Kosovo, è stato disegnato dall’architetto Livio Sterlicchio. Il terreno invece fu messo a disposizione dal defunto presidente Ibrahim Rugova, che ha fortemente sostenuto questo progetto. La prima pietra, come riportato da Avvenire, è stata posata il 26 agosto 2005, ma i lavori sono cominciati il 5 settembre di due anni dopo. La costruzione era stata frenata dalle morti di Rugova e del vescovo Mark Sopi, ma poi monsignor Dode Gjergji ha impresso un’accelerazione importante. Hanno contribuito, come precisato dal vicario generale dell’amministrazione apostolica di Prizren, anche le donazioni dei fedeli e degli albanesi all’estero. Il cuore e la generosità dei fedeli ancora una volta hanno lasciato il segno.
ANCHE MUSULMANI HANNO CONTRIBUITO ALLA COSTRUZIONE
La Cattedrale dedicata a Madre Teresa di Calcutta ha due obiettivi: far riemergere il messaggio della santa e renderla una scuola da cui imparare la cultura della vita e la civiltà dell’amore. La missione di servizio degli ultimi, dei più dimenticati e soli, ha lasciato in eredità anche una Cattedrale, simbolo di un amore libero da ideologie e vincoli. La Cattedrale verrà inclusa nei luoghi di pellegrinaggio legati a Madre Teresa insieme a Skopje, la città in cui è nata, Prizren, dove sono nati i suoi genitori, il santuario di Letnica e Pristina. La vita in Kosovo è ancora difficile tra instabilità politica e difficoltà economiche, quindi la Cattedrale rappresenta un motivo di speranza per le persone. E il fatto che alla realizzazione abbiano contribuito anche molti musulmani e non credenti è il miglior simbolo di integrazione, cooperazione e amore che si potesse dare in un contesto difficile come quello in cui versa il Kosovo. L’eredità, del resto, di Madre Teresa di Calcutta è anche questa.