Tragedia a Pavone Canavese, nei pressi di Ivrea. Un ragazzo di soli 14 anni infatti si tolto la vita venerdì scorso, 1 settembre, impiccandosi nel retro della sua casa, fissando il cappio su una tettoia. Il ragazzo è stato trovato in fin di vita dai genitori e, nonostante la corsa disperata in ospedale, non c’è stato nulla da fare per salvarlo. Era arrivato l’elisoccorso da Torino per portare il ragazzo (essendo minorenne non sono state diffuse le generalità) presso l’ospedale Regina Margherita di Torino, dove però non si è potuto fare altro che constatarne il decesso. I genitori hanno affermato di come il giovane (che ha un fratello minore) fosse rimasto molto turbato dalla recente morte del nonno al quale era molto legato, ma nonostante questo gli stessi genitori si sono detti convinti di come le due cose non siano legati, ma di come in realtà la motivazione che ha portato al suicidio il 14enne possa essere in realtà un’altra.



IL SINDACO: “DOBBIAMO INTERROGARCI”

Si teme infatti che sia il bullismo la causa della morte del ragazzo, che potrebbe aver ricevuto online offese e minacce da parte di altri ragazzi che, stupidamente, non hanno tenuto conto della fragilità e della sensibilità del ragazzo. Che era come detto molto legato alla famiglia e in particolare al nonno, che gli aveva trasmesso la passione per i cavalli e in generale per la campagna e l’aria aperta, tanto che, come ricordato dai genitori, spesso il 14enne aveva espresso la volontà di fare da grande l’agricoltore. Nonostante queste passioni, è arrivata però la tragica decisione. “Era il punto di riferimento per i giovani del paese – ha dichiarato alla Gazzetta del Canavese il sindaco di Pavone, Alessandro Perenchio – faceva parte del consiglio comunale dei ragazzi. Era sempre allegro, pieno di entusiasmo e di idee. Dobbiamo quindi interrogarci tutti insieme e capire cosa si nasconde dietro la sua morte. È un dovere della società per evitare che tragedie del genere si ripetano.”



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