È morto oggi 6 settembre 2017 il Cardinale e Arcivescovo Emerito di Bologna Carlo Caffarra: tra due giorni si sarebbero ricordati i 23 anni dalla sua ordinazione ad Vescovo di Ferrara compiuta da Papa Giovanni Paolo II; riceve l’ordinazione episcopale il 21 ottobre successivo, nella cattedrale di Fidenza, dal cardinale Giacomo Biffi, coconsacranti l’arcivescovo Giovanni Battista Re (poi cardinale) ed il vescovo Carlo Poggi. Il 4 novembre prende possesso dell’arcidiocesi. Ma è nel 16 dicembre 2003 che arriva la nomina del Pontefice a nuovo arcivescovo metropolita di Bologna e lì vi rimase fino al 2015 quando per raggiunti limiti di età consegno le dimissioni (sostituto da Papa Francesco con la scelta di Mons. Matteo Zuppi, ndr). Sale in Cielo una delle menti teologiche più importanti del Novecento cattolico, figlio spirituale di Giacomo BIffi e Joseph Ratzinger con i quali ha condiviso battaglie, posizioni ed evangelizzazioni per una Chiesa più moderna ma non più “liquida”. In un giorno di lutto come quello che accompagna la dipartita del Cardinal Caffarra, ci tornano in mente le parole che in una lontana omelia nel 2004 tenuta per la notte di Pasqua, trattava proprio il mistero della morte, il dolore del male e la speranza concreta della Resurrezione. «Dio non ha solo acceso in noi la luce della nostra ragione, quando ci ha creati «a sua immagine e somiglianza». Ma ben sapendo che «i ragionamenti dei mortali sono timidi e incerte le nostre riflessioni, perché un corpo corruttibile appesantisce l’anima e la tenda di argilla grava la mente dai molti pensieri» [Sap 9, 14-15], ci ha istruiti Egli stesso attraverso la divina istruzione consegnata ai santi libri della Scrittura. E «i comandi del Signore sono limpidi, danno luce agli occhi». La sua passione per la fede e la libertà intesa come educazione alla piena ragione umana lo pongono come uno dei capisaldi della Chiesa italiana dell’epoca di Papa Giovanni Paolo II prima e Benedetto XVI poi: sempre da quella intensa omelia pasquale, queste parole illuminanti sulla meraviglia della libertà donata da Dio, «La luce della ragione e la luce della Legge insegnata dal Signore stesso non sono in grado di trattenerci dal male. È il “cuore” della persona umana che ha bisogno di essere rinnovato. Questa è precisamente la grande opera che Dio attraverso il suo profeta preannuncia: «vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne … e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi».
DAI DUBIA ALLA CRISI DELL’EUROPA
«La Resurrezione di Dio vince ogni legge e ogni ragione», intesa come forza “educatrice” per la piena conquista della ragione e fede umana. Così il Cardinal Carlo Caffarra amava spiegare la vittoria della vita, di Gesù sulla morte. Oggi è salito al cielo a 79 anni in maniera improvvisa, dato che non era nota alcuna particolare e lunga malattia. «A quanto si apprende da persone a lui vicine, il porporato è venuto improvvisamente a mancare questa mattina», spiega il sito di Repubblica nell’ultimo speciale. Un personaggio solido, forte e nello stesso tempo impegnato da anni nella catechesi dei giovani e nell’annunciare il Vangelo di Cristo senza “annacquare” il mistero ivi contenuto. Salito alle cronache negli ultimi anni per i cosiddetti “Dubia”, un lungo documento con alcune domande riposte a Papa Francesco dopo l’uscita della lettera apostolica Amoris Laetitia: in quel documento, condiviso e scritto con Walter Brandmüller, Raymond L. Burke e Joachim Meisner (tra l’altro anche lui da poco scomparso nella sua città natale, Colonia), si chiedeva “chiarezza” su alcuni punti nodali dello scritto di Bergoglio, specie sull’accesso alla comunione per i divorziati risposati e sui fondamentali tre sacramenti del Matrimonio, Confessione ed Eucarestia. Molto critico anche sul fronte dei matrimoni tra persone omosessuali per il quale aveva ricevuto anche molte polemiche e attacchi personali quando era ancora vescovo a Bologna: in una lunga intervista su questo tema sul settimanale Tempi, aveva provato a connettere i gravi problemi in corso per l’Europa proprio a questa nuova “ideologia Lgbt”. «L’Europa sta morendo. E forse non ha neanche più voglia di vivere. Poiché non c’è stata civiltà che sia sopravvissuta alla nobilitazione dell’omosessualità. Non dico all’esercizio dell’omosessualità. Dico: alla nobilitazione della omosessualità. Faccio un inciso: qualcuno potrebbe osservare che nessuna civiltà si è mai spinta ad affermare il matrimonio tra persone dello stesso sesso. E invece bisogna ricordare che la nobilitazione è stata qualcosa di più del matrimonio». Un vescovo di fede e ragione, ma anche sanguigno e che non mandava a dire nulla, scriveva e diceva quanto pensava. Una figura importante e centrale nel porporato italiano che da oggi, purtroppo, non c’è più.