Lo scrittore Dan Brown, quello di Inferno e Angeli e demoni, portati sullo schermo cinematografico con grande successo, non si può dire sia molto attento alle fonti che cita, o meglio, ha disseminato i suoi libri di strafalcioni tanto che ci si domanda chi sia l’autore dell’editing dei suoi libri, il cui lavoro è proprio controllare le fonti e le citazioni. Tra i tanti errori, basti citare che quando parla del David di Michelangelo sbaglia l’altezza. Infatti è alto 5.20 metri non 4,10 come scrive lui. Descrive poi “un quadro” di Botticelli “sull’Inferno” che in realtà è una serie di disegni riportati a stampa da Niccolò di Lorenzo della Magna nel 1481. Dice anche che i teschi sono una costante nella Divina Commedia nell’Inferno, ma in realtà ne appare un solo, “Un cranio vivo”, cioè quello dell’arcivescovo Ruggieri, roso da Ugolino. In una cosa almeno ci è andato vicino, sbagliando però anche qui. Si tratta del misterioso passaggio segreto che secondo le leggende collegava il Vaticano a Castel Sant’Angelo permettendo ai papi di fuggire in caso di pericolo. Dan Brown ha avuto occasione di visitarlo prendendo spunto per scrivere Angeli e demoni, ma ci si domanda se vi sia entrato davvero o ne abbia solo sentito parlare, dato che tale passaggio è un argomento amato dai cronisti di misteri e leggende. 



LA STORIA DEL VERO “PASSAGGIO”

Dice infatti che è lungo 400 metri e raggiunge la libreria privata del papa nei palazzi vaticani. Esiste, come hanno documentato recenti scoperte, ma è lungo 800 metri e non termina dentro il palazzo apostolico, ma poco vicino. Si tratta di una delle poche vestigie medievali rimaste a Roma, che ha origine nel 546 quando gli invasero Roma. Venne infatti eretto un muro che univa la parte bassa della collina del Vaticano al mausoleo di Adriano che poi sarebbe diventato Castel Sant’Angelo. Dopo l’invasione dei saraceni nell’846, Leone IV ordinò di costruire un muro più alto e forte, per proteggere la vecchia basilica vaticana che era stata saccheggiata dai saraceni. Quando Nicola III spostò la residenza pontificia dal Laterano al Vaticano fece costruire un primo passaggio sotterraneo che collegasse la sede papale con il castello. Nel 15esimo secolo il passaggio segreto venne espanso su due gallerie: la parte più in basso protetta da misure difensive, era riservata al papa, la parte superiore alle truppe vaticane. Nel corso dei secoli tale passaggio è stato usato solo due volte, la prima quando nel 1494 Alessandro VI Borgia si rifugiò a Castel Sant’Angelo quando le truppe francesi di Carlo VIII invasero Roma; la seconda quando i protestanti di Carlo V nel 1527 saccheggiarono Roma. Ben 147 guardie svizzere morirono nella difesa della tomba di Pietro, mentre altre 42 accompagnarono papa Clemente VII nel passaggio segreto per rifugiarsi nel castello. Era il 6 maggio: da allora ogni anno le guardie svizzere ricordano la fedeltà al loro dovere dei loro eroici commilitoni.

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