Il reclutamento di bambini-soldato è un fenomeno riemerso in diversi momenti della storia, diventato attuale con il Daesh. Sono tante le storie di “cuccioli allevati” dall’Isis, come quella di Hadjem e Shallal. Sono due bambini che si sono sottomessi alla dottrina dell’Islam e sono stati arruolati come soldati junior. I due fratellini hanno vissuto per un anno intero con un tunisino, un emiro, che è poi morto facendosi esplodere. Considerati figli del martire dal Califfato, hanno quindi cominciato a percepire uno stipendio. Trasferitisi a Rakka, i due fratellini hanno cominciato una nuova vita: Hadjem ha cominciato a farsi chiamare Abu Hadi, a prendere confidenza con il mitra e i simboli dell’Isis; una sorte simile ha avuto Shallal, il cui nome di battaglia invece è Abu Omar. Entrambi hanno dovuto imparare a memoria i versetti del Corano per ottenere la “libertà” in cambio. In realtà, consisteva nella possibilità di non essere più tenuti sotto chiave e di essere quindi liberi di entrare e uscire di casa con i permessi.
“MI SPAVENTA VEDERE LA MORTE”
La storia dei due bambini-soldato Hadjem e Shallal è stata raccontata da Asianews, che ha raccolto le loro testimonianze. Hanno rivelato di aver visto uccidere a sangue freddo, di aver assistito a sgozzamenti, ma hanno anche confessato di aver provato paura ogni volta che hanno visto uccidere. La paura cresceva il venerdì, giorno nel quale dopo la preghiera alla moschea si uccideva, si tagliavano mani e gole. Ma non bisogna fraintendere: non era l’Isis a far loro paura. «Daesh non mi fa paura, mi spaventa vedere la morte», precisa Shallal sorridendo. Non sono comunque gli unici bambini-soldato: tutti i bambini dai 5 ai 18 anni vengono addestrati, e negli ultimi tempi sono coinvolte anche le bambine. Durante l’addestramento si impara a uccidere con armi e coltelli, a sgozzare, e ci sono dimostrazioni dal vivo con condannati. Il padre di Hadjem e Shallal dopo averli a lungo cercati è riusciti a farli scappare, ma non ha i soldi sufficienti per far fuggire e trarre in salvo anche la moglie e la figlia, rimaste a Rakka. Shalla e Hadjem sono salvi, ma la passione per le armi non è sparita. Così come non è sparita la voglia di rivedere la mamma.