Si è conclusa con l’arresto di Sebastiano Iemmolo la drammatica vicenda iniziata sei mesi fa esatti, quando cioè l’uomo, un 36enne di Rosolini, aggredì la compagna 32enne cospargendola di liquido infiammabile e dandola alle fiamme. Non era un incidente domestico, come aveva riferito l’uomo, smascherato proprio dalle dichiarazioni del figlio di 9 anni, testimone dell’aggressione culminata poi in omicidio. Dopo l’arresto dell’uomo è intervenuto il sindaco di Rosolini, Corrado Calvo, il quale come riporta Siracusanews.it, si è congratulato con le forze dell’ordine che hanno portato alla soluzione del caso. “Al di là dell’oggettiva e inaudita gravità di questo resta il fatto sociale rappresentato dall’inqualificabile, violenza contro una donna, madre di un bimbo, che induce tutti a riflettere e a reagire con fermezza”, ha sottolineato il primo cittadino. Ribadendo l’immenso valore della vita umana, il sindaco ha aggiunto: “Non posso quindi che complimentarmi con la dottoressa Malandrino per avere dimostrato particolare sensibilità per questo tipo di reato e soprattutto per avere assicurato alla giustizia l’autore in tempi straordinariamente brevi, cosa che raramente accade in Italia”. La speranza è, come auspicato anche dal padre della povera donna uccisa, che Iemmolo possa restare il più possibile in carcere e scontare l’intera pena, senza alcuno sconto. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LE PAROLE DELLA MADRE DI LAURA

I genitori della povera Laura Pirri, picchiata e data alle fiamme dal compagno e padre di suo figlio Sebastiano Iemmolo, sono intervenuti oggi alla trasmissione Pomeriggio 5, per raccontare la vicenda e commentare la svolta, avvenuta sei mesi dopo grazie alle intercettazioni del bambino. La madre della vittima ha confermato le violenze subite nel tempo dalla 32enne uccisa: “Sapevo che la menava, aveva sempre un occhio nero, un labbro gonfio”. Laura però, non si è mai confidata con i genitori perché lui glielo impediva. “Lei lo difendeva, aveva paura, ma lei non voleva denunciarlo”, ha aggiunto la madre. Nel corso della trasmissione sono state trasmesse le intercettazioni shock tra Iemmolo e la madre; quest’ultima gli ricordava in più occasioni che il bambino prima o poi avrebbe parlato. Ora il bambino è stato affidato ai nonni, seguito costantemente dagli psicologi. “Adesso sta bene, è con i cuginetti che gioca”, ha detto la donna. “L’unica cosa che vorremmo è che non esca per buona condotta”, ha auspicato la madre della vittima riferendosi all’umo in carcere per il suo omicidio, prima di invitare tutte le donne vittime di violenza, come per anni lo è stata la figlia, a denunciare sempre. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LE INTERCETTAZIONI

A distanza di quasi sei mesi dalla morte di Laura Pirri, giovane madre di quasi 32 anni, emerge la verità su quelle ustioni gravissime riportate dalla donna e che, dopo 18 giorni di agonia l’avrebbero portata al decesso. Per il suo convivente, Sebastiano Iemmolo, fu un drammatico incidente, ma dietro il ricovero della donna che per giorni ha lottato tra la vita e la morte, c’era una storia terribile, venuta allo scoperto solo ora, grazie al figlio di 9 anni che ha visto tutto. “Tu ascoltami a me. Quando vengono quelle persone tu non ci devi parlare. Lo sai, non è che sono solo io, è la mamma che non vuole”: così il padre 36enne minacciava velatamente il figlio, testimone di una scena di violenza inaudita. Era il 7 marzo scorso quando Iemmolo lanciò addosso alla compagna del liquido infiammabile per poi darle fuoco. Il motivo di tanta violenza era da rintracciare in 20 euro negati all’uomo che avrebbero portato quest’ultimo a perdere letteralmente la testa, picchiandola prima di darle fuoco. Il tutto, sotto lo sguardo del figlioletto di appena 9 anni.



ISTRUIVA IL FIGLIO A MENTIRE

Sebastiano Iemmolo ha tentato in tutti i modi di farla franca dopo il gesto atroce a scapito della compagna, madre del figlio di 9 anni. Fino a convincere proprio il minorenne a non raccontare nulla di quanto avvenuto sotto i suoi occhi, facendogli credere che fosse la mamma a chiederlo. Ad incastrarlo però, come scrive oggi Corriere.it, sarebbero state proprio le testimonianze e le intercettazioni raccolte in questi sei lunghi mesi di indagini e che lo hanno portato al carcere. Agli atti anche quella conversazione avvenuta lo scorso 24 marzo tra padre e figlio in cui Sebastiano chiedeva al piccolo di non parlare con psicologi o assistenti sociali nel caso in cui lo avessero cercato a scuola. Il tutto dietro un ricatto atroce: “Lo vuole la mamma”. Laura Pirri, al contrario, versava in condizioni disperate senza possibilità di poter parlare. Proprio al piccolo che chiedeva come stesse la madre, lui replicava: “Sì, sta meglio”. La versione fornita dall’uomo e che avanzava la tesi dell’incidente domestico non ha mai convinto gli inquirenti che hanno continuato a non abbassare la guardia. Nessuna compatibilità, infatti, era stata evidenziata tra le ustioni riportate dalla donna e l’incidente descritto dal compagno. A rendere più difficile la sua posizione, proprio il bambino, “scomodo testimone” della sua malvagità. Proprio la sincerità di un animo innocento come il suo ha permesso di smascherare il papà assassino. “Nonna corri, aiutaci, perché papà ha dato fuoco alla mamma”, avrebbe detto nei primi istanti, chiamando la donna al piano di sotto. Ora però, l’incubo è finito anche per il piccolo, ma soprattutto la verità sulla morte terribile della povera Laura è venuta alla luce. Una storia di violenza, culminata nel modo più drammatico ma smascherata grazie al figlio che desiderava solo il suo ritorno a casa.