Un caso eccentrico a Napoli, la morte di un professore riporta in primo piano quello che è il dramma della solitudine per molte persone che si immagina comunemente possano vivere una vita abbastanza normale, ma che in realtà hanno abbandonato di fatto da molto tempo il consesso civile. Nel capoluogo partenopeo è stato ritrovato morto un novantenne, Claudio Saverese, che come riporta il quotidiano Il Mattino era molto conosciuto nella zona del centro storico di Napoli, e che viveva da tempo da solo nella sua abitazione situata in via Salvatore Tommasi. Un uomo cordiale, ancora lucido nonostante l’età avanzata ma, si sapeva, anche estremamente solo, anche perché non aveva figli né parenti prossimi. Al di là degli incontri e dei saluti di circostanza per la strada, nessuno di fatto si prendeva cura di lui o lo andava a trovare. E quando è morto, sono passate due settimane prima che qualcuno se ne accorgesse e rilevasse la presenza del cadavere nella casa.



LA SCOPERTA DEI VIGILI DEL FUOCO

L’odore nel palazzo dove Saverese (che tutti chiamavano “o’ professore” pur non essendo un insegnante) si era fatto presto insopportabile e i condomini hanno chiamato le forze dell’ordine e i vigili del fuoco per forzare la porta dell’abitazione. La scena che i pompieri si sono trovati di fronte è stata davvero particolare, visto che oltre al corpo senza vita di Saverese, all’interno della casa era stipata ogni tipo di pubblicazione, un vero e proprio magazzino di carta nel quale era anche difficoltoso muoversi. Giornali, cataste intere di quotidiane ma anche riviste, libri e carte sparse di ogni genere, tanto che in molti hanno ricordato come Saverese, pur essendo abbastanza cordiale nella sua eccentricità negli incontri che faceva per la strada, non permetteva a nessuno di recarsi nella propria abitazione. E la scena surreale che i vigili del fuoco si sono ritrovati davanti hanno confermato come “o’ professore” volesse davvero solo la carta intorno a sé, come unica amica.



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