È intervenuto questo pomeriggio il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, dopo il colloquio con il suo omologo francese Jean-Yves Le Drian: sul tavolo ancora una volta la Corea del Nord e il timore di una possibile guerra mondiale che può scoppiare da un momento all’altro nei prossimi mesi. Il senso delle parole di Lavrov potrebbe racchiudessi in una volontà seppur diplomatica di voler frenare l’avanzata dell’Onu che si dice sia pronta alla risoluzione con altre sanzioni contro Pyongyang. Come noto, Putin insiste da tempo con la battaglia per non effettuare nuove sanzioni ancora punitive, o meglio, per provare a convincere la stessa comunità internazionale della necessità di non mettere nell’angolo Pyongyang. «Condanniamo le provocazioni che la leadership nordcoreana sta organizzando con i lanci di missili balistici e facendo detonare dispositivi nucleari in violazione delle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il Consiglio sta attualmente lavorando su una nuova risoluzione: è troppo presto per fare previsioni su quale forma prenderà», spiega Lavrov ai giornalisti (fonte Sputnik News). In conclusione un messaggio molto chiaro lanciato proprio all’ONU: «È necessario che il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite intraprenda nuove responsabilità in modo da definire una nuova posizione, affinché adotti adeguate sanzioni per mettere le opportune pressioni sulla Corea del Nord in modo che questa torni al tavolo dei negoziati».



ASSE CINA-FRANCIA

Una strana richiesta quella della Cina effettuata oggi verso la Francia durante il colloquio telefonico tra Xi Jinping e Emmanuel Macron: lo stato francese viene invitato da Pechino a svolgere un ruolo distensivo nella grave emergenza mondiale nella penisola NordCoreana. Un invito singolo rivolto alla Francia e non all’Unione Europea che fa riflettere sul tentativo cinese, probabilmente, di stringere accordi commerciali ed economici con Parigi: «chiediamo alla Francia un “ruolo costruttivo” per alleviare la tensione nella penisola coreana e per la ripresa del dialogo sulla questione nucleare. la questione nord-coreana puo’ essere risolta solo con mezzi pacifici, tra cui il dialogo e il negoziato». Dopo Trump e Merkel ora è il turno di Macron, con colloqui mirati e singoli in modo che la Cina possa avere – immaginiamo – con tutti uno spazio “grigio” dove condurre privati accordi e patti per la gestione socio-politica ed economica evidentemente non solo nell’emergenza di Pyongyang.



PARLAMENTI G7, CONDANNA A TEST NUCLEARI

Dopo l’Onu, l’Unione Europea anche il G7 manda dura condanna dei test nucleari della Corea del Nord: una guerra mondiale finora per fortuna solo diplomatica e di dichiarazioni, ma che con i lanci continui di missili e test balistici rischia di divenire triste realtà. « Massima solidarietà al Giappone e a tutti gli stati della regione per i pericolosissimi test nucleari messi in atto dalla Corea del Nord e condanna dell’azione di Pyongyang», è il messaggio emerso dalla conferenza dei presidenti delle Camere basse del G7, iniziata questa mattina a Montecitorio. Laura Boldrini durante la conferenza stampa che ha dato inizio agli incontri, «gli stati del G7 condividono le preoccupazioni del Giappone e accolgono la richiesta di rafforzare gli sforzi diplomatici per mettere fine a questa pericolosa escalation». Presente anche Antonio Tajani, Presidente dell’EuroParlamento, che ha rilanciato sul fronte d’emergenza in Corea del Nord: «il nostro è un messaggio forte che inviamo al mondo e che arriverà a Pyongyang. E’ un messaggio forte – ha ribadito ancora Tajani – dei rappresentanti di milioni di cittadini affinché gli esprimenti nucleari si concludano e non vengano usati come minaccia a paesi democratici come il Giappone o la Corea del Sud».



SANZIONI ONU, LE DURE RICHIESTE USA

“La terza guerra mondiale non ci sarà”: parola congiunta di Russia, Corea del Sud e Cina, con Trump che ammette che «la via militare non è la preferibile in questo momento». Si attende però le nuove mosse della Nord Corea in vista delle imminenti nuove sanzioni dell’Onu contro Pyongyang, quelle stesse che Putin sta cercando in tutti i modi di evitare per poter scongiurare nuove rappresaglie “inutili”. La Reuters ha avuto in anteprima la bozza della nuova risoluzione con le richieste specifiche degli Stati Uniti da inviare contro il regime di Kim Jong-un: «gli Usa chiedono un embargo sul petrolio, il divieto di esportazioni di tessuti e di assunzione di lavoratori nordcoreani all’estero, lo stop ai viaggi e il congelamento dei beni per Kim Jong-Un». A queste possibili nuove misure anti-Corea del Nord, il regime stesso come reagirà?

L’ASSE PUTIN-TRUMP EVITERÀ IL NUOVO MISSILE?

L’asse (nuovo) Putin-Trump riuscirà ad evitare la terza guerra mondiale? Il fatto di avere, per ora almeno, Russia e Usa dalla stessa parte della barricata potrebbe essere una piccola garanzia in più sulla potenza di fuoco che potrebbe spaventare le mire nucleari della Corea del Nord. È anche vero che però, guardando alla Storia, anche quando Usa e Russia si sono trovate insieme non è che abbiamo proprio evitato scontri mondiali (la II^ WWW ne è una triste prova, ndr); resta però il tentativo, forte, da parte degli Usa di andare incontro alla proposta di dialogo della Russia, fermo restando che da lunedì’ vi saranno nuove sanzioni da parte dell’Onu contro Pyongyang che Putin continua a definire “inutili e dannose”. Al netto di tutto, il presidente russo ha ricordato ieri come «la volontà dell’attuale amministrazione americana di alleviare la tensione è molto positiva», auspicando che il buon senso prevalga a Washington e che la crisi venga risolta «attraverso i negoziati, come nel 2005». Intanto però è pronta subito una nuova minaccia al nuovo “asse” Mosca-Washington: secondo quanto ha affermato lo stesso presidente della Sud Corea, «La Corea del Nord è pronta a lanciare un nuovo missile balistico intercontinentale: lo farà il 9 settembre». Moon Jae-in è convinto, secondo fonti dell’intelligence di Seul, che « il lancio in programma il 9 settembre potrebbe essere caratterizzato per la prima volta da un angolo ordinario», che tradotto significa che potrebbe per la prima volta avere l’intenzione reale di colpire un obiettivo e non di esercitare un test balistico. È il momento di scongiurare lo scontro e la speranza è che l’asse Putin-Trump funzioni per davvero…

LA RUSSIA “DISINNESCA” LA GUERRA?

Ormai Vladimir Putin rappresenta tra i maggiori leader mondiali quello più “equilibrato”, almeno nella questione pre-guerra mondiale in Corea del Nord: per interessi ovviamente economici personali e per l’interesse anche più globale di non inserirsi in un conflitto nucleare (questione “abbastanza” seria, diciamo eufemisticamente) il leader russo spinge per scongiurare lo scontro e oggi si è detto del tutto convinto che la guerra non scoppierà. Almeno non sul Pacifico: «Sono certo che non si arriverà a un conflitto su larga scala soprattutto con le armi di distruzione di massa. Le parti in conflitto avranno abbastanza buon senso e consapevolezza delle loro responsabilità verso i popoli delle regioni, e saremo in grado di risolvere la questione con i mezzi diplomatici», ha affermato Putin durante una sessione plenaria dell’Eastern Economic Forum di Vladivostok. Cina, Usa e Onu, chi e come seguiranno Putin?