I particolari sul “metodo Bellomo” sono inquietanti, e lui stesso li aveva in parte rivelati nella rivista giuridica tematica “Diritto e Scienza”, mostrando anche grande arroganza e sprezzo di quelle che potevano essere le possibili immagini. I suoi corsi privati venivano presentati, ed effettivamente le cose corrispondevano a verità, come quelli che grazie ad un “algoritmo” non meglio specificavano azzeccavano il maggior numero di tracce negli esami professionali. Viene però preso in esame il caso di una studentessa costretta a intrattenere una relazione con Bellomo e soprattutto a lasciare “il fidanzato sfigato”, come lo stesso magistrato lo definiva. Una zavorra, secondo Bellomo, per una ragazza giovane, bellissima (tra le prime 30 a miss Italia) e avviata verso una brillante carriera giuridica. Che doveva però affidarsi, come Bellomo stesso si definiva, ad un “agente superiore” in grado di guidarla e definirne il destino. E quando la ragazza si è ribellata, ammettendo contatti con un altro ragazzo su Facebook, per aver rinunciato al “metodo Bellomo” è andata incontro all’ira del magistrato, che ne ha reso pubblica la storia sulla rivista. (agg. di Fabio Belli)
LA REAZIONE DELL’EX ALLIEVA
Dopo giorni di discussione sulla posizione di Francesco Bellomo è giunta in giornata la decisione del Consiglio di Stato di destituire il consigliere e magistrato. Una decisione giunta dopo appena due ore di riunione in attesa che la parola passasse all’organo di autogoverno della magistratura ordinaria la cui convocazione è già stata programmata al prossimo venerdì durante la quale sarà dato il via libera alla rimozione di Bellomo. A parlare dopo gli ultimi avvenimenti del giorno al quotidiano Corriere.it è stata anche Rosa Calvi, una delle allieve del corso tenuto dal consigliere Bellomo anche se poi decise di lasciare la scuola pur di non sottostare alle condizioni che aveva imposto: “Sono sempre stata super fiduciosa, ma ultimamente in troppi ripeteva il proverbio popolare ‘Cane non mangia cane'”, sono state le sue prime parole. “Ora aspetto la decisione finale, ma credo che questo dell’adunanza generale sia un bel segnale. La magistratura ne esce più pulita”, ha aggiunto soddisfatta. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IL COMMENTO DEL MAGISTRATO
Francesco Bellomo destituito: è giunta la decisione del Consiglio di Stato di destituire il consigliere e magistrato dal suo incarico in seguito alla vicenda legata a svariate accuse di pressioni e molestie su alcune borsiste. Intervistato dal Corriere della Sera, il magistrato ha commentato: “Sono tenuto al silenzio e fino a che non sarà finita non posso difendermi. Sono state scritte cose false. Il magistrato si giudica per quello che fa. Che vuol dire? La giustizia è criticatissima e invece vi trovate davanti uno che per 25 anni l’ha svolta in maniera praticamente perfetta. Una volta che io esco dalle aule di giustizia torno una persona libera di esprimere le mie idee. Giudicatemi come uomo”. E attacca: “l regolamento con vestiti succinti e obbligo di omertà? Ma quale omertà? Voi non ce l’avete il contratto. È tutto trasparente. Esistono delle clausole di riservatezza nel contratto che viene sottoscritto con la società che organizza i corsi. Come negli Stati Uniti”. (Agg. Massimo Balsamo)
FRANCESCO BELLOMO DESTITUITO
Alla fine il Consiglio di Stato ha deciso di destituire il consigliere e magistrato Francesco Bellomo: dalle “minigonne” alle molestie fino alla destituzione, il viaggio è stato molto breve. Il clamoroso caso scoppiato a fine anno sulla scuola per aspiranti magistrati gestita da Bellomo (qui tutte le informazioni del caso, ndr) vede oggi un’importante svolta: l’adunanza generale del Consiglio di Stato ha dato parere favorevole, praticamente all’unanimità, per la destituzione di Francesco Bellomo dal suo incarico. La riunione è durata poco più di due ore ed è stata comminata la sanzione più grave di quelle possibili e previste: infatti il consigliere era sotto procedimento disciplinare per la vicenda legata a svariate accuse di pressioni e molestie su alcune borsiste e la destituzione dal suo ruolo era a livello di immagine e di contenuto la peggiore possibile per Bellomo, accusato di imporre le “minigonne” nei suoi corsi.
BRUZZONE, “IL MINIMO CHE POTEVA ACCADERGLI”
In termini giudiziari, lavorano su questo caso sia la Procura di Bari che quella di Piacenza, ma intanto la decisione del Consiglio di Stato ha preso posizione forte dal punto di vista disciplinare e in qualche modo potrà avere un peso “simbolico” anche nelle inchieste tutt’ora in corso dopo le accuse gravi partite da alcune borsiste e allieve della sua scuola. La decisione della riunione al Consiglio di Stato, va detto, non è vincolante e passerà dopo oggi al Consiglio di Presidenza della Giustizia Amministrativa, un organo di autogoverno delle toghe (Cpga) che venerdì 12 gennaio si dovrà esprimere in definitiva sulla posizione di Bellomo. Intanto, tra i primissimi commenti giunge quello della nota criminologa e psicologa Roberta Bruzzone, che dopo la decisione del Consiglio di Stato scrive su Facebook «notizie come questa sono una boccata d’ossigeno…e mi sembra decisamente il minimo che possa accadere a chi infanga la toga (o la divisa) che indossa…».