E’ stata condannata a pagare un risarcimento danni pari a 80 mila euro per aver realizzato e pubblicato online un video hard all’insaputa dei protagonisti. Si è conclusa così la controversa vicenda iniziata nel 2006 e che vedeva coinvolta una ragazzina appena 16enne e la sua amica del cuore coetanea. Nonostante l’affetto che le legava, la seconda decise di filmare l’altra mentre aveva un rapporto sessuale con il fidanzatino di allora, nella cabina di uno stabilimento balneare di Molfetta, nel barese e, ancora peggio, di pubblicare quel video online. Ora, solo dopo oltre dieci anni da quella vicenda gravissima e che incise molto sulla vita dell’amica 16enne protagonista del filmato a luci rosse, è arrivata la sentenza di primo grado emessa dal giudice unico del Tribunale di Trani che ha accolto l’istanza di risarcimento presentata dai difensori della parte lesa, gli avvocati Bepi Maralfa e Lele D’Amato. A riportare oggi la notizia è La Gazzetta del Mezzogiorno nell’edizione online, spiegando come ulteriori 20 mila euro dovranno essere versati dai genitori della ragazza condannata in favore di quelli della vittima. I danni per l’allora 16enne finita a sua insaputa in rete con un video che la vedeva insieme al fidanzatino, sono stati enormi, come ribadito anche dall’avvocato Maralfa che ha tuttavia sottolineato l’enorme sorpresa per l’assoluta assenza, in tutti questi anni, di resipiscenza da parte della giovane imputata e dei suoi genitori rispetto alla dolorosa vicenda.



VIDEO HARD DELL’AMICA ONLINE: L’INCHIESTA INIZIATA NEL 2006

Come spesso accade in casi di tale portata, il video hard finito in rete non potrà mai essere bloccato, dunque sarà destinato a restare per sempre online. E’ sempre l’avvocato Maralfa a spiegare come la gravità dell’intera vicenda sia rappresentata proprio dal fatto che il video realizzato all’insaputa dei due giovani protagonisti fu poi diffuso con un programma “peer to peer”, quindi privo di client e server fissi, “sicché, una volta acquisito il file, ogni nodo ne diventava a sua volta distributore. Di qui l’impossibilità di bloccare la diffusione del file per giungere al suo sequestro”, ha aggiunto il legale. Solo oggi, dunque, si è giunti alla sentenza al termine del processo di primo grado che però non ha previsto alcun risarcimento da parte degli altri ragazzi rimasti coinvolti nell’intricata vicenda. L’inchiesta che ha portato poi al processo a carico dell’amica della vittima, prese il via nel novembre del 2006, quando i Carabinieri di Molfetta vennero a conoscenza dell’esistenza di video hard registrati in città e con protagonisti minori, individuandone i protagonisti. L’autrice di quel filmato finito online fu poi individuata attraverso un braccialetto in cotone con un ciondolo di Winnie the Pooh legato al posto della persona che realizzata il video con il cellulare e dal fotogramma di un pareo azzurro e nero. Oltre a lei rimasero coinvolti anche altri quattro ragazzi, tutti della “Molfetta bene”, indagati anche se alcuni non arrivarono mai a processo. Solo due di loro furono rinviati a giudizio ma poi assolti rispettivamente in primo grado e in appello.

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