Dopo che in un primo momento i giudici si erano pronunciati contrari al processo per manifesta incapacità mentale, il caso di Juanita Gomez, una donna americana, è stato ribaltato. Nuove perizie avrebbero dimostrato che la donna è perfettamente in grado di affrontare il processo e che ha finto quando durante le udienze si comportava come se non fosse in grado di comprendere. Questa quanto meno la decisione dei giudici di Oklahoma City dove in questi giorni comincia il processo per un atto orribile e apparentemente impensabile, ma che invece è accaduto davvero. La donna nell’agosto del 2016 venne arrestata per l’omicidio della figlia 33enne, Geneva, il cui corpo ormai senza vita era stato trovato sul pavimento dell’abitazione della madre. Picchiata violentemente e brutalmente riducendola quasi irriconoscibile, la madre le aveva fatto ingoiare un crocifisso e un medaglione sacro per poi disporre il corpo senza vita sul pavimento a forma di crocifisso, dopo di che si era messa a lavare la casa dal sangue considerato “maledetto” della figlia.
A scoprire il tutto fu il fidanzato della figlia, accorso a casa della Gomez in cerca della ragazza. Ai giudici ha detto che il viso della fidanzata era irriconoscibile per la violenza con cui era stata colpita. A quel punto Juanita Gomez cercò di uccidere anche lui afferrandolo per il colpo, a riuscì a sfuggire alla presa. Francisco Merlos corse invece subito dalla polizia a denunciare l’accaduto.Arrestata, la donna confessò alla polizia di aver compiuto il crimine perché convinta che la figlia fosse posseduta da un demonio e di averla sentita parlare lingue sconosciute con una voce luciferina. A questo punto ci si aspetta che il processo finisca in pochi giorni: l’accusa è omicidio di primo grado e lei stessa ha confessato.