Non è bastata la smentita di Donald Trump a fermare l’ondata di indignazione nel mondo dopo i commenti choc del presidente americano su alcuni Paesi da cui partono gli immigrati. L’Unione Africana, organizzazione internazionale che comprende tutti gli Stati africani, ha diffuso ieri sera una dichiarazione nella quale chiede a Trump di scusarsi dopo aver definito «shithole countries» (“Paesi di m…”) alcuni Paesi da dove provengono gli immigrati. «L’Unione Africana desidera esprimere la sua irritazione, delusione e indignazione per lo spiacevole commento fatto da Donald Trump, presidente degli Stati Uniti, che sottolinea il disonore per il famoso credo americano e il rispetto per la diversità e la dignità umana», si legge nel comunicato. Il gruppo, che ha condannato fermamente il linguaggio di Trump, ha chiesto al presidente Usa di ritrattare le sue frasi e di scusarsi «non solo con gli africani, ma con tutte le persone di discendenza africana nel mondo». (agg. di Silvana Palazzo)



I TIMORI DEI REPUBBLICANI

Se l’isolamento sul piano internazionale rientrasse in un piano ben studiato, Donald Trump sarebbe a buon punto. Le sue dichiarazioni sugli immigrati africani, El Salvador e Haiti hanno fatto infuriare il mondo interno e alimentato i sospetti sulle sue posizioni razziste e xenofobe. Si è sollevata in queste ore un’onda di indignazione che non ha precedenti. La stessa provata dai membri del Congresso, repubblicani e democratici, che erano presenti nello Studio Ovale quando il presidente degli Stati Uniti è sbottato sulla questione immigrati, pronunciando la frase choc. Trump ha smentito, ma dai suoi più stretti collaboratori non sono trapelati né commenti né smentite, segno – secondo qualcuno – che il nervosismo sia sempre più dilagante all’interno della cerchia stretta del tycoon, nella quale – come riportato dall’Ansa – nessuno sembra capace di arginare le intemperanze del presidente Usa. Gli ambasciatori dei Paesi africani si sono riuniti d’urgenza all’Onu, mentre dal segretario generale Antonio Guterres è arrivato un invito al rispetto dei diritti e della dignità degli immigrati. La sparata del tycoon sta però agitando l’establishment repubblicano, preoccupato in vista delle elezioni di metà mandato, quando verrà rinnovata gran parte del Congresso. Inoltre, quanto accaduto potrebbe complicare gli sforzi per la realizzazione di una riforma sull’immigrazione che sembrava ad un passo. (agg. di Silvana Palazzo)



IL SENATORE DURBIN CONFERMA

Divampano le polemiche per le parole oltraggiose che Donald Trump ha rivolto agli immigrati di Haiti, El Salvador e di alcuni Paesi africani. Dopo la smentita del presidente degli Stati Uniti, è arrivata la replica del senatore democratico Dick Durbin, che era presente all’incontro. Intervenuto ai microfoni dell’emittente Msnbc, Durbin ha confermato che il presidente «ha usato questi commenti vili e volgari, chiamando le nazioni da cui provengono “Paesi di merda”». Si tratta dunque delle «esatte parole usate dal presidente, non una sola volta ma ripetutamente». Intanto sono scattate le prime dimissioni. L’ambasciatore americano a Panama si è dimesso oggi, venerdì 12 gennaio 2018, spiegando che non intende più lavorare per l’amministrazione Trump. I media americani hanno spiegato che le sue dimissioni siano legate proprio ai commenti del presidente Usa sugli immigrati. (agg. di Silvana Palazzo)



TRUMP NEGA, ONU ATTACCA: “RAZZISTA!”

Hanno suscitato indignazione generale le presunte dichiarazioni di Donald Trump contro i migranti provenienti da Haiti, El Salvador e alcuni Paesi africani, tra cui la Nigeria. «Se confermate, si tratta di parole vergognose e scioccanti», il commento del portavoce dell’ufficio Onu per i diritti umani Rupert Colville. «Scioccanti, vergognose e razziste», sono state definite invece dall’Alto commissariato dell’Onu per i diritti umani. Il presidente degli Stati Uniti d’America ha però negato quanto scritto da Washington Post e New York Times. «Il linguaggio usato da me nell’incontro sul Daca è stato rude ma non ho usato quelle parole», ha scritto su Twitter. «Ciò che è stato veramente rude è la bizzarra proposta che mi è stata fatta». Trump ha dunque provato a correggere parzialmente il tiro delle sue affermazioni e in una serie di tweet ha bocciato l’accordo bipartisan sul Daca, “Deferred Action for Childhood Arrivals”, che gli è stato proposto ieri, definendolo un «grosso passo indietro». La bomba però è deflagrata e i democratici sono passati all’attacco. Il senatore dell’Illinois Kwane Raoul, i cui genitori sono immigrati da Haiti negli anni Cinquanta, ha dichiarato: «Parole inappropriate, ignoranti. Non credo ci siano modi per scusarlo. Mi vergogno ad avere un presidente simile». (agg. di Silvana Palazzo)

I PRECEDENTI

Donald Trump contro i migranti, nuovo scandalo per il presidente degli Stati Uniti d’America. In riunione con alcuni deputati del Congresso nello Studio Ovale, il tycoon ha battezzato Haiti, El Salvador e alcuni paesi dell’Africa come “paesi di merda” nell’ambito di un discorso che riguardava il problema immigrazione e il relativo status di protezione. Non è la prima volta che Donald Trump si rende protagonista di uscite quanto meno discutibili dal punto di vista dell’immigrazione. Nel giugno del 2017 il presidente USA ha detto che i 15 mila haitiani arrivati negli Stati Uniti nel 2017 hanno tutti l’AIDS. Ma non solo: sempre nel 2017, Trump ha detto che i 40 mila nigeriani arrivati negli States “non torneranno più nelle loro capanne”. I media americani si stanno scagliando contro il tycoon per quest’ennesima dichiarazione, riportando sui propri mezzi le dichiarazioni per filo e per segno. (Agg. Massimo Balsamo)

TRUMP CONTRO I MIGRANTI

Donald Trump, scandalo immigrati. Dagli Stati Uniti arrivano aggiornamenti shock sulle azioni del presidente, che in un incontro nello Studio Ovale avrebbe utilizzato parole dure contro i profughi. Come riporta la stampa USA, parlando della possibilità di togliere lo status di protezione a migliaia di immigrati da Haiti, El Salvador e da alcuni paesi dell’Africa, il tycoon ha commentato: “Perché gli Stati Uniti dovrebbero avere tutta questa gente che arriva da questo cesso di Paesi (shithole countries)?”. Il Washington Post rivela inoltre che Trump avrebbe detto che gli Stati Uniti dovrebbero attirare più immigrati da paesi come la Norvegia. I membri del Congresso presenti nello Studio Ovale sono rimasti raggelati dalle parole di Trump: ad esempio, sottolinea la stampa USA, Lindsay Graham e Richard Durbin, rispettivamente senatore repubblicano e democratico, avevano proposto di tagliare il 50 per cento della lotteria per i visti di ingresso negli Stati Uniti, tutelando gli immigrati già presenti con lo status di protezione.

CASA BIANCA, NESSUNA SMENTITA

Come riporta Repubblica, dalla Casa Bianca non sono arrivate smentite sulle dure parole di Donald Trump sugli immigrati. Raj Shah, vice portavoce, ha brevemente commentato: “Alcuni politici a Washington scelgono di combattere per paesi stranieri, ma il presidente combatterà sempre per gli americani”. Continua il diplomatico americano: “Come altri paesi che hanno un sistema dell’immigrazione basato sul merito, il presidente si batte per una soluzione permanente che rafforzi il paese dando il benvenuto a coloro che possono contribuire alla nostra società e far crescere la nostra economia”. Parole che hanno acceso, ovviamente, la polemica mediatica. I principali giornali statunitensi hanno riportato per intero, a differenza del passato, le dichiarazioni di Donad Trump, riportando senza omissioni o asterischi la parola “shithole”, molto forte. Nuova bufera sul tycoon: tra la Corea del Nord e gli immigrati, periodo di alta tensione…