«Potrebbe essere rivestito con sottili lamine di ferro meteoritico, cioè di ferro ad alta percentuale di nichel proveniente da meteoriti ferrose». Di cosa stiamo parlando? Di un oggetto eccezionale e misterioso. Considerato ovviamente una materia degna degli dei per la rarità e per la provenienza dai cieli, poteva essere degno solo dei faraoni, tanto che, come si legge nei Testi delle Piramidi, una volta morto e imbalsamato, il corpo del faraone per raggiungere le stelle del nord, doveva passare per le porte del cielo e sedersi su un trono di ferro. Che non sono mai stati ritrovati. La recente scoperta nella piramide di Cheope di una stanza ampia e vuota scoperta grazie a speciali sistemi di studio non invasivi da parte di un team di ricercatori guidato da Mehdi Tayoubi (Hip Institute, Parigi) e Kunihiro Morishima (Università di Nagoya, Giappone) riapre per alcuni la misteriosa narrazione: che il torno di ferro sia proprio in quella stanza? Per il matematico e archeoastronomo Giulio Magli del Politecnico di Milano potrebbe essere così. La grande camera segreta, una enorme cavità in realtà, si troverebbe dietro la stanza funeraria del faraone ed è stata individuata grazie alla misurazione di particelle elementari generate nei raggi cosmici.
La piramide come anche le altre è ricca di camere segrete e corridoi stretti che puntano verso le stelle. In quella di Cheope i corridoi sono quattro, ne resta da esplorare solo uno che secondo lo studioso è quello che conduce al trono di ferro. «La piramide di Cheope è stata costruita intorno al 2550 avanti Cristo ed è uno dei monumenti più grandi e complessi della storia dell’architettura: le sue camere interne sono accessibili attraverso stretti condotti, uno dei quali, prima di arrivare alla camera funeraria, si allarga e si alza formando improvvisamente la cosiddetta Grande Galleria. La stanza appena scoperta è proprio sopra questa galleria, ma non ha una funzione pratica di scarico del peso che grava sopra la Grande Galleria, perché il suo tetto era già stato costruito con una tecnica a spiovente proprio per questo motivo» sostiene Magli. Sarebbe l’ultimo grande mistero dell’epopea dell’antico Egitto ancora da decifrare, custodito in quella che è la più grande e antica delle piramidi.