Svolta nell’omicidio di Noemi Durini: il fidanzato ritratta. Dopo quattro mesi cambia versione: dichiara la sua innocenza e accusa del delitto un amico della ragazza. Ad uccidere la 16enne di Specchia sarebbe stato Fausto Nicolì, meccanico 48enne di Patù, già immischiato nella vicenda per fatti secondari. Ora però finisce al centro dell’inchiesta. Lucio lo scorso 3 gennaio ha infatti consegnato una lettera ad un agente di polizia penitenziaria nel carcere di Quartucciu dove è detenuto: la missiva è stata trasmessa alla Procura dei Minori di Lecce e allegata agli atti d’indagine. Il 18enne di Montesardo salentino ha raccontato che quella sera si trovava con Noemi a Castrignano del Capo, luogo nel quale la giovane sarebbe stata uccisa. La coppia sarebbe stata raggiunta da Fausto Nicolì, che avrebbe consegnato alla ragazza una pistola, quella con la quale avrebbe voluto uccidere i genitori di Lucio, secondo le dichiarazioni fornite dallo stesso ragazzo. A quel punto si sarebbero scaldati gli animi, sarebbe nata una discussione culminata nella coltellata inferta dal 48enne al capo della vittima. Intanto, stando a quanto raccolto da Pomeriggio 5, i genitori di Lucio avrebbero chiesto indagini più approfondite e si chiedono perché fosse sempre presente Fausto nel loro rapporto.



NOEMI DURINI, SVOLTA NELL’OMICIDIO: LUCIO RITRATTA

È stato Fausto Nicolì a uccidere Noemi Durini? A lanciare l’accusa è il fidanzato della 16enne, Lucio. Pronta la replica dell’avvocato del 48enne, il legale Luca Puce: «Non avendo ancora una cognizione completa di quella che, a tutti gli effetti, appare come l’ennesima fantasiosa esternazione da parte di L.M., allo stato, qualsivoglia dichiarazione di intenti nell’interesse dell’assistito sarebbe prematura sebbene accuse così infamanti e impiantate sul nulla lascino basiti e, verosimilmente, non potranno non essere sottoposte, in chiave punitiva, all’autorità giudiziaria». Intanto una perizia psichiatrica disposta nei confronti del 17enne ha stabilito che il ragazzo era perfettamente capace di intendere e di volere. Il contenuto della lettera ribalta le prove acquisite finora dagli inquirenti, che avevano raccolto la confessione dopo l’arresto. E di quel lungo interrogatorio sono stati mandati in onda dalla trasmissione televisiva Quarto Grado venerdì scorso. In un passaggio Lucio si rivolse al pm rivelando la sua intenzione di diplomarsi, diventare elettrotecnico e di trasferirsi a Milano con i suoi genitori. 



L’INTERROGATORIO CHOC DI LUCIO

Alcuni stralci dell’interrogatorio choc di Lucio, il giovane accusato di aver ucciso la fidanzata Noemi Durini lo scorso 3 settembre, sono stati mandati in onda da Quarto Grado. «Ho saputo che Noemi Durini volevano togliere di mezzo mio padre. Non volevo ammazzare i miei genitori, così le ho detto di aspettare che compissi 18 anni, poi ce ne saremo andati via a vivere per conto nostro», ha raccontato Lucio ai pm. La notte dell’omicidio si sono incontrati e lei, con un coltello da cucina in mano, gli avrebbe detto di andare ad uccidere i genitori di lui. «Poi ci siamo fermati con la macchina nella campagna, abbiamo avuto un rapporto sessuale, ma quando siamo usciti lei ha iniziato a prendere il controllo su di me». Quando però lei avrebbe ricominciato a dirgli di andare ad uccidere i suoi genitori la situazione è degenerata: «Così ho perso la testa, l’ho presa da dietro e le ho conficcato il coltello nella nuca. Poi l’ho le ho fracassato la testa con una pietra». Nessuna piega mentre racconta dettagli scioccanti dell’omicidio. Clicca qui per il video dell’interrogatorio a Lucio.