L’adozione aperta o condivisa in America oggi è praticata dal 95% delle donne che danno il proprio figlio a un’altra coppia; negli anni 80 erano il 36%. Esiste anche in Italia e prevede che una madre che per svariate ragioni dia il figlio in adozione, possa continuare a frequentarlo. Per molti non è la migliore decisione, renderebbe le famiglie “più complicate”, ma per tanti altri è invece un modo positivo, in quanto il figlio adottato non crescerà, come succede in moltissimi casi una volta saputo che i suoi genitori non sono quelli biologici, con il senso di essere stato rifiutato dalla madre e dal padre. Hanna Mongie, una giovane donna americana, come racconta in un articolo il sito aleteia.org, è una di queste. Rimasta incinta a 18 anni, decide insieme al suo fidanzato di non abortire e dare il figlio in adozione. “Eravamo troppo giovani, senza studi universitari e senza lavoro” racconta. La ragazza deve affrontare una doppia prova: poche settimane dopo aver saputo di essere incinta, il suo ragazzo muore improvvisamente nel sonno.



La tragedia rinforza la decisione di dare all’adozione il figlio che nascerà. Quando nasce, registra un video in cui, tenendo il piccolo fra le braccia, gli spiega la decisione di darlo in adozione: “Ho fatto questo video perché tu sappia quanto ti amo” dice “volevo dirti perché ho deciso di darti ad altri genitori, l’ho fatto perché tu capisca che sei sempre stato desiderato e mai rifiutato”. Il video mostra anche il dolore di una madre che lascia andare il figlio: “Darti in adozione è la cosa più lontana che esista da un gesto senza amore”. Ma l’adozione che sceglie è quella condivisa.



Le opzioni sono diverse: la madre può limitarsi a ricevere notizie sul figlio oppure vederlo a intervalli vari. Per Hanna è la seconda scelta: “Invece di ‘darlo via’, ho adottato la sua intera famiglia nella mia, ci vogliamo tutti bene, la sua nuova mamma è la mia migliore amica” dice. “Mio figlio è il motivo per cui amo Dio e la ragione perché amo così tanto Gesù, spero di riuscire a far capire a mio figlio quanto sono grata che sia diventato parte della mia vita” conclude.

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