Difficile dare una risposta a un caso come questo. Tutti coloro che frequentano attivamente il social network Facebook, si saranno ritrovati prima o poi ad avere a che fare con la morte improvvisa di un parente o di un amico. Quando succede, qualcuno chiede a Facebook di chiudere definitivamente la pagina, altri, quasi tutti, la lasciano aperta come ricordo. Accade così in modo sgradevole e disturbante, di trovarsi davanti ad esempio ai compleanni, che il social network continua automaticamente a riproporre ogni anno: “oggi è il compleanno di XYZ fai i tuoi auguri” quando invece si tratta di una persona tristemente morta. Ben pochi di quelli che lasciano la pagina aperta la aggiornano con qualche foto o in occasione dell’anniversario della scomparsa. Restano così a vagare, queste pagine, nel vuoto dello spazio virtuale, sorta di pietro tombali non nel silenzio di un cimitero, ma nel frastuono delle risse e degli insulti online. Cristina Giordana, mamma di Luca Borgoni un giovane di Torino morto a 22 anni di età cadendo dal Cervino, aveva deciso di tenere aperta la pagina del figlio. Non solo: l’aggiornava quasi giornalmente usando il suo account, cioè i post che comparivano erano a nome del figlio scomparso.
Inquietante, qualcuno avrà pensato anche di cattivo gusto, ma non era così: “Quella pagina era la mia isola, un piccolo rifugio senza pretese” ha detto la donna. La signora non era però al corrente che Facebook offre la possibilità al possessore di una pagina di nominare un proprio “erede” virtuale che tenga aperta la pagina. In quel modo i post compariranno a suo nome, e non a quello del morto. Così improvvisamente, senza avvertire che è una pratica assai sgradevole che Facebook usa spesso, il social network le ha chiuso l’account da un giorno all’altro perché “contro le regole”. La pagina è stata trasformata in “pagina commemorativa” con l’aggiunta di un bel fiore blu (?) dove chi vuole può scrivere ma non la signora Cristina. Arriva finalmente un messaggio da FB a nome di tale Matteo senza cognome: “Mi unisco al dolore tuo e dei tuoi cari. Speriamo che le persone che amano Luca troveranno conforto nel visitare il suo profilo per ricordare lui e la sua vita”. La signora ha chiesto per favore che le fosse permesso di continuare a postare: “Quanti, sui milioni di ragazzi che hanno un profilo Facebook sanno di questa possibilità e l’hanno messa in atto?”. E chi muore come Luca improvvisamente da un momento all’altro, a 22 non pensa certo a nominare i suoi “eredi”. “Mi si è fermato il cuore. Adesso l’accesso alla sua pagina è bloccato. Quella pagina era la mia isola, era un piccolo rifugio senza pretese. Non sono mai stata ossessiva, mai sgarbata, mai inopportuna. Semplicemente scrivevo a nome di mio figlio e i suoi amici rispondevano, mettevano dei like, e a me sembrava che un po’ di lui fosse ancora lì davanti al compite” dice ancora la donna. E pensare che la signora Cristina Giordana era anche andata a discutere lei la tesi del figlio che era rimasta sul tavolo, pronta da presentare, cosa che lui non avrebbe mai più potuto fare.