Lo aveva detto prima del volo per Santiago del Cile: «il mio viaggio in Perù e Cile sarà impegnativo». Aveva ragione Papa Francesco, anche se forse non si immaginava un’accoglienza così “doppia” dalla popolazione cilena. Oceani di folla, la stragrande maggioranza della gente che lo segue e cerca in lui una parola di speranza in una comunità sempre più complessa e in difficoltà; e poi però anche gli scontri, le proteste, chi non lo voleva in Cile per protesta contro la Chiesa cilena vista da alcuni troppo “vicina” al potere dello Stato e meno vicina alla gente. Chiese assaltate, strade occupate e scontri con la polizia, anche ieri dopo la Santa Messa nell’immenso Parco della Capitale la cosiddetta “Marcia dei poveri” ha chiesto più volte al Papa di far dimettere il vescovo locale di Osorno. E poi un curioso quanto insolito gesto, piccolo se volete, ma indice di una situazione alquanto tesa: mentre infatti nella spianata di O’Higgins ieri a Santiago il Pontefice salutava e benediva la folla dalla sua Papabile, un giornale di carta è stato lanciato dalla gente nelle prime fole colpendo in testa Francesco. Uno “spiacevole gesto” che però non ha avuto alcuna conseguenza, anzi: Francesco è andato avanti come se nulla fosse e non ha perso il sorriso. E questo è di per sé già un bel segno.
NUOVE PROTESTE A SANTIAGO, CHIESE ASSALTATE
Resta però il “dubbio” sull’origine di questo lancio improvviso di un quotidiano contro la testa del Pontefice: un’esplosione di gioia con tanto di lancio euforico di quello che in quel momento era in mano a qualche presente, oppure un gesto di sdegno per la presenza di Francesco, oppure un “avvertimento” simbolico visto anche di tutti gli scontri in Cile per questo Viaggio Apostolico. Alcune minoranze se la prendono con la visita del Papa non tanto per protesta contro Francesco ma mostrare le proprie richieste contro la Chiesa cilena, considerata negli ultimi anni troppo “vicina” al potere dello Stato e meno ai bisogni della gente. Non è un caso che ieri Francesco nel salutare nella Cattedrale di Santiago tutti i religiosi e i sacerdoti del Cile, ha sottolineato: «Vi invito a passare dall’essere una Chiesa di abbattuti desolati a una Chiesa servitrice di tanti abbattuti che vivono accanto a noi. Non si identifica con l’assistenzialismo o il paternalismo, ma con la conversione del cuore. Il problema non sta nel dar da mangiare al povero, vestire il denudato, assistere l’infermo, ma nel considerare che il povero, il denudato, il malato, il carcerato, il senzatetto hanno la dignità di sedersi alle nostre tavole, di sentirsi ‘a casa tra noi, di sentirsi in famiglia». Come dire, il problema non è sentirsi “superiori” ma farci carico dei problemi degli ultimi perché quegli stessi “ultimi” rappresentano il volto di Cristo che chiede continuamente all’uomo la personale e libera adesione al Suo progetto di bene. Gli scontri ancora ieri fuori dalla Santa Messa dicono che nella società qualcosa non va e che se anche le proteste violente non portano a nulla e fanno solo del male, bisogna cominciare a prendere sul serio i problemi della gente: con la stessa fedeltà e umiltà che Francesco dimostra in questi giorni con discorsi e gesti di semplice, quanto stretto, legame con il Magistero di Cristo che lui rappresenta.
#Papa | UNA AVENIDA CON EL TRÁNSITO SUSPENDIDO por la visita del Pontífice, manifestantes en su legítimo derecho de protestar pacíficamente fueron mojados y arrestados por el sólo hecho de portar una consigna: “EN CHILE SE TORTURA”. pic.twitter.com/QoMRpz2vPl
— PIENSA.PRENSA (@PiensaPrensa) 16 gennaio 2018