Secondo le prime testimonianze raccolte sulla storia del professore arrestato per abusi su una studentessa quindicenne presso il liceo Massimo a Roma, nessuno si poteva aspettare uno sviluppo del genere. La carriera dell’insegnante, Massimo De Angelis, era avviata nella maniera più tranquilla possibile e soprattutto le testimonianze dei genitori degli studenti che avevano lavorato con lui lo ritraggono come un professore modello. Un insegnante irreprensibile che arrivato all’età di 52 anni non aveva mai dato dimostrazione di avere grilli per la testa e si era comportato sempre con la massima serietà. Genitori che si definiscono “increduli” e al tempo stesso “sconvolti” per il fatto che il professore possa aver intrapreso deliberatamente una storia sessuale con una studentessa minorenne, considerando che l’insegnante era di ruolo alle scuole medie ed aveva solitamente rapporti professionali con studentesse dai 12 ai 14 anni. (agg. di Fabio Belli) 



IL PROF AMMETTE LE COLPE

Ha ammesso le sue colpe ed ha chiesto scusa, ma si è anche difeso asserendo di essersi innamorato della 15enne la quale a sua volta era consenziente. Massimo De Angelis, il professore di lettere in carcere con l’accusa di abusi a carico della giovane studentessa ha affrontato così l’interrogatorio di garanzia prima di fare ritorno nella sua cella a Regina Coeli. Qui però, l’uomo vivrebbe nel puro terrore per paura di venir preso di mira per ciò che ha commesso. Lo ha riferito all’agenzia di stampa Ansa il suo avvocato difensore, Fabio Lattanzi, spiegando che il docente avrebbe già subito “larvate minacce”, temendo per la sua incolumità. De Angelis sarebbe già stato raggiunto dalla “severa legge del carcere” che non ammette scusanti per chi abusa di un minore sessualmente. Secondo quanto spiegato dal suo difensore, l’uomo avrebbe reso “una confessione a 360 gradi”. Quando alla presenza del suo avvocato il giudice gli ha fatto vedere la foto dell’aula del liceo classico Massimo dove sarebbero avvenuti gli abusi, De Angelis avrebbe confermato: “Sì, è quella”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



LA DIFESA DEL PROFESSORE ARRESTATO

Si è scusato, vorrebbe tornare indietro e solo si ora si è “accorto” di quanto fatto: prova a spiegarsi davanti al gip di Roma Massimo De Angelis, il professore di lettere arrestato per un grave abuso (continuato per due mesi) sulla sua studentessa di 15 anni al Liceo “Massimo”, uno dei più prestigiosi della Capitale. «È tutto vero quello che è successo, ma io ero innamorato di lei», avrebbe detto l’insegnante a Regina Coeli davanti al magistrato durante l’interrogatorio di garanzia. Violenza sessuale e circonvenzione su minorenne: le accuse sono gravissime e De Angelis non intende nascondere quanto successo, anche se davanti ai giudici ha provato a raccontare che per lui quel rapporto è inspiegabilmente stato di innamoramento. «Una cosa del genere non mi era mai successa in 25 anni di insegnamento. E’ stato un rapporto consenziente»; in un altro passaggio dell’interrogatorio riportato dal Corriere della Sera, il professore ha spiegato che per lui quel rapporto era davvero una relazione importante e la considerava amorosa e sentimentale. «Ci sentivamo tutti i giorni. Solo adesso mi rendo conto. Chiedo scusa ai genitori, agli alunni e a tutte le persone della scuola».



L’ESPERTA: “SUI SOCIAL EDUCAZIONE STRAVOLTA”

De Angelis vorrebbe tornare indietro, vorrebbe che tutto quello non fosse mai successo: ma di fatto è accaduto e ora non può che dire alla famiglia della ragazzina, «ho tradito me stesso e la loro fiducia». Un caso davvero ignobile e assurdo in uno degli istituti scolastici più rinomati della Capitale: quest’oggi anche il ministro Valeria Fedeli ha commentato il gravissimo atto di violenza, spiegando che un fatto del genere merita il licenziamento in tronco del professore, oltre al processo per il reato penale. «Un docente che ha molestato una studentessa non può rimanere al proprio posto», spiega la responsabile del Miur in una lunga intervista al Corriere della Sera. Sul Quotidiano Nazionale invece è stata intervistata Maura Manca, esperta psicologa già più volte vista intervenire in casi di cronaca nelle trasmissioni della Rai: parla del ruolo educativo dei docenti e del fatto che non dovrebbero minimamente fare entrare dentro la loro vita privata con chat e social. «I confini li debbono mettere gli adulti che non devono abusare di un ruolo! Sui Social i ruoli educativi vengono stravolti, bisogna fare molta attenzione!», scrive la psicologa.