Ad un anno dalla tragedia dell’hotel Rigopiano interviene Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, con una nota per i parenti delle vittime e i sopravvissuti alla tragedia. Il capo dello Stato l’ha definita una «profonda ferita per la comunità coinvolta e per il Paese intero». Poi ha rivolto «un commosso pensiero alle vittime» e rinnovato la sua «solidale vicinanza ai loro familiari e ai superstiti». Nel cuore e nella memoria di tutti per Mattarella ci sono «le angosciose immagini diffuse in quei giorni durante le operazioni di salvataggio, scandite dal repentino susseguirsi, con il passare del tempo, di sentimenti ora di speranza e ora di sconforto», ma anche «la straordinaria generosità dei soccorritori, impegnati in attività di particolare complessità e in condizioni di estremo pericolo, a testimonianza dell’autentica solidarietà corale che il popolo italiano riesce a offrire nelle prove più drammatiche». (agg. di Silvana Palazzo)



SINDACO PENNE, “STATO NON HA AIUTATO”

Un anno dopo la tragedia di Farindola, dove una valanga travolse e distrusse l’hotel Rigopiano provocando la morte di 29 persone, l’Abruzzo ospita oggi una giornata di commemorazione. Le iniziative sono state promosse dal Comitato Vittime di Rigopiano, di cui fanno parte superstiti e familiari degli scomparsi, in collaborazione con la Pro Loco di Penne e il patrocinio del Comune di Penne. La cerimonia di deposizione di una corona davanti all’ingresso di quello che resta del resort si è aperta alle 9.48 con il rumore del silenzio. Non mancano però le polemiche in questa giornata di ricordo. Mario Semproni, sindaco di Penne, ai microfoni di Radio Uno ha accusato lo Stato di disattenzione. «Mi aspettavo più attenzione e più rispetto dalle istituzioni sovracomunali. Lo stesso presidente del Consiglio dei Ministri, Paolo Gentiloni, aveva promesso maggiore attenzione per la comunità pennese. Nulla però è stato fatto, aspettiamo ancora una sua visita». Inoltre, le strutture del campo base allestito per i soccorsi sono rimasti esattamente come un anno fa, «perché lo Stato non ci ha aiutato e noi non abbiamo i soldi per ripristinare le infrastrutture». (agg. di Silvana Palazzo)



RIGOPIANO, UN ANNO FA LA VALANGA CHE TRAVOLSE L’HOTEL

E’ passato esattamente un anno dalla tragedia di Rigopiano. Il 18 gennaio del 2017, in una giornata in cui il centro Italia è stato di nuovo scosso dal terremoto che non risparmiava i suoi colpi dall’agosto precedente, una valanga ha spazzato via l’albergo di Farindola, con circa 40 persone all’interno. 28 sono ospiti e clienti dell’hotel, 12 dipendenti. Complessivamente, solo in 11 si salveranno. L’hotel Rigopiano era un resort di lusso sul versante del Gran Sasso che dava verso il mare, la provincia di Pescara: 1200 metri d’altezza, una location che si scoprirà micidiale per la sua posizione, con la valanga staccatasi dal Monte Siella a pochi minuti dalle ore 17 che non lascerà praticamente nulla della struttura. Una tragedia evitabile, lo si è detto a lungo considerando che, terrorizzati dalla neve abbondante e dalle scosse di terremoto, gli ospiti stavano provando da ore a lasciare la struttura, ma la strada era impraticabile a causa della neve e della mancanza degli spazzaneve.



LA TELEFONATA IGNORATA

Spazzaneve che in quel maledetto 18 gennaio doveva arrivare per le ore 15, ma il suo invio venne posticipato dalle 19. Troppo tardi, quando si staccano dal Monte le 120.000 tonnellate di neve, ghiaccio e detriti che si abbattono a una velocità che sfiora i 100 chilometri orari sull’hotel Rigopiano. In pochissimi si salvano, tra i quali Giampiero Parete, che con la sua famiglia all’interno dell’albergo, era uscito per prendere qualcosa in macchina. Chiama Quintino Marcella, il suo datore di lavoro, che a sua volta lancia per primo l’allarme alla Prefettura di Pescara. Allarme che viene drammaticamente ignorato, la telefonata viene considerata un falso allarme poiché poco tempo prima della valanga, ci si era accertati delle condizioni della struttura. Un lassismo che causerà un ritardo fatale nel rallentare i soccorsi, che partono comunque alle 19 in condizioni difficilissime, con le strade bloccate dalla neve e l’accesso all’hotel impossibile. I soccorritori dovranno percorrere gli ultimi chilometri con gli sci.

23 GLI INDAGATI

E proprio gli sciatori del soccorso alpino e della Guardia di Finanza troveranno Giampiero Parete e Fabio Salzetta, i due superstiti fuori dall’albergo, salvi seppur in stato di ipotermia. Dopodiché, si inizia a capire come fare a scavare, dove trovare potenziali superstiti. L’hotel Rigopiano è stato schiacciato da tonnellate di neve, alle 9.30 del 19 gennaio viene estratto il primo cadavere. Saranno poi solamente 11 i superstiti, mentre 23 saranno gli indagati, anche i tempi del processo sono ancora non definiti. Le indagini della Procura si sono principalmente concentrati sulla mancata realizzazione della Carta di localizzazione del pericolo da valanga. Ma è la gestione dell’emergenza neve a scatenare i maggiori interrogativi, considerando che dalle ultime intercettazioni è apparso chiaro come i soccorsi siano stati rallentati per non perdere le competenze da parte della Provincia: tentennamenti fatali, e a un anno di distanza Rigopiano piange ancora le sue vittime.