Le parole del gip nei documenti rilasciati sull’arresto dei tre “amici” della 23enne violentata rivelano un altro aspetto inquietante: nelle intercettazioni tra Marco Coazzotti (l’amico più stretto della ragazza), Mario Caputo (proprietario della casa) e Guido Guarnieri, accusati ora di violenza sessuale, «si osserva una gioia degli indagati evidente». Il gip spiega così dopo aver mostrato le immagini interne del locale Next di Milano, appena un attimo dopo che l’amico Marco aveva messo la droga dello stupro nel bicchiere. Una quantità altissima che stordisce definitivamente la ragazza, combinata all’alcol nella quale è stata sciolta: ancora il giudice nel confermare la custodia in carcere, scrive «Sussiste il pericolo di reiterazione in quanto la particolare astuzia con cui Caputo e i suoi complici hanno preordinato e perpetrato il reato depone nel senso di una elevata pericolosità sociale». Laconico il commento della procuratore aggiunto Letizia Mannella: «Donne usate come selvaggina, e come donna dimenticherò difficilmente questa vicenda».
CNR, “ECCO COME FUNZIONA L’ECSTASY LIQUIDA”
Mentre emergono nuove inquietanti novità sul caso della ragazza violentata brianzola – in particolare con i verbali pubblicati dei tre arrestati che fanno commenti irripetibili contro la loro denunziante e si tradiscono più volte – il portale di Vanity Fair ha contattato in esclusiva l’Istituto di Fisiologia clinica del Cnr della sezione epidemiologia e ricerca sui servizi sanitari. Ha riposto Sabrina Molinaro che in particolare ha collaborato da vicino allo studio Espad sull’uso degli stupefacenti tra gli studenti: «Quella che viene di solito chiamata la “droga dello stupro” è la GHB, conosciuta anche come “ecstasy liquida”». Alla rivista, la ricercatrice spiega come tale droga si presenta come un liquido denso, senza colore né sapore: una specie di sciroppo, contenuto in bottigliette di plastica. «Ma anche come polvere bianca, da sciogliere in un liquido, o come pastiglia. Si usa come anestetico chirurgico, ma anche per lenire i dolori del parto. E per curare la dipendenza dall’alcol: il nome commerciale, in Italia, è Alcover. Un farmaco che viene somministrato agli alcolisti perché riduce il craving, il bisogno di continuare a bere»», conclude il Cnr. Gli effetti, a parte il caso della ragazza 23enne, sono purtroppo sempre più frequenti anche in altre cronache nere nel nostro Paese: «potere sedativo e ipnotico e causa amnesie. Fra le precauzioni da osservare, c’è proprio quella di non assumerla con l’alcol, perché i suoi effetti si elevano alla potenza e si può arrivare alla perdita completa dei sensi (e addirittura alla morte per arresto respiratorio)».
LA VITTIMA DI MILANO: “MA PERCHÈ L’HANNO FATTO?
Il caso della 23enne brianzola narcotizzata e stuprata dopo una serata con tre amici in un locale di Milano fa ancora discutere: la grave emergenza “droga dello stupro” torna dunque a riaffacciarsi nelle cronache nostrane, con il rischio però di fare di ogni erba un fascio e di accumunare casi che invece spesso sono molto diversi tra loro, già a partire dalle sostanze usate da malviventi sempre più “comuni” che si approfittano delle volontà praticamente svuotate dalle droghe per abusare sessualmente delle ragazze anche giovanissime. Oggi è stata intervistata dal Corriere della Sera l’ultima vittima di questa pratica orrenda e criminale (qui i passaggi principali, ndr) che ha concluso il suo personale racconto dello stupro plurimo subito – per il quale i tre “amici” sono stati arrestati nelle ultime ore – chiedendosi, «Non riesco a capacitarmi del fatto che Marco mi abbia potuto fare quello che ritengo che lui e i suoi due amici mi hanno fatto: Marco è una persona che conosco da tempo e che conosce i miei stessi amici. Perché?». Forse l’interesse non corrisposto, forse la voglia di “provare” qualcosa di nuovo o forse solo la degenerazione continua della società le quali droghe “aiutano” a rendere ancora più inquietante.
GHB E ALTRI “METODI”
Ma scendendo nello specifico del problema “droghe dello stupro” i punti in questione sono molto più complessi e ampi di quanto si possa immaginare e di quanto è stato “presentato” nel caso della 23enne della Brianza. Ad esempio, non esiste solo “una” droga dello stupro, ma ve ne sono di diverse e tutte molto pericolose: nel caso della ragazza stuprata a Milano, si trattavano di “semplici” benzodiazepine calate nel cocktail in quantità tali da far addormentare e perdere coscienza nel giro di poco tempo. Con le volontà e difese completamente abbassate, lo stupro è stata “cosa semplice” anche se la forza di quella ragazza ha fatto in modo di ricordarsi alcuni dettagli utili alla denuncia e successivi arresti. Nel mondo giovanile però non esistono solo quelle sostanze: ad esempio il Ghb, o idrossibutirato, una sostanza (incolore e inodore) che ha il potere di annullare le reazioni e procurare amnesie. In pratica con questa droga si finisce completamente nel buio più totale, senza più controllo del proprio corpo e in pratica come “ipnotizzati” davanti ai propri aguzzini. Gli esperti della Narcotici segnalano come vi siano ancora tante altre sostanze “del genere”: « Anche l’Mda e alcuni tipi di benzodiazepine possono generare gli stessi effetti. Recentemente sono stati sequestrati a Parma dalla Polizia 2,5 litri di gamma butirro-lattone (Gbl), precursore chimico del Ghb. Dalla quantità sequestrata potevano essere ricavare 5mila dose della droga dello stupro. Il Gbl quando viene mescolato in una cocktail o drink, dopo 30-45 minuti dalla sua assunzione, produce un calo dei freni inibitori, cioè addormenta letteralmente il sistema nervoso e provoca la perdita di memoria», scrive in un recente focus l’Adnkronos.