«Cari popoli dell’Amazzonia, voi siete memoria viva della missione che Dio ha affidato a tutti noi: avere cura della casa comune»: inizia così il lungo discorso che Papa Francesco ha tenuto davanti a tutte le etnie peruviane che vivono in Amazzonia nel maxi incontro di Puerto Maldonado. «La minaccia contro i vostri territori viene anche dalla perversione di certe politiche che promuovono la “conservazione” della natura senza tenere conto dell’essere umano e, in concreto, di voi fratelli amazzonici che la abitate»: è un Francesco che invita alla difesa della terra e all’apertura all’altro, alla difesa della vita in ogni sua forma contro i nuovi colonialismi che imperano in Sud America. Un discorso anche molto “politico” che presta l’abbraccio fraterno del Papa argentino verso i tanti indios presenti nei loro consueti abiti “bizzarri”. «La Chiesa si schiera dalla parte degli scartati e di coloro che soffrono. Pensa ai Popoli Indigeni in Isolamento Volontario (PIAV), i più vulnerabili tra i vulnerabili, isolati persino dalle loro stesse etnie, iniziando una storia di reclusione nei luoghi più inaccessibili della foresta per poter vivere in libertà», conclude il Santo Padre accolto dagli inni e dai balli degli indigeni locali.
#Papa in #Perù: ai popoli dell’#Amazzonia, parallelamente, esiste un’altra devastazione della vita che viene provocata con questo inquinamento ambientale causato dall’estrazione illegale. Mi riferisco alla tratta di persone: la mano d’opera schiavizzata e l’abuso sessuale pic.twitter.com/Wu8GOCblQl
— AgenSIR (@agensir) 19 gennaio 2018
Papa e gli indios (Pool Aigav) pic.twitter.com/GeWbB8wsBN
— Andrea Tornielli (@Tornielli) 19 gennaio 2018
L’ARRIVO A PUERTO MALDONADO
L’arrivo a Puerto Maldonado in Amazzonia è uno spettacolo: Papa Francesco scende dall’aereo e trova subito un folto gruppo di bambini che salutano il primo Pontefice della storia in questi territori amazzonici. Lo fanno ballando e muovendosi a ritmo su un inno di gioia per l’arrivo del testimone di Cristo: Bergoglio intenerito dal gesto, si toglie dalla “scocciatura” delle mille mani da stringere alle autorità e si dirige davanti ai bambini ballando con loro e ancheggiando a ritmo, profondamente divertito da quei piccoli peruviani felici semplicemente di vedere il Papa. Poco prima di partire per l’Amazzonia dove ora trascorrerà i prossimi incontri fino al tardo pomeriggio, il Santo Padre aveva dato l’arrivederci alla folla di Lima: «Buongiorno. Vi auguro una bella giornata di lavoro, di entusiasmo. io oggi vado a Puerto Maldonado ma torno questo pomeriggio, vi prego di accompagnarmi con le vostre preghiere. Ora salutiamo la madre e recitiamo un’Ave Maria», ha detto sempre Francesco, prima di benedire la folle e promettere loro: «ci vediamo al ritorno».
In volo verso l’Amazzonia con la scorta pic.twitter.com/zzk7U66qDH
— Andrea Tornielli (@Tornielli) 19 gennaio 2018
IL PRIMO PAPA IN AMAZZONIA
Sarà l’ennesima giornata “tosta” per Papa Francesco quella che sta per cominciare in Perù, la prima intera nel Paese sudamericano che seppur con meno scontri che in Cile, si appresta ad accogliere il Pontefice non certo con la serenità sociale e la tranquillità di un Paese “a posto”. Ieri sera l’arrivo a Lima alle ore 22.35 ora italiana, con l’accoglienza calorosa delle autorità – il presidente della Repubblica, Pablo Kuczynski, insieme alla consorte. Presenti autorità politiche e civili, mons. Nicola Girasoli nunzio apostolico nel Paese, alcuni vescovi a partire dal cardinale arcivescovo di Lima, e dal presidente della Conferenza episcopale del Perù – ma soprattutto già tanta gente che con musiche e inni accoglie il Capo della Chiesa Cattolica con la speranza nel cuore di sentirsi rilanciare in un prossimo futuro non propriamente roseo anche per il Perù.
La giornata di oggi vedrà il viaggio a Puerto Maldonado per la prima volta in assoluto di un Papa in Amazzonia: «l’incontro con i diversi popoli della regione e poi quello con la popolazione della città. Francesco visiterà un Centro dove sono ospitati 35 bambini senza famiglia. Anche il pranzo sarà in compagnia dei rappresentati dei popoli dell’Amazzonia. Di nuovo a Lima, il Papa nel tardo pomeriggio avrà l’incontro con le autorità del Perù e i rappresentanti della società civile, a seguire la visita di cortesia al presidente della Repubblica», spiega il programma dettagliato pubblicato da Avvenire.
“NON C’È GIOIA CRISTIANA SE SI CHIUDONO LE PORTE”
Papa Francesco ha salutato il Cile dopo tre giorni intensi e ricchi di gesti, incontri e grandi sorprese: dopo aver sposato una coppia in aereo in maniera del tutto improvvisata e soccorso una poliziotta caduta a cavallo, fermandosi con lei e abbracciandola – solo per citare due spunti avvenuti ieri, ecco qui il resoconto della giornata 18 gennaio 2018 – il Santo Padre in serata è arrivato a Lima per incontrare nei prossimi giorni il Perù. Un altro Paese, un’altra condizione storica ma la medesima crisi sociale e gli stessi cuori in attesa per un messaggio, una parola di speranza e la testimonianza che anche in questa “periferia” del mondo la presenza di Cristo può arrivare e salvare ogni singolo individuo. «Non c’è gioia cristiana quando si chiudono le porte; non c’è gioia cristiana quando si fa sentire agli altri che sono di troppo o che tra di noi non c’è posto per loro»: lo ha detto ieri il Papa nell’omelia della Santa Messa di commiato al popolo cileno, in quel di Iquique. Ma vale tanto ieri quanto oggi, quando infatti il Pontefice incontrerà diverse minoranze del popolo nativo peruviano, da mesi in attesa dell’arrivo del Santo Padre. Il mondo è fatto di «Di famiglie intere che, davanti alle avversità, non si danno per vinte e si fanno strada in cerca di vita. Essi – specialmente quelli che devono lasciare la loro terra perché non hanno il minimo necessario per vivere – sono icone della Santa Famiglia, che dovette attraversare deserti per poter continuare a vivere», concludeva Francesco, rilanciando a tutti la nuova sfida pronta davanti e già cominciata ieri sera con i primi incontri a Lima, la splendida capitale del Perù.
IL PROGRAMMA DI OGGI
Tramite il consueto collegamento in diretta streaming sul canale YouTube di Vatican news e le dirette di Tv2000 sul digitale terrestre, è sempre possibile seguire passo dopo passo il viaggio apostolico di Papa Francesco, oggi giunto al primo giorno intero in terra peruviana. Alle ore 8.30 di questa mattina, ora locale, ci sarà la partenza da Lima per Puerto Maldonado con arrivo alle 10.15 in Aeroporto poco prima dell’incontro previsto con i popoli dell’Ammazzonia nel Coliseo Regional Madre de Dios. A seguire, incontro con la popolazione peruviana nell’Istituto Jorge Basadre: 12.15 visita all’hagar Principito e subito dopo il pranzo con i rappresentanti dei popoli dell’Amazzonia nel Centro Pastorale Apaktone. Dopo i Mapuche dunque un altro incontro importante con una parte non certo “centrale” della società peruviana, non da tutti accettata e rispettata; alle 14.35 partenza per Lima dove poi alle 16.20 è prevista la visita alla Cappella della Base Aerea, poco prima dell’incontro con le Autorità, con la Società Civile e con il Corpo Diplomatico nel Cortile d’Onore. Chiude la fitta agenda papale la Visita di Cortesia al Presidente nel Salone degli Ambasciatori del Palacio de Gobierno, alle 17.15 e poi a seguire l’incontro privato con i membri della Compagnia di Gesù nella Chiesa di San Pedro, i suoi fratelli gesuiti.
IL CAPO DEI VESCOVI IN PERÙ: “IL PAESE È DIVISO”
“Paese diviso, ma speriamo con lui”“Unidos per la esperanza”: è il motto scelto da Papa Francesco per il duplice viaggio in Cile e in Perù e lo stesso presidente della Conferenza Episcopale Peruviana ne rimarca la centralità anche per i prossimi 3 giorni di visite in tre differenti e problematiche città peruviane. Lima, la capitale, poi Puerto Maldonado e Trujillo. Ne ha parlato con AgenSir l’Arcivescovo di Ayacucho, nonché presidente dei vescovi in Perù: «il Perù è un Paese oggi diviso, per molte cause: la sua stessa conformazione geografica, le disparità economiche, le ideologie politiche. Però, a tenere unito il Paese è Gesù, e così pure la grande devozione popolare, il culto mariano, il grande affetto per il Papa», spiega mons. Salvador José Miguel Piñeiro García-Calderón. Quella speranza rilanciata anche in questi giorni di difficile viaggio in Cile, il prelato la riconoscere “valida” e attiva anche per il popolo peruviano che tra terremoti e corruzione non vive certo un momento storico semplicissimo. «La speranza, poi, è la virtù che ci fa vivere il Vangelo ogni giorno, è una virtù operosa. Devo dire che, quando ci siamo trovati tra vescovi, questi erano i due termini che ricorrevano di più. E poi ci ha ispirato il Papa, con le sue parole, il suo magistero, il suo riferimento, quando ha annunciato il viaggio, ai grandi santi peruviani». Un Papa “non turista” sottolinea mons. Pineiro che va proprio dove c’è necessità di portare il messaggio e la testimonianza di Cristo, specie dove vige ancora oggi la sofferenza come pratica quotidiana per colpa di una corruzione praticamente smisurata. «La parola del Papa ci aiuta e ci rafforza nella lotta contro questa piaga. Quanto alla situazione politica del nostro Paese, ora il Presidente ha varato un nuovo Governo ed ha invitato al dialogo e alla riconciliazione».