Un tragico tonfo e una casualità davvero fatale: la morte del piccolo Carlos Mikhail fa ancora discutere a Mortara e non solo, nella morte più assurda di questo capodanno appena mandato in rassegna. La dinamica esatta dell’incidente è stata spiegata dai Carabinieri di Vigevano che hanno anche aggiunto l’importante dettaglio sulle indagini: la madre non risulta indagata, una “magrissima” consolazione per chi in un solo momento di distrazione ha perso un figlio di due anni che si era appollaiato sul tavolo della cucina. Già, proprio da lì è volato giù dalla finestra in una combinazione di fatalità davvero drammatica: «tradito dalla finestra con meccanismo di apertura a compasso, a 45 gradi, che non era agganciata ma inavvertitamente era stata lasciata solo accostata. E’ caduto sull’asfalto, accanto a una piccola striscia di terreno con una siepe che separa il marciapiede piastrellato dal parcheggio e che avrebbe potuto attutire leggermente l’urto», raccontano esterrefatti gli inquirenti dopo aver ricostruito l’esatta dinamica della morte di Carlos. 



“NON DOVEVA SUCCEDERE!”

È la tragedia di Capodanno, purtroppo senza alcuna possibilità di tornare indietro: quanto successo al piccolo Carlos – 2 anni, origine egiziana e residente con la famiglia a Mortara (Pavia) – l’ultimo giorno dell’anno è un qualcosa di inimmaginabile come dolore, strazio e sentimenti dei genitori che per un attimo si sono distratti e che quell’attimo lo ricorderanno per tutta la loro vita. Aveva 2 anni il piccolo Carlos, si trovava in cucina con la mamma: abitano al quinto piano di una palazzina come tante ma sfortunatamente quella sera la finestra era aperta. E il tavolo molto vicino, troppo vicino. Il bimbo, secondo quanto spiegano i carabinieri, si è arrampicato sul tavolo e si è appoggiato alle veneziane che oscuravano la finestra: il problema è che le suddette veneziane non hanno retto (erano di plastica) e il peso di Carlos le ha sfondato facendolo cadere dalla finestra di schianto. Il corpo è stato trovato in strada, morto sul colpo nonostante l’intervento prontissimo di ambulanza e carabinieri chiamati dalla famiglia sotto choc. Il piccolo con l’elisoccorso è stato trasportato all’ospedale di Vigevano dove è stato constatato il decesso: un ultimo dell’anno tragico, assurdo e completamente senza parole.



IL TONFO E LE URLA

«Ho sentito il tonfo e mi sono affacciata dalla finestra. C’era già buio, stavo cercando di capire cosa fosse successo quando ho visto la donna uscire dal portone e mettersi a gridare. Poi è arrivata l’ambulanza, ma non c’è stato nulla da fare. Se solo fosse caduto sulla siepe magari si sarebbe potuto salvare, invece è finito proprio sull’asfalto, davanti al portone del palazzo», racconta la vicina di casa che abita al secondo piano. Non è l’unica che ha parlato con i colleghi de Il Giorno sulla tragedia di Mortara, con il piccolo Carlos che purtroppo non ce l’ha fatta ed è morto praticamente subito dopo il volo pazzesco dal quinto piano del suo palazzo. «Siamo distrutti. Una tragedia così non doveva succedere», ripetono i vicini che abitavano in quel pianerottolo di via Monviso nel Pavese. In casa c’era la madre, 37 anni, con i due figlioletti, Carlos e la sorellina di circa un anno, mentre il padre, 39 anni, era al lavoro: una famiglia normale, di religione cristiano copto e che si era integrata bene nonostante rimanesse una famiglia molto riservata. Le poche volte che la madre usciva di casa, se aveva bisogno di qualcuno che la aiutasse con i bambini, poteva contare sui vicini di casa: quelli stessi oggi completamente distrutti. «Le è capitata una cosa terribile – commenta la vicina del secondo piano riferendosi alla madre di Carlos, che si è sentita male dopo il volo del figlio – una di quelle tragedie dalle quali non ci si riprende più», commenta amaramente la vicina.

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