La piccola Sofia, di soli 8 anni, non ce l’ha fatta. La bambina è morta per una patologia neurologica estremamente rara e che, al momento, la medicina tradizionale non è ancora in grado di curare. Sofia era nata sana ma poi, a soli 16 mesi le era stata diagnosticata la malattia, purtroppo mortale. I medici avevano subito detto ai genitori che non c’era nulla da fare vista la gravità della situazione e loro avevano accettato, anche se avevano anche tentato la strada delle cellule staminali. Non però quella di Vannoni, ma una diversa: non risolutiva ma solamente come tentativo per alleviare le sofferenze impresse dalla malattia. I genitori hanno cercato di alleviare le sofferenze di Sofia nel miglior modo possibile, senza però riuscirci a pieno. Guido De Barros, un architetto di 43 anni, e la moglie Caterina Ceccutti, di professione giornalista, hanno stravolto le loro vite pur di trovare una cura alla bambina. L’amore per un figlio porta questo ed altro, anche se le circostanze sono pressoché impossibili. Purtroppo per loro, i genitori di Sofia sono stati erroneamente confusi con Vannoni.



‘VANNONI UN TRUFFATORE’

Come dicevamo in precedenza, i genitori di Sofia hanno purtroppo seguito una sorta di ghettizzazione da parte della medicina tradizionale, convinta che i coniugi volessero dar credito a uno come Vannoni. Ecco cosa hanno raccontato al sito internet Corriere.it: “Vannoni era un truffatore, diceva che le cellule staminali potevano guarire queste patologie neurologiche rare. Non c’è niente di vero in questo e infatti sta pagando le conseguenze per quello che ha fatto. Io e mio marito non abbiamo mai creduto alle cellule staminali come una cura medica definitiva e risolutiva. E’ vero però che la cura delle staminali in certi ambiti può fare del bene e avere dei grandi benefici. Non risolve di certo il problema, è chiaro, però può alleviare la sofferenza e il dolore. Quella di Vannoni era una truffa, questa no. Noi siamo stati messi da parte dalla medicina tradizionale, nessuno è venuto a vedere come stava nostro figlio e c’è stata una grande confusione in merito. Il metodo Stamina era una cosa, mentre le infusioni staminali sono tutt’altra.” La battaglia dei genitori, nonostante tutto, continua.



IL LUTTO

Sofia, la bambina di otto anni, è morta di leucodistrofia metacromatica, una patologia genetica. I genitori, come spessso accade, si stanno impegnando per migliorare la vita di altre persone anche se hanno perso la propria figlia. Chi viene colto da una tragedia del genere spesse volte cerca ancora di più di aiutare gli altri per dare un senso alla propria vita e alla propria battaglia. Ed è esattamente questo che hanno fatto i genitori di Sofia, Guido De Barros e Caterina Ceccutti, creando l’associazione onlus Voa Voa! Amici di Sofia. I due coniugi hanno raccontato il loro impegno al sito internet Corriere.it: “Ci stiamo impegnando all’interno della onlus perché non vogliamo che ad altri succeda quello che è successo a noi. Desideriamo aiutare anche i genitori per finalità pratiche di cui noi non eravamo a conoscenza e che abbiamo scoperto passo dopo passo, con mille difficoltà. Ad esempio come chiedere un’indennità, una cosa fondamentale per chi ha un problema grave come questo. Ora però fateci elaborare il lutto, la perdita di Sofia è stata una tragedia e ci vorrà del tempo.”

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