Il giallo di Cornuda sembra un rebus inestricabile. La più semplice delle casistiche criminali, il compagno tradito che uccide la sua donna non accettando di essere lasciato per un altro, si inserisce nelle ultime ore all’interno di una cornice sempre più ingarbugliata. Da una parte perché quella composta da Sofiya Melnik, la 43enne ucraina scomparsa da casa il 15 novembre e dal 50enne Daniel Pascal è una coppia riservata, che manteneva all’interno di sé alcune verità. Dall’altra perché anche alle amiche con le quali era solita aprirsi, l’affascinante interprete era solita celare i dettagli più privati della propria vita. Sarà per questo, come riferisce La vita in diretta, che le sue confidenti – descrivendola più o meno tutte come una persona molto metodica, per niente propensa a prendere decisioni avventate – sono rimaste molto sorprese quando Sofiya ha raccontato di voler lasciare Daniel Pascal, l’uomo che – per suo stesso dire -meritava il suo amero per il fatto dil averla accettata per ciò che era veramente.



L’ESITO DELL’AUTOPSIA

Eppure, nelle pieghe del non detto da Sofiya, potrebbe celarsi la verità sulla sua morte. Data ormai per scontata dagli inquirenti, che attraverso una comparazione della schermografia dentaria sono riusciti a risalire all’identità del cadavere rinvenuto la vigilia di Natale da alcuni cacciatori in un burrone ai piedi del terzo tornante della strada che porta al Monte Grappa. Ci sono le presunte relazioni con un medico sessantenne, con un geologo settantenne, mentre altri parlano di un presunto imprenditore che avrebbe fatto perdere la testa alla bella e affascinante Sofiya. Fatto sta che gli unici dati certi – ma comunque interpretabili – sono quelli dell’autopsia. Dall’esame medico-legale è emerso che forse la 43enne ucraina è stata strangolata: di sicuro non è stata uccisa con armi da fuoco, o da taglio. Serviranno nuovi esami per stabilirlo, così come si dovrà procedere con nuovi riscontri per capire se le contusioni riscontrate sul corpo della Melnik siano opera della caduta della scarpata o invece della mano del killer. Forse di quello stesso Daniel Pascal che ha prima ucciso la compagna di una vita, rea di aver sconvolto la sua esistenza, e poi – in preda alla paura di finire in carcere e forse al rimorso – ha deciso di farla finita. 

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