Si è spento il cuoco Paul Bocuse che ha ottenuto in carriera un grandissimo successo. Tra gli onori di cui si può fregiare ci sono quelle tre stelle Michelin che solo lui si è tenuto sul cappello da chef per ben cinquanta anni di fila. Queste sono arrivate per il suo ristorante che si trovava a Collonges-au-Mont-d’Or e che era di proprietà del nonno, padre di suo padre. Questo in seguito sarebbe stato unito all’Hotel du Pont che invece era di proprietà dei genitori di sua madre e che si trovava circa quattrocento metri più a nord di questo. Sicuramente la carriera di Paul Bocuse è stata splendida e piena di successi che ha portato a delle risposte clamorosamente importante. Staremo a vedere quali saranno i riconoscimenti che riceverà questo splendido artista che nel tempo ha dimostrato di avere uno stile tutto suo e una classe innata. (agg. di Matteo Fantozzi)
COS’ERA IL BOCUSE D’OR
All’età di 91 anni è morto Paul Bocuse, considerato da tanti il più grande chef della cucina francese. Un cuoco che interpretava alla perfezione il concetto di grandeur che la Francia ricerca da sempre. Ne è una prova l’istituzione nel 1987, 31 anni fa, del Bocuse d’Or. Un concorso internazionale in piena regola sul modello, come ricorda Repubblica, dei più grandi eventi sportivi. Se ci sono le Olimpiadi, ha pensato Bocuse, devono esserci anche i giochi gastronomici per eccellenza, un torneo in cui – con cadenza biennale – si incontrano e si scontrano i 24 migliori talenti della loro generazione. Appuntamento al Sirha, un salone dedicato ad arte e gastronomia della sua Lione, che cucinano per 5.35 ore davanti a un pubblico, e soprattutto ad una giuria composta da chef esperti. Alla finalissima si accede attraverso una 60ina di competizioni nazionali che fungono da qualificazioni all’evento clou. Un innovatore Bocuse, in tutti i campi. (agg. di Dario D’Angelo)
ADDIO A PAUL BOCUSE
Se n’è andato a 91 anni Paul Bocuse, esalando l’ultimo respiro nello stesso luogo in cui era nato quasi un secolo fa: a Collonges-au-Mont-d’Or, vicino Lione. Nel frattempo, però, è riuscito a lasciare il segno e se non fosse un simbolo della Francia potremmo prendere in prestito una tipica espressione americana “bigger than life”, per parlare di quest’uomo fuori dal comune, perché in quella che è stata la sua vita starebbero comodamente quelle di molti altri di noi. La passione per la cucina, come ricorda Repubblica, sorge fin da piccolo e difficilmente avrebbe potuto essere altrimenti visto che Paul è figlio e nipote di cuochi ed è nella cucina dei suoi genitori George e Irma, all’Auberge du Pont de Collognes, che trascorre la gran parte del tempo. Il talento e i buoni maestri (su tutti Fernand Point) lo aiutano ad emergere e a far sì che proprio l’Auberge du Pont de Collognes diventi il fulcro del suo impero gastronomico. Paul Bocuse è stato genio, innovazione, fantasia. A descriverlo meglio sono forse le parole di Gault et Millau – teorici e fondatori della Nouvelle Cuisine – che dopo averlo incontrato dissero: “Ogni cosa che lui ci propose, dai suoi piatti più famosi alla più semplice insalata era grandiosa nella sua estrema semplicità. La Nouvelle Cuisine esisteva già, e noi l’avevamo appena incontrata”.
BOCUSE “ERA LA FRANCIA”
Prima Gualtiero Marchesi, poi Paul Bocuse, sono settimane di grandi perdite per il mondo dell’alta cucina. Ma è soprattutto la Francia a piangere la scomparsa di questo chef fuoriclasse, capace dal 1958 al 1965 di passare da uno a 3 macarons, il massimo della classificazione Michelin. Da quel lontano 1965, per più di 50 anni, Bocuse ha sempre conservato il triplo riconoscimento, a conferma che la qualità è un ingrediente che in cucina può anche non avere scadenza. Tra i più commossi per la sua scomparsa c’è soprattutto il ministro degli interni francese Gérard Collomb, ex sindaco di Lione, che su Twitter ha sintetizzato:”Monsieur Paul era la Francia. Semplicità e generosità, eccellenza e arte nel vivere. Possano i nostri chef, a Lione come in ogni angolo del mondo, coltivare a lungo i frutti della sua passione”.