Le parole del cardinal O’Malley rappresentano un piccolo precedente nella storia della Chiesa in materia di pedofilia: un’autorità in materia di lotta agli abusi, messo lì proprio da Papa Francesco, che pubblicamente prende posizione netta contro le ultime parole del Santo Padre non sono un elemento molto diffuso all’interno delle gerarchie vaticane. Il caso è sicuramente molto complesso e meriterà approfondimenti ulteriori anche per capire come risponderà Papa Francesco e se vi sono altre ragioni per cui il cardinale americano ha rilasciato quelle dichiarazioni. Intanto l’arcivescovo di Boston rilancia ancora sulle vittime degli abusi in terra cilena: «Le parole del Papa trasmettono il messaggio che se non puoi provare le tue affermazioni, allora non sarai creduto e in sostanza danno l’idea di un abbandono di coloro che hanno subito violenze riprovevoli della loro dignità umana, relegando i sopravvissuti nel discredito». Il vescovo Juan Barros continua a dividere e probabilmente nel viaggio di ritorno del Pontefice verso Roma ci sarà modo di ritornare su questo caso “spinoso” che tiene banco in queste ultime ore di viaggio del Papa in Sud America.
NUOVO “SCANDALO” PEDOFILIA?
Il Cardinale Sean O’Malley, arcivescovo di Boston e soprattutto presidente della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori ha usato parole forti che nascondono una critica dura e diretta proprio contro Papa Francesco al quale in realtà sarebbe legato da tempo da una profonda stima e amicizia. Questo però non ha evitato che su un caso molto spinoso come quello del vescovo cileno di Osorio, tal Juan Barros, il Santo Padre abbia ricevuto una sorta di “critica pubblica” da parte del porporato americano. Ospite in Cile e Perù per il suo Viaggio Apostolico che lo porta oggi nel suo ultimo giorno di commiato ai fedeli peruviani, Bergoglio ha risposto con forza alle domande dei giornalisti che «non esistono prove sul coinvolgimento in casi di pedofilia del vescovo Barros». In tanti hanno letto in queste poche parole – che qui sotto riprendiamo nel dettaglio – di Papa Francesco un indiretto “schiaffo” alle tante vittime di abusi pedofili che in Cile da anni chiedono un sostegno e un aiuto che la Chiesa cilena non sempre gli ha riservato. Speravano nella venuta del Pontefice per provare a ricominciare e in effetti i discorsi pubblici e gli incontri privati con alcuni di loro hanno avuto un buon effetto, ma evidentemente non basta e nella Chiesa ora c’è un problema molto serio che riguarda due membri importantissimi. Francesco, ovviamente, e il suo “braccio destro” nella lotta contro la pedofilia, il Card. O’Malley.
L’ACCUSA DI O’MALLEY
«E’ comprensibile che le parole di Papa Francesco siano state fonte di grande dispiacere per le vittime di abusi sessuali da parte del clero»: il cardinale prende distanza dunque da quanto detto dal Papa in Cile e lo fa con una nota ufficiale della Pontificia Commissione per la Protezione e Tutela dei Minori. Nella seconda parte del documento ufficiale il Cardinale “corregge il tiro” e ricorda comunque il grande impegno del Santo Padre, anche in questi giorni in Sud America, nella lotta e denuncia totale contro il male orrendo degli abusi sui minori. «Non essendo stato personalmente coinvolto nel situazioni che sono state oggetto dell’intervista del Papa, non posso spiegare – precisa O’Malley – perchè il Santo Padre abbia scelto le parole che ha usato nella sua risposta. Ma quello che so davvero è che Papa Francesco riconosce pienamente gli enormi fallimenti della Chiesa e del suo clero che hanno abusato di bambini, e l’impatto devastante che questi crimini hanno avuto sulle vittime che ama particolarmente».
COSA AVEVA DETTO PAPA FRANCESCO?
Ma cosa aveva detto per davvero Francesco in merito alla grande polemica sorta? Il caso del vescovo di Osorno, Juan Barros, accusato di aver protetto con il suo silenzio un prete pedofilo in passato (Fernando Karadima, ndr) ha portato alcuni giornalisti a fare domande diciamo “tendenziose” al Pontefice, reo di aver nominato come vescovo a Osorno proprio Barros sul quale circolavano queste voci di “copertura” e mancata “denuncia” del sacerdote accusato di pedofilia. «Il giorno che qualcuno mi porterà una prova contro il vescovo Barros allora parlerò. Ma finora non c’è nemmeno l’ombra di una prova. È tutta calunnia. È chiaro?». Una risposta dura, forte, del Papa in volo con i giornalisti che ha fatto secondo O’Malley storcere il naso a tante vittime di quegli abusi che forse di aspettavano parole diverse. In realtà il Santo Padre ha come di norma voluto difendere fino all’ultimo l’innocenza di un proprio “figlio” davanti alle accuse e calunnie: ovviamente, fino a che non ci sono prove reali, Francesco dice che quell’uomo va considerato come tutti gli altri e per questo non lo ha escluso dalla nomina vescovile. Questo non toglie però la fortissima presa di posizione del Papa Bergoglio, di tutta la Chiesa di oggi e di quella di ieri guidata da Papa Benedetto XVI contro il male interno della pedofilia: pochi giorni fa, proprio alle vittime di abusi, il Pontefice diceva «non posso fare a meno di manifestare il dolore e la vergogna che provo per il danno irreparabile fatto ai bambini dai ministri della Chiesa. Le mie preghiere e la mia preoccupazione saranno sempre con le vittime e i loro parenti. Non possiamo mai sottovalutare la sofferenza di ciò che hanno sofferto o curare completamente il loro dolore».