Tra gli arresti esemplari eseguiti nelle passate ore a Palermo dopo la decisione di Sergio Macaluso, ex vertice del mandamento di Resuttana, di collaborare con la giustizia, spicca anche quello di Giuseppe Biondino, considerato dagli investigatori il reggente del mandamento di San Lorenzo. Oggi 40enne, si tratta del figlio di Salvatore Biondino, condannato all’ergastolo, uomo di fiducia di Totò Riina nonché ultimo vero capo clan della famiglia di San Lorenzo. Salvatore è conosciuto per essere stato l’autista di Riina in quanto era stato lui a condurre la macchina quando il boss mafioso fu arrestato il 15 gennaio 1993 ed attualmente si trova in carcere in regime di 41 bis, in quanto ritenuto membro della cupola delle stragi. Come riporta Askanews, il figlio Giuseppe era stato già arrestato in passato, nel 2008 in seguito ad una indagine condotta dai carabinieri e che permise di fermare il progetto di ricostituzione della provinciale mafiosa di Palermo. Dopo un procedimento penale che lo vide coinvolto fu però assolto dalla grave accusa di associazione mafiosa. L’uomo fece all’epoca ricorso per il periodo che aveva trascorso in carcere, ottenendo persino un risarcimento per ingiusta detenzione. Oggi si ritrova nuovamente dietro le sbarre. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



MACALUSO, QUANDO DICEVA: “PENTITO? MEGLIO MORIRE”

Sergio Macaluso è l’uomo, nuovo pentito di Cosa Nostra, che questa mattina ha permesso di realizzare alcuni importanti arresti nel Palermitano tra cui anche il figlio dell’autista di Riina. Di cose ne ha già dette tante ma a quanto pare molte altre ancora ne dirà a venire. Eppure, come ricorda Live Sicilia nell’edizione online, era stato lo stesso Macaluso a dichiarare in passato: meglio morire che diventare pentito. A sua detta, piuttosto che tradire Cosa Nostra sarebbe stato meglio il suicidio in quanto l’onore mafioso sarebbe valso più della stessa vita. Eppure, ora qualcosa sarebbe cambiato, stando al cambio di vedute. Ora, tra le cose che potrebbe ancora raccontare ci sarebbero anche alcuni delitti finora rimasti irrisolti e qualcuno, a causa delle sue dichiarazioni oggi rischia seriamente l’ergastolo. Solo nelle scorse settimane le cose sono cambiate e Macaluso ha iniziato a compilare lunghi verbali raccontando del suo lavoro sporco al fianco di Giuseppe Biondino. Proprio quest’ultimo di recente aveva lasciato l’Italia con l’intenzione di iniziare la sua latitanza in Spagna. Tra gli arrestati anche Francesco Lo Iacono, il nipote del boss Francesco Lo Iacono, storico capomafia di Partitico, anche lui in procinto di darsi alla latitanza. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



IL RUOLO DEL ‘NUOVO’ PENTITO SERGIO MACALUSO

Ma chi è Sergio Macaluso? Il pentito che sta aiutando e non poco gli inquirenti e la Dia di Palermo ha portato oggi all’arresto di cinque presunti mafiosi, tra i quali proprio il figlio del celebre autista del Capo dei Capi. In Cosa Nostra prosegue la “riorganizzazione” sotterranea di leadership, capifila e traffici stessi e la magistratura prova ormai da anni ad infilarsi nelle pieghe dei mafiosi per provare a scoprire il più possibile e “anticipare” le mosse dei criminali. Macaluso è stato arrestato dai carabinieri nell’inchiesta di dicembre scorso col titolo “Talea” che tra i vari 25 mafiosi arrestati portò in carcere anche Mariangela Di Trapani, moglie del boss Madonia. Da quanto riporta Il Giornale di Sicilia, l’apporto dato dal nuovo pentito è stato realmente rilevante e non solo perché ha “bloccato” possibili futuri traffici della famiglia Madonia, ma perché avrebbe ricostruito i ruoli dei nuovi vertici della cosca dopo la morte di Totò Riina e l’investitura di Biondino al comando del clan. «Macaluso ha rivelato, tra l’altro, di aver partecipato alla riunione in cui il figlio dell’ex autista di Totò Riina sarebbe stato nominato capo», spiega ancora GdS. 



FERMATO FIGLIO DELL’AUTISTA DEL “BOSS”

Un nuovo pentito fa arrestare per mafia il figlio dell’autista di Riina. Sergio Macaluso, uno dei boss del mandamento di Resuttana, in carcere da due anni, è passato dalla parte dei pentiti e ha fatto rivelazioni che hanno fatto scattare una nuova operazione anti mafia nel palermitano. L’uomo ha fatto nomi e cognomi di diversi mafiosi del capoluogo siciliano e della provincia che starebbero cercando di ricostruire Cosa Nostra dopo i numerosi colpi delle autorità. E questa notte è scattato il fermo per cinque boss, tra i quali appunto Giuseppe Biondino, figlio di Salvatore, l’autista di Totò Riina. Per i giudici, Biondino sarebbe il nuovo capo del mandamento di Resuttana, il cui clan era già stato colpito da arresti nelle scorse settimane, oltre trenta persone. Un altro nome importante fra gli arrestati è quello di Francesco Lo Iacono, nipote del boss con lo stesso nome, storico capomafia di Partittico. Per lui l’accusa è l’incendio di una concessionaria di auto, sembra stesse per fuggire in Germania. In carcere anche Salvatore Ariolo e Ahmed Glaoui, accusati di mafia ed estorsione, e Bartolomeo Mancuso, accusato di estorsione.

SCATTA L’OPERAZIONE DEI CARABINIERI, ARRESTI ECCELLENTI

I provvedimenti, firmati dal procuratore Francesco Lo Voi, dall’aggiunto Salvo De Luca e dai pm Roberto Tartaglia, Amelia Luise e Annamaria Picozzi, sono stati eseguiti dai carabinieri. Sembra che Biondino negli ultimi mesi si fosse recato in Spagna alcune volte per organizzare la sua latitanza. Per quanto riguarda il nuovo pentito, Sergio Macaluso, è considerato uni dei vertici dello storico mandamento di Resuttana-San Lorenzo, non si sa come mai abbia deciso di diventare collaboratore di giustizia. Macaluso ha rivelato, tra l’altro, di aver partecipato alla riunione in cui il figlio dell’ex autista di Totò Riina sarebbe stato nominato capo. Il colpo portato dalle forze dell’ordine alla mafia palermitana è senz’altro importante e potrà avere conseguenze ancora più significative grazie al nuovo pentito. Quello che è impressionante constatare è che benché si tagli la testa alla piovra in continuazione con arresti eccellenti, da Totò Riina in giù, questa testa mostruosa continui a riformarsi all’infinito. Viene da chiedersi se ci sarà mai un giorno in cui i clan mafiosi finalmente non avranno più capi e quindi seguaci, ma al momento sembra ancora di essere lontani da quel giorno.