San Gaudenzio: la storia

Il 22 gennaio è il giorno dedicato alla memoria di San Gaudenzio, che fu, per vent’anni, amato e stimato Vescovo della città di Novara. Gaudenzio nasce ad Ivrea, nell’anno 327, da genitori pagani, mai convertiti al cattolicesimo. La conversione di Gaudenzio avviene a Vercelli, grazie all’amicizia instaurata con Eusebio. Eusebio era il più famoso e importante Vescovo del Piemonte. Egli vide, in Gaudenzio, un grande potenziale di buoni valori, principi e di vera fede e carità cristiana. Lo prese sotto la sua ala protettiva, amandolo come un figliolo o un buon fratello, e restò vicino a lui per tutta la vita, accompagnandolo nel suo percorso formativo, spirituale e di fede. Quando Gaudenzio prese i voti da prete, per dargli un sostegno e avviarlo alla carriera sacerdotale, Eusebio lo mandò ad affiancare Padre Lorenzo, un buon uomo di Chiesa, che in quegli anni portava avanti la difficile battaglia della conversione dei pagani piemontesi. In quel periodo era viva e vibrante la dura e sanguinosa lotta tra cattolici e pagani, anche perché l’Imperatore Costanzo era coinvolto in giochi di potere e conflitto d’interessi, con lo scopo di imporre la sua supremazia sulla Chiesa, acquisirne il controllo e il patrimonio tanto economico quanto potenzialmente politico. Durante il Concilio Milanese del 355, Gaudenzio rientrò nella lista dei cattolici da esiliare e fu mandato a Pavia. Ma lui non si arrese all’ingiusta punizione e fuggì dall’esilio, mettendo a repentaglio la propria vita, pur di raggiungere l’amico Eusebio. Alla morte di Padre Lorenzo, per ordine proprio di Eusebio, Gaudenzio viene mandato a predicare al suo posto, nel territorio del novarese. In quel periodo Gaudenzio stringe una forte amicizia anche con Ambrogio, Vescovo di Milano e personalità di enorme importanza e spicco nel panorama ecclesiastico, tanto che il suo successore, qualche anno dopo, insignisce Gaudenzio del titolo di Vescovo di Novara. Gaudenzio ottempera all’incarico, con passione, giustizia e grandi capacità politiche, religiose e spirituali, per oltre vent’anni. Muore, dopo aver dedicato la sua età matura ed anziana alla formazione dei giovani sacerdoti, il 22 gennaio del 418.



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