Che quando si parla di abbigliamento con una donna si debba prendere la questione seriamente è risaputo. Nessuno si sogna di sminuire la questione, insomma. Anche considerando che il capo di cui stiamo per parlare sarà pure costato una discreta cifra. Però quello che è successo a Caserta, nell’outlet La Reggia, all’interno del negozio di Silvian Heach, sembra l’estratto di un film trash, che più trash non si può. E magari questo tipo di sceneggiate sarebbe meglio relegarle davvero nella spazzatura, ma tant’è. Insomma: cos’è successo? Semplice: una signora acquista un vestito in negozio, questo scolorisce e la donna si presenta nello stesso locale a distanza di giorni per fare le sue rimostranze. Sostiene che sia un falso, che sia stato fabbricato in Cina e  pretende di parlare con il responsabile. Questo perché, alla fine, quella che ha dovuto fare i conti con l’imbroglio è lei: lei che doveva andare al matrimonio – da testimone – e ha fatto una figuraccia dinanzi a 150 persone. Tutto normale, perfino comprensibile, se non fosse per i modi della signora. Quali? Vediamoli



LA SCENEGGIATA E LO SVENIMENTO

Come si può vedere dal video postato da Repubblica.it, i toni si surriscaldano fin da subito. La cliente si rivolge alla commessa che le ha venduto l’abito in maniera esagitata. Sbatte la mano sul bancone, ordina di parlare con il responsabile neanche fosse il giudice della Corte Suprema. Vuole giustizia per il suo abito “scambiato”, scolorito, perché qualcuno la deve pagare per la sua figuraccia davanti a 150 invitati. E quando la commessa non è così disposta ad assecondare le sue lamentele, la signora si inalbera ancora di più, ma arriva al punto d’ebollizione quando viene allertata la sicurezza. In quel momento scatta quel:”Te spacc’a capa” che dà il via all’intervento del suo accompagnatore. Il marito della signora, non propriamente un gentleman, che ci tiene a ricordare alle due guardie giunte in soccorso, che lui “tiene a capa storta”. Un modo per dire: non toccatemi. In questo far-west, però, il pezzo forte è ancora là da venire. Sì, perché la cliente ad un tratto crolla a terra: è svenuta, di botto, quasi senza preavviso. Il mancamento (non sappiamo se reale o di contorno) dura lo spazio di qualche secondo. Neanche il tempo di alzarsi che la signora ricomincia con la storia dei 150 invitati. E adesso le domande sono due: 1) sarà riuscita a parlare con il responsabile? 2) dove andremo a finire?

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