Circa 350 lavoratori e pendolari erano a bordo del treno regionale che questa mattina è deragliato tra Segrate e Pioltello. Tre le vittime, tutte donne. Hanno perso la vita Pierangela Tadini, 51enne originaria di Caravaggio, che recentemente si era trasferita a Misano di Gera d’Adda dopo aver vissuto alcuni anni a Milano. La donna era in viaggio con la figlia 18enne che è rimasta ferita. «Lucrezia ha preso una botta forte, è in ospedale, cercate di capire. Ancora non sono riuscita a parlarle, è un dramma vero», il commento di una parente. Tra i morti anche Ida Milanesi, 61enne originaria di Caravaggio, dirigente medico dello staff di radioterapia dell’Istituto Neurologico Basta di Milano. Laureatasi in medicina a Milano e specializzata in radiologia, neurologia e neurologia oncologica. La terza vittima è Giuseppina Pirri, 39enne di Cernusco sul Naviglio ma residente a Capralba (Cremona). «Mia figlia era al telefono con mia moglie e le ha detto che il treno era deragliato, mia moglie le ha detto scappa ma poi c’è stato solo il silenzio», ha raccontato il lacrime Pietro, il padre. (agg. di Silvana Palazzo)



TELEFONATA ALLA MADRE: “AIUTO”

Con il passare delle ore emergono i primi dettagli choc sulle tre vittime, tutte donne, rimaste coinvolte nel drammatico incidente ferroviario a Pioltello, questa mattina. La più giovane, Giuseppina Pirri di 39 anni, ha avuto il tempo di fare un’ultima drammatica telefonata alla madre prima di morire. “Mamma aiuto, il treno sta deragliando”: sarebbero state queste le ultime parole pronunciate da Giuseppina, come riporta TgCom24. Il padre, straziato dal dolore, ha commentato: “Mia figlia era al telefono con mia moglie, mia moglie ha detto scappa ma poi c’è stato solo il silenzio”. L’uomo ha spiegato di essersi recato sul posto dell’incidente: “era ancora incastrata dentro al treno e poi mi hanno detto che non ce l’ha fatta”, ha aggiunto. La stessa Giuseppina, secondo la testimonianza del padre, era solita lamentarsi proprio per le condizioni dei treni “spesso rotti e sempre pieni”. La 39enne tra le vittime della tragedia ferroviaria, era diplomata in ragioneria e prendeva quel treno tutte le mattine per raggiungere il posto di lavoro, una società di recupero crediti a Sesto San Giovanni. Non era sposata e viveva con i genitori. La famiglia si era trasferita a Capralba, in provincia di Cremona, da Cernusco sul Naviglio. Prima della conferma della sua morte, la famiglia aveva cercato invano buone notizie attraverso i social e proprio la sorella aveva usato Facebook per lanciare un appello disperato: “Qualcuno ha notizia di mia sorella? Qui è un macello unico!! Fatemi sapere”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



NUMERI VERDI UTILI PER PARENTI

Sono contrastanti e provvisorie le informazioni in merito ai morti dell’incidente ferroviario avvenuto oggi nei pressi di Pioltello. Secondo i dati aggiornati della prefettura, il bilancio è ora di quattro vittime, tutte donne. Cinque invece i feriti in gravissime condizioni, mentre altri cento sono in condizioni meno serie. Tutti sono pendolari che erano a bordo del convoglio di Trenord diretto da Cremona a Milano Porta Garibaldi. Fornita l’identità di due delle vittime: sono Pierangela Tadini, 51enne originaria di Caravaggio ma residente a Vanzago (Milano), e Giuseppina Pirri, 39 anni, di Cernusco sul Naviglio. Per la terza vittima è ancora in corso l’identificazione a causa delle condizioni del corpo, ma alcuni elementi coincidono con la descrizione fornita da un parente. Un centro di coordinamento dei soccorsi è stati attivato dalla prefettura, che ha anche attivato delle linee telefoniche dedicate ai parenti dei viaggiatori che possono chiedere informazioni sulle condizioni dei parenti e sul luogo dove si trovano (02 77.584.184 e 02 77.584.892). Il Comune di Pioltello ha messo a disposizione una palestra per una verifica immediata delle condizioni di salute dei feriti. Lì sono state portate 80 persone. La Croce Rossa ha, invece, attivato un servizio di supporto psicologico per feriti e famiglie. (agg. di Silvana Palazzo)



MORTI E FERITI TRA LE LAMIERE DEL TRENO DERAGLIATO

Partito da Cremona, il treno deragliato oggi a Pioltello aveva fatto già una decina di fermate e caricato centinaia di pendolari. Quattro loro le tre vittime finora accertate. Il convoglio regionale Trenord 10452, motrice e 6 vagoni, si stava apprestando ad entrare nel capoluogo lombardo, dove sarebbe arrivato alle 7.24 per permettere ai passeggeri di recarsi a lavoro o nei vari istituti scolastici. Sul posto ora si trovano decine di pendolari, infermieri e operatori delle forze dell’ordine che salgono e scendono dal treno con delle scale dei vigili del fuoco. A quell’ora il convoglio aveva raccolto centinaia di pendolari dall’hinterland a est del capoluogo lombardo che si recano nella metropoli per ragioni di lavoro o studio. Stando a quanto riportato da Rainews24, tra le quattro vittime ci sarebbero tre donne, ma non sarebbero state ancora identificate. Inoltre, pare che due di queste sarebbero ancora incastrate tra le lamiere. Diversi cremonesi e cremaschi risultano tra i feriti, alcuni dei quali versano in gravi condizioni.

TRENO DERAGLIATO, CHI SONO LE VITTIME

Le famiglie dei pendolari che erano a bordo del treno deragliato oggi a Pioltello sono accorse sul posto alla ricerca dei loro cari. Tanti i genitori che sono arrivati sul luogo dell’incidente, come una coppia che sta ancora cercando la figlia. «Mamma, aiuto, il treno sta uscendo dai binari», queste sono le ultime parole che una ragazza ha detto a sua madre poco prima dell’incidente. «Era spaventata ora non risponde più al telefono quella che viaggiava con lei è uscita, mia figlia ancora no», ha aggiunto disperata la donna. Il bilancio comprende tantissimi feriti, tra cui dieci che versano in gravi condizioni. «Andava tutto bene, all’improvviso il treno ha iniziato a tremare, poi si è sentito un boato e le carrozze sono uscite dai binari», questa è invece una delle prime testimonianze di uno dei passeggeri che erano sul treno deragliato stamattina nell’hinterland di Milano. «Quasi subito – ha aggiunto l’uomo, salito alla stazione di Crema – abbiamo capito che cosa era successo».