Una sola volta, nel lontano 1953, l’orologio del conto alla rovescia verso il disastro nucleare è stato così vicino alla metaforica mezzanotte, quando il mondo sarà devastato dalla distruzione. Era il momento più difficile della guerra fredda, quando Stati Uniti e Unione sovietica testarono le prime bombe all’idrogeno. Adesso ci siamo di nuovo, mancano due minuti alla mezzanotte del disastro nucleare. E’ tutto virtuale naturalmente, ma è un segnale d’allarme da non prendere come scherzo. E’ il Doomsday Clock, letteralmente “l’orologio del giorno del giudizio universale”, fatto partire nel 1945, usato dagli esperti che si occupano di armi nucleari come simbolo metaforico dell’inizio della guerra atomica: oggi si trova a due minuti dalla mezzanotte del giorno del giudizio universale.



Dal 1947 il Bollettino delle scienze atomiche, il documento che analizza i rischi di guerra nucleare, ogni anno ha pubblicato il conto alla rovescia a seconda delle crisi internazionali segnalando i minuti che mancano alla mezzanotte: oggi siamo a solo due minuti dall’evento. Secondo il responsabile di questo bollettino, Lawrence Krauss, un fisico teoretico, “dire che la situazione nucleare mondiale è grave è non voler capire la vera pericolosità delle condizioni in cui siamo”. Il pericolo è dato dal programma  nucleare nordcoreano che ha fatto nel 2017 impressionati progressi, aumentando il rischio per il paese stesso, per gli altri paesi nelle vicinanze e per gli Stati Uniti. Ma le colpe, dice, sono anche di Donald Trump: “Mai prima d’ora il Bollettino ha deciso di portare avanti l’ora a causa delle dichiarazioni di una singola persona”. L’orologio dell’apocalisse tiene conto non solo del pericolo nucleare ma anche di minacce come il cambiamento climatico e le nuove scoperte nella biotecnologia e sull’intelligenza artificiale. Ci restano “due minuti” metaforici: riuscirà l’umanità a risparmiare se stessa?

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