“Mia figlia si lamentava di quei treni rotti e sempre pieni” ha commentato ieri il padre di una delle tre vittime del disastroso incidente ferroviario di Pioltello. Le indagini sulle cause sono immediatamente partite: si tratterebbe del cedimento strutturale del binario, un pezzo lungo 23 centimetri è stato trovato poco lontano. Il binario tra l’altro doveva essere sostituito, era nei piani di Trenord. Le domande sono inquietanti: come è possibile far viaggiare centinaia di treni su un binario che si sa che deve essere sostituito? E’ vero che ci si occupa fin troppo dei treni ad alta velocità, mentre quelli locali, come lamentano da anni i clienti di Trenord sono trascurati e pericolosi? Per il professor Marco Ponti, ordinario di economia applicata nel Politecnico di Milano ed esperto di sicurezza dei trasporti, in passato anche consulente delle Ferrovie dello Stato, “le ferrovie italiane, anche quelle locali, sono tra le più sicure d’Europa, spendiamo 1 miliardo e 200 milioni di euro all’anno per la sicurezza e il numero dei morti rispetto a quelli su strada è bassissimo”.



Professore, della rotaia che ha ceduto era prevista la sostituzione: come mai non è stato fatto prima e si è continuato a usare quel binario?

Al momento nessuno può dire quale sia la causa esatta dell’incidente, ci vorranno mesi di indagini. Le catene casuali in casi come queste sono molto complesse.

Cosa intende esattamente?



La rottura del binario potrebbe essere la causa dello svio, non la conseguenza del deragliamento. Dell’incidente di Viareggio ancora non sappiamo se l’incidente sia stato dovuto alla rottura dell’asse o la rottura dell’asse sia stata una conseguenza dello svio. Sul caso di Pioltello al momento ci sono molti dubbi tecnici sul fatto che la rottura del binario abbia procurato lo svio.

La linea Cremona-Milano secondo molti esperti è considerata una delle peggiori della Lombardia: la scarsa manutenzione potrebbe essere la causa di quanto accaduto? 

Spendiamo in Italia 1 miliardo e 200 milioni per gli standard di sicurezza delle ferrovie ogni anno. Questi standard si giudicano dai risultati, che si calcolano in termini statistici, i quali ci dicono che il sistema di sicurezza delle ferrovie italiane è eccellente. Dal punto di vista della mortalità, i dati ci dicono di circa cinque vittime all’anno, quando sulle strade ogni giorno ne abbiamo circa dieci.



Eppure abbiamo visto cosa è successo a Pioltello. Casualità?

Le ferrovie italiane sono tra le più sicure a livello europeo. Certamente ci sono stati altri svii come questo, ma come nel settore aereo accade che ci siano pochissimi incidenti pur in presenza di tantissime collisioni evitate per poche decine di metri. Noi ovviamente parliamo di una tragedia come quella di Pioltello, ma nessuno dice di quanti incidenti vengono evitati dal nostro sistema di sicurezza.

Un sistema di sicurezza efficiente però dovrebbe evitare anche quell’ipotetico unico incidente all’anno o no?

Non parliamo di cose astratte. Il punto reale è quanti incidenti ci sono stati, non quanti ne sono stati evitati. Il numero dei morti è bassissimo, la ferrovia rimane un modo assolutamente sicuro di viaggiare.

Eppure i pendolari della Lombardia si lamentano da anni del sistema ferroviario locale: treni lenti, sovraffollati, poco sicuri. Non hanno delle motivazioni concrete per dire ciò?

Si lamentano giustamente del servizio non efficiente, ma questo non ha a che vedere con la sicurezza. Quanti deragliamenti ci sono stati su quella linea negli ultimi vent’anni? Nessuno. Questi sono gli unici dati significativi, gli altri sono dati emotivi da rispettare certamente e che ci invitano a riflettere su cosa bisogna fare, e quello che bisogna fare è diminuire i morti. Quindi intervenire sul settore stradale dove gli investimenti rispetto alle ferrovie sono molto trascurati.

Davvero?

Certo. Si possono salvare più vite umane intervenendo sulle strade invece di continuare a spendere un mare di soldi per le ferrovie: i dati sono molto chiari.

Anche il fatto che i vagoni avessero quasi vent’anni non incide sulla sicurezza?

Non ha nessun nesso con uno svio, le norme di deragliamento sono molto complesse, ci vogliono mesi per ricostruire la catena causale. Non escludo scarsa manutenzione, non escludo responsabilità precise, ma sicuramente non mancano le risorse, la cifra che le ho detto prima parla chiaro.

Per cui anche Trenord gode di un alto livello di sicurezza?

Per farle capire, personalmente io sono contrario al trasporto ferroviario, lo considero un disastro per le casse pubbliche. Le ferrovie italiane assorbono troppi soldi dei contribuenti, 10 miliardi all’anno. Ma sul piano della sicurezza nessuno può criticare le linee ferroviarie, anche quelle dei pendolari. La sicurezza ferroviaria è altissima, lo dicono i numeri, non lo dico io.

(Paolo Vites)