L’amica della 15enne ha voluto raccontare ancora al Corriere le sue brevi impressioni su quanto successo all’amica del cuore: negli ultimi tempi frequentava di più gli amici di Auronzo proprio perché da lì veniva il suo fidanzatino. «C’erano cose molto personali – aggiunge l’ amica – lei senza il suo ragazzo diceva di non poter stare, anche se non era sempre facile, era una storia stretta e forse adesso qualcosa era cambiato», e poi giù a piangere, troppo forte il dolore per una perdita così e in quel modo così tragico. La famiglia ancora non ha voluto, comprensibilmente, commentare alla stampa quanto successo mentre gli inquirenti cercano altre prove per capire gli spostamenti e le ultime ore della ragazzina. «Sono increduli non possono capacitarsi, anzi, a dire il vero non credono la piccola possa aver fatto quel che dicono abbia fatto, non le mancava nulla, sono una bella famiglia, serena. Quei maledetti telefonini», spiega un’altra amica di famiglia ai giornalisti giunti a Sappada per la tragedia sul ponte di Cadore. 



SUICIDIO PER AMORE OSTEGGIATO?

Una lite, amori giovanili forse osteggiati e una fuga improvvisa da casa dopo la giornata di scuola venerdì scorso: tutto potrebbe rientrare in una “normale” adolescenza complessa, e invece per la 15enne sparita da giorni a Sappada ieri pomeriggio la tragica scoperta. È stato ritrovato il suo cadavere giù dal Ponte di Cadore, forse si è buttata giù dopo le ultime tesissime ore della sua vita, ma al momento la polizia tiene comunque aperte tutte le piste possibili. La tragedia del Bellunese ha scioccato un po’ tutti, quei sessanta metri di volo disperato nelle acque del Piave fanno male non solo alla famiglia della ragazzina, ma a tutta la comunità. I genitori, la sorella più grande e gli amici l’hanno cercata per ore, con numerose segnalazioni arrivate in diversi punti della provincia bellunese. ««Mia sorella è sparita ieri pomeriggio, l’hanno vista sul Ponte Cadore e una macchina con la freccia sembrava la stesse aspettando, qualcuno ha visto qualcosa?», così scriveva ieri su Facebook la sorella. Con quell’ultimo appello provava il tentativo disperato di ritrovare la sorellina; purtroppo, non è bastato. Stando a quanto riferiscono i primissimi esami sul corpo della ragazza, sarebbe morta già venerdì sera giù da quel maledetto ponte; « Dopo l’ ultima campanella è stata a casa di un’amica e verso le 16.30 ha salutato dicendo che tornava a casa. Ha preso il bus, quello che tornante dopo tornante collega pigro Pieve a Sappada. Non è scesa, come al solito in centro a Sappada, pochi passi da casa, bensì proprio a Caralte. E lì alcuni automobilisti hanno notato la ragazzina sola, bionda, minuta, un viso dolce acqua e sapone che raccontava meno dei suoi 15 anni, vicino a quel ponte», ricostruire il Corriere della Sera questa mattina.



L’ULTIMO LITIGIO CON I GENITORI

Addirittura un uomo si è anche fermato, ha raccontato alla polizia, per chiederle se stava bene: «sì sì, sto tornando a casa». E poi il buio più totale. Il dramma è altissimo specie perché nelle ultime ore aveva litigato con la famiglia, raccontano i media locali. La giovane non era rientrata a casa ed era senza telefonino, tolto dopo una discussione forse per il fidanzatino che poco piaceva ai genitori: un amore “osteggiato”, nulla più del consueto normale rapporto di contrasti tra adolescenti e genitori, ma questa volta potrebbe essere andato tutto oltre il consentito. Non è ancora chiaro se sia stato realmente suicidio, ma è l’ipotesi principale: ««L’ipotesi è quella del suicidio. C’era stata una discussione a casa ma niente di così grave da motivare il gesto. Il corpo ora è disposizione della Procura in caso si volesse disporre un’autopsia ma per ora non pare si vada in questa direzione», dice il maggiore dei carabinieri di Cortina, Cristiano Rocchi. Il ponte è alto 187 metri, la caduta è stata impressionante: l’amica ha raccontato, anche lei sotto choc, «l’ho vista l’ultima volta martedì, mi ha detto che era giù. Con il suo ragazzo alti e bassi e certo non era contenta del telefonino “sequestrato” perché dentro c’ erano cose sue».

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