Nuovi sviluppi nell’omicidio di Noemi Durini, la sedicenne uccisa il 3 settembre scorso nelle campagne di Castrignano del Capo. Fausto Nicolì, meccanico di Patù, è stato interrogato dal pm Donatina Buffelli, affiancata dalla collega della Procura dei minori Anna Carbonara e dal maggiore dei carabinieri del Nucleo Investigativo di Lecce, Paolo Nichilo. Durante l’interrogatorio ha ribadito la sua estraneità: ha negato di essere lui l’assassino di Noemi. Tirato in ballo dall’ex fidanzato della vittima attraverso una lettera consegnata ad un agente di Polizia Penitenziaria. Assistito dall’avvocato Luca Puce, Nicolì ha risposto a tutte le domande. Dopo oltre tre ore di interrogatorio ha parlato di «un castello di sabbia costruito da un burattino». Il meccanico ha poi spiegato, come riportato dal Corriere Salentino: «Io quella sera ho fatto altro e al pm l’ho spiegato. Ho precisato i motivi delle chiamate, dove ci incontravamo, della mia conoscenza con Noemi e con il barbaro». Così definisce infatti l’ex della ragazza. Nicolì fatica ancora a trovare una spiegazione al fatto che sia stato tirato in ballo nella vicenda: «Si sono basati sul nulla, lo vedrete».
NOEMI DURINI, FAUSTO NICOLÌ INTERROGATO PER OLTRE TRE ORE
Iscritto nei giorni scorsi nel registro degli indagati, Fausto Nicolì è accusato di omicidio volontario e deve rispondere anche dell’ipotesi di reato di prostituzione minorile. L’iscrizione al momento è un atto dovuto, quindi finalizzata agli accertamenti investigativi del caso. I militari hanno effettuato una perquisizione in casa del meccanico. «Ci saranno riscontri, tabulati», ha dichiarato il meccanico di Patù, dicendosi sereno in vista degli accertamenti tecnici disposti dalla Procura. «Ha risposto puntualmente e in maniera esaustiva a tutte le domande, fornendo così ulteriori tasselli cognitivi per una più completa ricostruzione della vicenda», ha dichiarato il legale di Nicolì, l’avvocato Luca Puce. Intanto le indagini proseguono: gli inquirenti verificheranno se la lettera scritta da Lucio Marzio sia un’escamotage difensivo o se sia effettivamente una pista investigativa parallela. Intanto, come riportato dal Corriere Salentino, è emerso un nuovo particolare sugli esiti dell’autopsia sul corpo di Noemi Durini: è morta a causa di diversi colpi di coltello, non di pietre, quindi quando è stata ricoperta dai massi forse era ancora viva. La sua morte dunque sarebbe stata lenta.