Nel corso del suo intervento in merito caso Capuana, la criminologa Roberta Bruzzone ha posto l’accento sulle tante lettere – oltre 700 – sequestrate in casa del santone e scritte tutte da ragazzine, ritenendo curioso il fatto che nessun ragazzino avesse mai manifestato affetto nei suoi confronti. “Già questo è un aspetto piuttosto singolare”, ha notato l’esperta che continua a nutrire molti dubbi nei confronti del 70enne arrestato. A sua detta, le intercettazioni telefoniche sarebbero sconvolgenti anche con persone adulte che non risultano indagate sebbene manifestassero comunque piena consapevolezza di quanto accadeva nella setta. A detta della Bruzzone, l’inchiesta riserverà molte sorprese in quanto dagli atti “emerge la consapevolezza da parte di altri soggetti che non sono qui indicati come indagati ma che manifestano una consapevolezza e una preoccupazione davanti alla possibilità che emerga fino in fondo la vicenda”. Non a caso, una delle donne direbbe ad una indagata: “Non possiamo mica negare l’evidenza se arrivano fino qui”. Quale evidenza ci sarebbe da negare? A detta dell’avvocato di Capuana il riferimento sarebbe al “bacio in bocca” che, seppur sconveniente non ha definito comunque un reato. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



IL CASO DI PIERO CAPUANA A NON È L’ARENA

La storia di Piero Capuana, il Santone siciliano, e della sua “setta” è tornata nuovamente al centro della nuova puntata di Non è l’Arena andata in onda ieri. Nel corso dell’ampia parentesi dedicata al caso – in attesa di un processo ed ancor prima di un eventuale rinvio a giudizio dell’uomo 70enne finito in carcere da ormai sei mesi – è stato riservato ampio spazio alla testimonianza di una delle presunte vittime, all’epoca dei fatti appena 13enne, la quale avrebbe subito abusi proprio dal santone. In studio, l’avvocato Brancato è tornato invece a difendere il suo assistito, confrontandosi anche con Roberta Bruzzone e con la giornalista Claire Giangravè. Qual era, per Capuana, l’atteggiamento perfetto che ogni ragazza doveva avere nei suoi confronti? A rispondere alla giornalista del programma di La7 è stata una delle vittime, che ha ripercorso il suo incubo spiegando: “Stare con lui in camera da letto ogni volta che lo chiedeva… pulirlo, accudirlo, stare sempre con lui, privarti di vivere la tua vita per stare con lui”. Non riesce a trattenere le lacrime quando ripensa ai tre anni della sua vita che oggi definisce “buttati”, trascorsi dietro all’uomo. Per il difensore di Capuana, tuttavia, quello tra il Santone e le ragazzine era esclusivamente un amore platonico, senza alcuna connotazione sessuale. “Lui respinge in modo categorico queste accuse bollandole come false e fornendo degli elementi che possano suffragare la sua tesi”, ha ribadito in studio.



PIERO CAPUANA: LA TESTIMONIANZA CHOC DI UNA DELLE PRESUNTE VITTIME

Nel corso della sua intervista, la ragazzina presunta vittima degli abusi di Piero Capuana ha raccontato ciò che avveniva quando rimaneva da sola con l’uomo. La prima volta, il santone le disse di avvicinarsi alla sua scrivania e di togliersi la maglietta. “Io mi sono bloccata… non sapevo cosa pensare, ero pietrificata, queste cose non le avevo mai fatte con nessuno”, ricorda, “quindi non sapevo come ci si doveva comportare”. Lei gli fece notare di essere troppo piccola per quelle cose, non riusciva a capire cosa volesse ma intuiva che si trattava di una cosa sbagliata. Quindi si confidò con una delle donne della setta che la tranquillizzò asserendo che quelle erano “prove, perché comunque quello era un amore, un amore dell’Alto, un amore pulito”. A detta della ragazzina, Capuana era spesso anche violento: “Quando toccava faceva anche male. Lasciava dei lividi”. Poi i ricordi di cosa accadeva al cenacolo: “prima si faceva la locuzione, poi si ballava e lui dopo aver ballato ovviamente sudava e doveva andare a farsi la doccia, non è che se la faceva lui, gliela facevamo noi, come se la faceva fare a casa. Succedeva anche altro oltre a lavarlo”, ha aggiunto, raccontando un episodio in cui avrebbe avuto con Capuana un rapporto orale, su sua richiesta.



SCONTRO IN STUDIO TRA L’AVVOCATO BRANCATO E LA BRUZZONE

A detta dell’avvocato Brancato, difensore di Capuana, la vicenda resta ancora molto ingarbugliata. L’intervista ripercorrerebbe alcune dichiarazioni rese all’autorità giudiziaria, “ma la ragazzina fa presente che questi episodi avvengono sempre in presenza di altre persone”, spiega. Come già ribadito, infatti, le donne che sono state ascoltate avrebbero negato categoricamente che questi episodi siano mai avvenuti dichiarando che siano invece frutto della fantasia di questa ragazzina che avrebbe dimostrato anche degli scompensi mentali. In sei però avrebbero confermato le violenze. Ad intervenire in studio è poi stata la criminologa Roberta Bruzzone: “Quello che dicono le ragazzine vittime, è riscontrato nelle perquisizioni in casa del Capuana e di una delle donne sua collaboratrici e riscontrate anche dal contenuto delle intercettazioni telefoniche”. Secondo l’avvocato, tuttavia, dai racconti delle ragazzine sarebbero invece emerse troppe contraddizioni. “La ragazzina dice un sacco di bugie!”, ha dichiarato. Dopo aver spiegato la storia dei fatidici turni, è stato lo stesso Brancato a domandarsi dove fossero i genitori delle presunte vittime, semmai tutta questa storia dovesse trovare conferme. A quel punto, ad intervenire è stata proprio la Bruzzone che ha esclamato: “Nessuno parlava perché erano tutti manipolati”.