Lucy Parke, la bambina con un corpo da centenaria, è morta. Aveva 8 anni e un cuore forte, ma intrappolato in un corpo precocemente invecchiato. Poco dopo la nascita, le era stata diagnosticata la sindrome di Hutchinson-Gilford, meglio conosciuta come progeria. Si tratta di una patologia genetica che provoca appunto l’invecchiamento precoce del corpo, ma non altera la mente. La malattia porta ad una morte precoce: i bambini affetti da questa malattia hanno, infatti, un’aspettativa di vita che non supera i vent’anni. Secondo recenti studi ha un’incidenza di 1 su 4 milioni di nascite e al momento ci sono cento casi noti in tutto il mondo. Ad annunciare la morte della piccola Lucy i suoi genitori, Stephanie e David Parke di Ballyward, in Irlanda. «Abbiamo perso la nostra preziosa Lucy. La nostra piccola ha smesso di lottare, il suo corpo era ormai debole, ma il suo cuore era forte e il suo amore per la vita e il suo meraviglioso sorriso ci hanno resi orgogliosi di essere i suoi genitori», ha scritto la madre su Facebook, dedicandole poi una poesia.



LUCY PARK, MORTA LA BAMBINA CON IL CORPO DA CENTENARIA

L’ultimo anno è stato duro per Lucy e la sua famiglia, ma ora i suoi genitori hanno il cuore a pezzi per la sua morte. «Continuiamo a piangere, ma sappiamo che ora sei in Paradiso e ti siamo davvero grati per tutto ciò che ci hai insegnato, per gli abbracci, le risate e i sorrisi che ci hai regalato. Grazie Lucy e grazie Dio, ci mancherai ogni singolo giorno», ha scritto mamma Stephanie su Facebook. La bambina non aveva smesso di ridere, proprio con il suo sorriso aveva riempito le giornate dei suoi genitori, che ora trovano conforto nel ricordo della figlia. La vita di Lucy, seppur breve e travagliata, è stata un esempio stupendo di coraggio, non a caso la sua storia ha toccato il cuore di diverse persone. Ed è stata di aiuto per gli altri che lottano contro questa malattia per la quale non c’è cura. L’esempio di Lucy e il suo coraggio sono stati d’aiuto anche per gli altri che, come lei, lottano contro questa malattia, per la quale ad oggi non c’è cura. «Lucy era bellissima sotto ogni aspetto e sono stata fortunata ad averla incontrata. Negli ultimi anni ha combattuto coraggiosamente contro gli effetti che la progeria aveva sul suo piccolo corpo e ora è finalmente libera dal dolore e dalla limitazione della malattia, ma la sua famiglia è devastata dalla sua morte e il loro dolore è anche il mio», ha scritto su Facebook Catherine Campbell, che ha intervistato Lucy per il suo libro “When we can’t, God can”.

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