Lo scorso 26 gennaio un 47enne, apparentemente senza motivo alcuno, ha spinto sotto la Metro B di Roma una donna innocente, una badante peruviana. Il caso è divenuto di eco nazionale per l’assurdità del gesto e la gravità della situazione avvenuta davanti a una marea di testimoni senza che nessuno sia potuto intervenire tempestivamente. Ora la Questura di Roma ha fornito e pubblicato il video choc dei momenti prima e degli attimi immediatamente dopo la spinta assurda e folle in pieno giorno: Igor Trotta, questo il nome dell’aggressore ora detenuto nel centro clinico del carcere romano di Rebibbia, si vede nelle immagini con un giubbotto rosso che passa i varchi della stazione Eur Fermi alle ore 12.49 dello scorso 26 gennaio 2018: pochi minuti dopo ricompare nella folla in attesa in banchina e in seguito spinge la badante 47enne, Micaela Castro Pizarro, nel momento in cui arriva il convoglio della Metro B. La donna purtroppo ancora oggi resta in gravi condizioni: le hanno amputato la mano, rimasta incastrata tra i binari e la banchina, e le fratture sul resto del corpo restano ancora molto complesse da gestire. Per questo motivo Micaela rimane in sedazione profonda e in prognosi riservata: non è fuori pericolo, con la famiglia che le si stringe affianco in questo momento di estremo dolore.
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RICHIESTA PERIZIA PSICHIATRICA PER IGOR TROTTA

Agli agenti che l’hanno arrestato ha detto: «Il Vaticano mi ha detto di spingerla», mentre poi nei primi interrogatori ha spiegato come «Ho sentito delle voci. Me lo ha detto Dio». Per il romano detenuto nel centro clinico di Rebibbia la situazione penale resta assai compromessa: il pm di Roma, Alberto Poletti, ha chiesto ufficialmente per Trotta una perizia psichiatrica, come richiedeva anche l’avvocato difensore nei giorni scorsi. Come informa il Tirreno, il giudice Vilma Passamonti ha affidato la perizia al professore Stefano Ferracuti; l’esperto ha di fatto 45 giorni di tempo per svolgere la perizia. I risultati saranno illustrati durante un’udienza davanti al gup fissata per il 21 marzo prossimo: l’uomo ha ammesso comunque le sue responsabilità anche se riferisce di essere stato “condotto da alcune voci”. Nelle prossime ore intanto saranno decisivi i controlli e il monitoraggio della situazione gravissima della donna: lotta tra la vita e la morte, un “binario” parallelo ma decisivo rispetto alle indagini giudiziarie scattate.



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