A sorpresa, dopo la fredda e “pilatesca” dichiarazione rilasciata dalla Commissione Ue, è il Parlamento Europeo che prende una importante “posizione” sull’assegnazione della nuova sede Ema. «Il Parlamento Europeo in piena autonomia e indipendenza e in qualità di colegislatore esprimerà la propria decisione sul trasferimento e sulla nuova sede dell’Ema. Sono sicuro che, come sempre, l’Europarlamento tutelerà gli interessi dei cittadini europei». A sostenerlo è il presidente dell’Europarlamento, Antonio Tajani alla luce delle ultimissime clamorose novità sui tempi di estremo ritardo dell’edificio di Amsterdam rispetto agli impegni presi in sede di assegnazione. La deputata Pd Lia Quartapelle ha postato su Twitter una duplice foto effettivamente “esplicativa”: «trova le differenze….». A vedere le foto, in effetti, qualche speranza che l’Italia riottenga l’assegnazione può da oggi avere qualche consistenza. Il sindaco di Milano nel pomeriggio ha invece confermato definitivamente il ricorso fatto dal Governo Gentiloni: «Il Governo Gentiloni ha deciso di gettare il cuore oltre l’ostacolo e presentare ricorso alla Corte Ue contro l’assegnazione dell’Ema ad Amsterdam a scapito di Milano. Forse fuori tempo massimo, anche per non avere il rimpianto di non averci provato fino alla fine».
Trova le differenze:
A sinistra il sito previsto per #EMA a Amsterdam.
A destra il sito pronto per #EMA a Milano.#EMA2Milan noi ci siamo! pic.twitter.com/JR2GNPpjxv— Lia Quartapelle (@LiaQuartapelle) 30 gennaio 2018
LORENZIN, “OLANDA SCANDALOSA”
Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, intervenendo a Sky Tg24, ha attaccato duramente la mancata tempestività di Amsterdam nel presentare una sede “fisica” dell’Ema: «Non è questione di campanili ma di operatività dell’Agenzia, e Milano è pronta. Il ricorso del Governo Italiano alla Corte di Giustizia Europea partirà entro mezzanotte». «Oggi è l’ultimo giorno», spiega ancora il ministro Lorenzin, «E’ difficile ma io insisto che si deve provare; resta scandaloso che gli olandesi ora tirino fuori un piano C». Poco dopo alle telecamere di Askanews, il titolare della Sanità ha spiegato meglio i contorni delle mancanze strutturali di Amsterdam: «Credo che sia una cosa abbastanza singolare e scandalosa il fatto che Amsterdam non sia pronta a rispettare i termini dell’accordo che abbiamo preso tutti e sui quali abbiamo presentato le candidature. Con il senno del poi, purtroppo, si riconferma quella che era stata la preoccupazione che il governo italiano tutto aveva rappresentato in sede Commissione Ue quando furono decisi i criteri. Noi dovemmo insistere per avere almeno un dossier di base perché su una assegnazione così importante i criteri che vengono indicati devono essere assolutamente rispettati. Noi già avevamo segnalato che alcune città non erano in grado di mantenere gli impegni assunti».
COMMISSIONE UE, “SEDE RESTA IN OLANDA”
Sul ricorso dell’Italia alla Corte Europea di Giustizia, interviene anche un primo commento della Commissione Ue che ha ratificato nello scorso novembre la decisione per sorteggio alla città di Amsterdam: «Abbiamo fatto il nostro lavoro producendo una analisi legale di tutte le offerte.La decisione della nuova sede dell’Agenzia Europea del Farmaco (Ema) è stata dei 27 stati membri e non abbiamo niente da dire», spiega Schinas. Tradotto, è una decisione politica e difficilmente questa verrà cambiata visto che è stata frutto dell’accordo dei 27 Paesi Ue (anche se con sorteggio arbitrario, va ricordato, e dunque senza un vero accordo politico). Replica anche l’Olanda dopo le polemiche del Presidente di Ema che ha dato il via al ricorso italiano: «Stiamo facendo il massimo per assicurare un rapido trasferimento ad Amsterdam. Attueremo quanto previsto dall’offerta in stretta collaborazione con l’Ema, per assicurarne la continuità operativa», spiega il ministro della Salute olandese, Bruno Bruins.
LA CORSA CONTRO IL TEMPO DEL GOVERNO
È una corsa contro il tempo quella che il Governo italiano deve porre in Europa per provare quello che fino a qualche ora fa sembrava impensabile, ovvero aggiudicarsi la sede Ema dopo la beffa di novembre. Dopo le lamentele del direttore dell’Agenzia Ue del Farmaco, ora è il governo in primis a muoversi provando a “superare” Amsterdam: non sarà facile anche perché bisognerà convincere la Corte europea, ma va detto che si proverà a fare leva anche sulla cattiva immagine che l’Europa stessa dà nella gestione dell’intera vicenda. Prima l’assegnazione per sorteggio arbitrario, poi i ritardi di Amsterdam che avrebbe dovuto garantire prima e non dopo la propria idonea possibilità nel ospitare nei tempi prestabiliti la sede operativa dell’Agenzia. «Amsterdam non è pronta ad ospitare l’agenzia del farmaco. Il governo riproponga la scelta di Milano. È importante fare presto nell’interesse dei cittadini europei», ha spiegato stamani il Presidente della Camera, Laura Boldrini. Si corre sui civili burocratici e sui tentativi di pressioni in sede Ue: l’Italia ce la farà “ai supplementari”?
“AMSTERDAM È IN RITARDO”
«Amsterdam non è pronta, l’Italia fa ricorso»: la sede Ema torna protagonista dopo gli scorsi mesi in cui Milano aveva perso al “sorteggio” contro la capitale olandese per aggiudicarsi la sede dell’Agenzia Europea del Farmaco. Ma ora tutto è di nuovo messo in discussione: il direttore dell’Agenzia, Guido Rasi, ieri in una conferenza stampa congiunta con le autorità olandesi ha spiegato che il Palazzo di Amsterdam dove sarà trasferita l’Agenzia del Farmaco ancora non è pronto e non lo sarà neanche per l’inaugurazione del 30 marzo 2019. L’Ema da quel giorno dovrà essere operativa, ovvero dal primo giorno di effettiva Brexit, «il palazzo finale non sarà pronto per allora e quindi dovremo andare in una sede temporanea nella città. Questo doppio trasferimento ci costringerà a investire più risorse, e prolungherà il ‘piano di continuità, ovvero impiegheremo di più per tornare alle operazioni normali. La nuova sede sarà pronta nel 2020», ha spiegato ancora Rasi.
SALA, “DOBBIAMO ESSERE AGGRESSIVI”
Milano allora ci prova e vede concretizzarsi la possibilità di un ricorso effettivo per poter ottenere il posto dell’Olanda e vare trionfare il nostro Paese dopo la beffa dell’assegnazione “con la monetina” degli scorsi mesi. «Se il Parlamento europeo dovesse dichiararsi contro la decisione del Consiglio sull’attribuzione della sede dell’Agenzia Ue del farmaco ad Amsterdam si aprirebbe una discussione tra le due istituzioni come sempre capita: il ruolo del Parlamento nel processo in corso è evidente, è un ruolo legislativo e un ruolo politico», spiega Sandro Gozi, sottosegretario agli Affari Europei. Il sindaco di Milano, Beppe Sala, ha invece fatto sapere questa mattina di aver sentito Gentiloni: «gli ho detto che è il momento di essere aggressivi, acciamolo, proviamoci, fino in fondo, e da quello che mi ha detto, e senz’altro sarà così, oggi parte il ricorso».
Ancora Sala ha spiegato come il ricorso alla Corte Ue dovrà avvenire in tempi non lunghi, anche perché poi a quel punto andrebbe preparato il Pirellone per ospitare eventualmente l’Ema. «È una questione tecnica. Ma è anche una questione politica, chiamo la politica italiana al massimo impegno per Milano e per il nostro Paese», conclude il sindaco di Milano. Intanto fonti di Palazzo Chigi, rivela il Sole 24 ore, fanno sapere che il governo intraprenderà ogni opportuna iniziativa presso la Commissione europea e le istituzioni comunitarie competenti affinché si possa tentare la rassegnazione della sede in Italia e non più in Olanda.