La verità sulla morte di Carlotta Benusiglio, la giovane stilista 37enne trovata impiccata ad un albero di piazza Napoli a Milano, il 31 maggio 2016, potrebbe arrivare presto. È questo il sentore della criminologa Roberta Bruzzone, intervenuta sulle pagine dell’ultimo numero del settimanale Giallo, nelle quali ha commentale le ultime novità sull’intricato caso che, oggi più che mai, appare ben distante da un suicidio. Nei giorni scorsi l’ex fidanzato della donna, ora indagato per omicidio, Marco Venturi, attraverso una lettera inviata al programma Quarto Grado aveva rotto il silenzio smentendo un suo coinvolgimento con la morte di Carlotta e chiarendo il tipo di rapporto esistente con la famiglia Benusiglio: “Ho provato a contattare la sorella di Carlotta senza avere alcuna risposta. In seguito non ho più provato a contattarle la sua famiglia poiché mi ritengono responsabile di un gesto che non ho mai commesso: al momento ogni comunicazione è impossibile”, aveva scritto il 41enne. Venturi aveva poi detto la sua anche sulla famosa notte in cui morì Carlotta. “C’è un’indagine in corso e il mio legale mi impedisce di rispondere. Quello che posso e voglio dire, e lo ripeterò all’infinito, è che con la morte di Carlotta non c’entro nulla”, chiosava.



CARLOTTA BENUSIGLIO: ROBERTA BRUZZONE SMENTISCE L’EX FIDANZATO

Alla luce di quella missiva, Roberta Bruzzone ha voluto commentare punto per punto le parole di Marco Venturi, l’ex fidanzato di Carlotta Benusiglio. L’uomo al momento sarebbe all’estero e già questo fatto avrebbe alimentato molti dubbi presso la criminologa. A detta della Bruzzone, Venturi nella sua lettera avrebbe cercato di ribaltare una serie di circostanze a suo carico, anche se queste sarebbero invece state acclarate dagli inquirenti. Ad esempio, Venturi avrebbe smentito di essere mai stato violento o di aver mai picchiato Carlotta. “Ma a smentirlo è stata la stessa Carlotta in un memoriale e in alcune email che hanno portato all’apertura a suo carico di un’inchiesta per stalking”, chiarisce la criminologa. Ed ancora, Venturi avrebbe anche sostenuto che le foto della stilista in cui era immortalata con il viso tumefatto facessero riferimento ad un infortunio del quale lui non c’entrava nulla. “Ma anche tale circostanza è smentita dalle dichiarazioni della vittima e da numerosi referti”, ha aggiunto l’esperta. In merito però alla notte in cui la stilista è morta, il 41enne, su consiglio del suo legale, preferisce non rispondere. Questo, secondo la Bruzzone, sarebbe giustificato dal fatto che l’inchiesta adesso punterebbe su di lui dopo che alcune immagini lo avrebbero smentito collocandolo nei pressi della scena del crimine proprio nell’arco di tempo in cui la donna sarebbe morta. L’opinione della criminologa sulle responsabilità di Venturi, dunque, lascerebbe poco spazio ad ulteriori dubbi.

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