La morte di Renata Rapposelli, la pittrice di Ancona misteriosamente scomparsa il 9 ottobre scorso e rinvenuta cadavere a distanza di un mese in un dirupo a Tolentino, resta ancora avvolta nel mistero. Per il delitto della donna, della quale si persero per sempre le tracce dopo aver preso un treno in direzione Giulianova, dove abitano l’ex marito e il figlio, sono indagati a piede libero proprio i due uomini, Giuseppe e Simone Santoleri. Il caso torna centrale nella nuova puntata di Chi l’ha visto, in onda nella prima serata di oggi, la quale riparte esattamente dalle immagini delle telecamere che riprenderebbero un’auto simile a quella dei Santoleri, transitare in orari sospetti proprio nella zona che conduce al luogo del ritrovamento del corpo di Renata. Quei video potrebbero contenere elementi importanti grazie ai quali ricostruire le ultime ore di vita della donna uccisa. Quei frame, insieme all’auto dell’ex marito e del figlio della Rapposelli, sono ora al vaglio degli inquirenti convinti che la soluzione del giallo possa ruotare proprio attorno a quella Fiat 600 bianca, più volte soggetta a perquisizioni ed accertamenti. Nonostante le continue proclamazioni di innocenza dei due indagati, ci sarebbero più telecamere che avrebbero ripreso il passaggio di un’auto molto simile alla loro Fiat 600 proprio nel pomeriggio in cui Renata scomparve ed in un lasso di tempo che non collimerebbe con la ricostruzione dei fatti avanzata da Simone Santoleri agli investigatori.
RENATA RAPPOSELLI: I FILMATI DELLE TELECAMERE AL VAGLIO
Tra i filmati attualmente al vaglio degli inquirenti, ce ne sarebbe uno in particolare nel quale, come riferisce Urbanpost.it, sarebbe ben visibile la targa della vettura dei Santoleri. Al centro delle indagini sarebbero in particolare tre le immagini tratte dai filmati delle telecamere di videosorveglianza presenti lungo la Statale 16 e che immortalerebbero all’interno della vettura che si ipotizza possa essere quella dei Santoleri, due o forse tre soggetti. Potrebbe essere Renata Rapposelli insieme all’ex marito ed al figlio? Gli investigatori non lo escludono del tutto. L’orario in cui sarebbe stato immortalato il passaggio sospetto della vettura è compreso tra le 17 ed il 19 del 9 ottobre scorso e ad attrarre maggiormente l’attenzione degli inquirenti è l’andamento “a zig zag” della medesima auto come se il conducente non sapesse esattamente dove andare o come se fosse distratto da una conversazione che potrebbe essere stata molto accesa. Per gli inquirenti, quella guida sarebbe oggetto di incertezze e confusione, ben giustificate nel caso in cui si dovesse trattare del figlio della vittima. Tre i frame attualmente al vaglio degli investigatori nei quali la Fiat 600 bianca sarebbe stata immortalata in tre punti diversi da tre distinte telecamere lungo la strada che porta nelle campagne di Tolentino, luogo di ritrovamento del corpo della pittrice.
LA DIFESA DEI SANTOLERI
La posizione dei due indagati si andrebbe a compromettere per via di altri video importanti e che immortalano l’auto dei Santoleri tre giorni dopo la sparizione della pittrice e dai quali si vedrebbe in modo chiarissimo la targa corrispondente alla loro auto. Ad intervenire su questo punto nei giorni scorsi è stata anche la difesa dei Santoleri che, tramite l’investigatore Ezio Denti ha spiegato: “Noi sappiamo con certezza il racconto di Simone e Giuseppe ai quali abbiamo chiesto più volte la ricostruzione e sul quale non si sono mai contraddetti. Li abbiamo sentiti anche provando a trarli in inganno ma la versione non è mai mutata”. Dopo aver percorso lo stesso tratto descritto nella sua versione da Giuseppe Santoleri, avrebbero confermato i tempi indicati dal figlio. A proposito delle telecamere, dunque, la difesa dei due indagati ora chiede a gran voce prove certe. “Vanno bene le ipotesi ma non le illazioni. C’è una targa di quell’auto ripresa? Ce la mostrino. Le testimonianze? Per una c’è già una denuncia per diffamazione di chi l’ha resa”, ha chiosato Denti, come riferisce CenteoPagina.it. Il giallo, dunque, a distanza di quasi quattro mesi sembra tutt’altro che vicino ad una soluzione.