Si torna a parlare a Pomeriggio 5 del caso di Maria Rosetta Quaiattini, la povera pensionata sgozzata e carbonizzata nella casa in cui viveva da una vita, nel mezzo di Beivars (Udine). Solitaria, silenziosa, sempre tra casa e chiesa e con pochissimi rapporti stabili: una donna strana ma tutto sommato semplice e buona. Su di lei pende il mistero su chi possa averla uccisa in quel modo così atroce, sgozzandola prima e poi dando fuoco alla casa. Come spiegato dalla stampa locale, la donna da tempo aveva come l’ossessione che qualcuno la spiasse di continuo e che ce l’avesse con lei: Omicidio di Beivars: proprio questi timori negli anni l’hanno portata progressivamente ad isolarsi negli anni e a chiudersi in se stessa senza mai dare confidenza. Era poi convinta che qualcuno potesse averle fatto un malocchio e che stesse provando a danneggiarla; nel 2012 addirittura aveva denunciato alla Polizia alcuni messaggi minatori ricevuti. «Intorno alla sua proprietà e all’interno del suo giardino aveva denunciato il ritrovamento di croci in legno, sale grosso, mozziconi di sigarette e – pare – carcasse di conigli»; secondo Udine Today proprio questi messaggi avevano convinto Rosetta di essere perseguitata. È evidente che ora, dopo il delitto, quei sospetti tornano sinistramente d’attualità.



SI ATTENDONO I RISULTATI DELL’AUTOPSIA

«A causare la morte della donna sarebbe stato un taglio netto alla gola che qualcuno le avrebbe provocato in casa prima che la sua abitazione fosse incendiata e il suo corpo carbonizzato»: secondo la procura di Udina, il delitto della povera Maria Rosetta Quaiattini potrebbe essere stato inferto da un machete o una mannaia. Nonostante le condizioni praticamente irriconoscibili in cui versava Rosetta, il medico legale è riuscito a riconoscere un taglio netto e preciso sotto la gola che sarebbe la vera causa della morte. Ieri è stata eseguita l’autopsia e si attendono i risultati nei prossimi giorni per stabilire realmente come sia stata ammazzata e se l’incendio è stato precedente e o successivo al delitto. A UdineToday ha spiegato così Marco Zero, il comandante Provinciale dei Carabinieri: «L’unica cosa certa al momento è che la ferita alla gola è stata effettuata da un’arma da taglio di grosse dimensioni». Si cerca intanto anche l’arma del delitto, con anche l’utilizzo di un metal detector: addirittura da Genova è in arrivo il reparto dei sub Carabinieri che ispezioneranno il fondale della vicina roggia, tra Beivars e i limiti del paesino friulano.

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