E a coronamento delle tante polemiche e sospetti nati attorno all’ennesimo incendio nel Pavese industriale, arriva anche il presidente di Legambiente Lomellina, Gaspare Amari: intervistato da Radio Popolare questo pomeriggio, lancia accuse molto importanti sulla situazione generale dei rifiuti a livello regionale. «Qui la situazione sta diventando non dico come la Terra dei Fuochi ma qualcosa di molto simile. I frequenti incendi nel Pavese, come quello dello scorso settembre a Mortara, ci dicono che esiste una rete illegale di smaltimento dei rifiuti. Recentemente anche la Commissione antimafia è venuta a fare un sopralluogo in seguito al quale ha allertato i magistrati. Purtroppo sono state individuate delle correlazioni tra esponenti della criminalità organizzata e imprenditori già compromessi anche in passato». Il problema degli incendi dolosi è sempre più grave e secondo Amari quanto avviene anche in queste ore a Corteolona non ha nulla del “casuale”: «sono incendi dolosi fatti per cancellare le tracce dei rifiuti illegali, vengono appiccati anche per eludere i controlli». (agg. di Niccolò Magnani)
GORI, “PORTATI LÌ RIFIUTI ABUSIVI”
Non si fa attendere la polemica politica sull’incendio di Corteolona: questa mattina era andato in visita per un sopralluogo il candidato del centrosinistra in Lombardia per le prossime Elezioni regionali, Giorgio Gori (attuale sindaco di Bergamo, ndr) e con un post su Facebook ha rilanciato la possibilità di una origine dolosa e criminale del maxi incendio nel Pavese. «In una situazione di questo tipo e in una regione come la nostra bisognerebbe rafforzare i controlli che sono di competenza di Arpa, che purtroppo in questi anni l’amministrazione di centro destra ha depotenzionato riducendo sedi e personale». Secondo il candidato del Pd, quel capannone era ufficialmente in disuso e così doveva rimanere: «invece è da mesi che venivano abusivamente stoccati rifiuti plastici», come ha poi confermato anche indirettamente il prefetto di Pavia. (agg. di Niccolò Magnani)
PREFETTO PAVIA, “SITO STOCCAGGIO NON NOTO”
Il prefetto di Pavia Attilio Visconti è intervenuto a commento del maxi incendio al capannone, spiegando che il sito in questione da dove si sono originati i vari alarmi per l’ambiente, dalla diossina alla “nube tossica”, non sarebbe noto alle autorità come sito “ufficiale” di stoccaggio rifiuti. «Il capannone di Corteolona e Genzone non era stato censito tra i diversi impianti di stoccaggio di rifiuti presenti sul territorio provinciale. Il sito non era noto alle autorità competenti al rilascio delle necessarie autorizzazioni ambientali». È ancora pericolante e l’intera struttura è stata ovviamente sgomberata per evitare rischi inutili: intanto interviene anche la Coldiretti che pone un appello alle autorità, «Occorre verificare al più presto la realtà dei fatti senza allarmismi, adottare subito tutti gli accorgimenti a tutela della sicurezza e della salute e poi immediatamente accertare le responsabilità e rimborsare i danni diretti ed indiretti alle imprese». Ricordiamo che ancora nelle prossime ore è stata emanata una ordinanza dai vari comuni della zona Pavese sul divieto di raccolta e consumo dei prodotti ortofrutticoli e la conservazione separata dei prodotti cerealicoli, in attesa di accertamenti. (agg. di Niccolò Magnani)
IL ROGO È STATO DOLOSO?
Tra i primi rilievi dell’Arpa e le indagini della Procura di Pavia e Vigevano, emerge sempre di più la possibilità concreta che l’incendio al capannone abbia un’origine tutt’altro che colposa o “casuale”. Spunta e forte infatti l’ipotesi dolosa all’origine dell’incendio e della conseguente nube tossica, anche se finora nessuna pista è stata scartata: il capannone di rifiuti di Corteolona sarebbe però al momento dell’incendio sprovvisto completamente dell’elettricità in tutta la struttura e le temperature altamente invernali di notte ben al di sotto lo zero impedirebbero qualsiasi possibilità di una autocombustione dei rifiuti presenti all’interno della struttura pavese. Per questi motivi gli inquirenti starebbero pensando ad una origine dolosa, confermando le voci sul viavai di camion nei giorni scorsi pur di fronte all’evidenza che questo capannone avrebbe dovuto essere abbandonato da tempo. (agg. di Niccolò Magnani)
3 GIORNI PER I PRIMI TEST SULL’ARIA
Rientra parzialmente l’allarme ambientale nel Pavese: i primi risultati per i test sull’aria dell’Arpa Lombardia saranno disponibili fra tre giorni, mentre il Governatore lombardo Roberto Maroni ha telefonato questa mattina al sindaco di Inverno e Monteleone Enrico Vignati, assicurando che «la bonifica di tutta l’area interessata dall’incendio a Corteolona e Genzone sarà sostenuta economicamente dalla Regione Lombardia». Le mosse politiche si intrecciano con le emergenze reali sul territorio: stanne infatti era venuto per un sopralluogo sul posto Giorgio Gori, candidato Pd al Pirellone nei prossimi mesi, e ancora nella notte un durissimo commento su Facebook del candidato M5s Dario Violi aveva attaccato l’intera gestione politica dei tanti casi di incendi nel Pavese e in generale in Lombardia. «Nella notte è divampato un incendio a Pavia in un capannone pieno di rifiuti, che in teoria doveva essere abbandonato. Ma non lo era, come confermano le testimonianze dei cittadini, che da mesi notavano un via vai sospetto di camion entrare e uscire dal prefabbricato scaricando materiale. La nube tossica generata da rifiuti plastici e pneumatici in fiamme ha avvolto la zona di Corteolona e Genzone. La priorità ora è mettere in sicurezza la zona per garantire la salute dei cittadini e informare con chiarezza la popolazione sulle proporzioni geografiche e gli eventuali rischi», conclude il candidato alla Regione grillino. (agg. di Niccolò Magnani)
WWF, “TRIANGOLO DELLA DIOSSINA NEL PAVESE”
L’incendio è ufficialmente domato e dunque comincia a pieno regime l’analisi per verificare la presenza o meno di agenti inquinanti che potrebbero essersi sprigionati durante il maxi incendio delle ultime 12 ore. La nube tossica al momento resta un’allerta presente anche se le indagini provano ad andare ancora più ad ampio raggio per verificare l’eventualità di un traffico di rifiuti che si teneva all’interno del capannone abbandonato di Corteolona. «Sia io sia il presidente della Regione Lombardia abbiamo seguito, a pochi minuti dallo scoppio dell’incendio, la situazione nel comune di Corteolona e Genzone. Già nelle prossime ore sarà prelevato il filtro per le analisi, e i risultati saranno disponibili non prima di 72 ore. Nel frattempo Arpa continua il monitoraggio dell’aria», spiega l’assessore regionale all’Ambiente, Claudia Terzi commentando in una nota l’incendio del capannone nel Pavese. «sarebbe opportuno attivare, tramite la Prefettura, un tavolo per la legalità del territorio pavese alla presenza del prefetto, degli Enti locali, della provincia di Pavia e della Procura. Ovviamente, Regione Lombardia continuerà ad assicurare la propria presenza e la propria attivazione entro, ovviamente, i limiti delle proprie competenze». Interviene duramente anche il Wwf italiano che denuncia: « tra Mortara, Cortoleona e Parona, nel Pavese, esiste un vero e proprio triangolo della diossina in cui c’è un alto numero di imprese che lavorano nel settore dei rifiuti». (agg. di Niccolò Magnani)
L’ALLERTA DEI SINDACI
«Siamo in allarme per la nube, ovviamente tossica, visto che stanno bruciando pneumatici e plastica, che si è sprigionata dall’incendio»: i sindaci della zona attorno all’incendio del capannone lombardo, l’ennesimo negli ultimi mesi, si allertano per la possibilità di inquinamento dell’aria circostante, consigliando ai cittadini di evitare la sosta per lungo tempo all’aria aperta. «Abbiamo subito indicato ai cittadini di sbarrare le finestre e di non uscire di casa se non per estreme urgenze», proseguono i sindaci di Monteleone, Cascina San Giuseppe e Corteolona. Intanto però riemergono possibilità, che erano invece diminuite stamattina, che all’origine delle fiamme vi sia un gesto doloso, magari all’interno di un misterioso traffico di criminalità nello smaltimento rifiuti che in molti da tempo riferiscono rispetto a quel capannone teoricamente abbandonato ma sempre frequentato. L’incendio è sotto controllo anche se rimane cautela nei Vigili del Fuoco per possibili ulteriori crolli nella struttura posta a costante stress nelle ultime ore in cui è divampato il maxi incendio. (agg. di Niccolò Magnani)
MISTERO SULLE CAUSE
L’incendio al capannone di rifiuti plastici è ormai sotto controllo con le fiamme domate quasi interamente dopo che nella notte appena passata i Vigili del Fuoco hanno lavorato incessantemente per spegnere le alte fiamme pericolose divampate ieri sera: mentre prosegue infatti l’allarme nube tossica, con le varie rassicurazioni delle autorità di Corteolona e Cascina San Giuseppe (nel Pavese), sembrano cadere le ipotesi di un incendio doloso nel capannone abbandonato, anche se il mistero resta. Come riporta Tg Com24, «qualche politico locale della zona aveva segnalato a più riprese la situazione “anomala” del capannone, abbandonato ma in cui i cittadini continuavano a vedere, come riferito da testimoni, un viavai di camion». Resta dunque da capire perché e come questo capannone sia andato a fuoco, con le analisi cominciate ora che le fiamme si stanno per spegnere. La prefettura intanto, oltre a tenere ancora alta l’allerta per eventuali nubi tossiche (ancora attivo l’ordine di tenere chiuse finestre e porte ove possibile, ndr) ha invitato la popolazione «a rivolgersi ai presidi sanitari per eventuali infiammazioni delle prime vie respiratorie». Cento persone sono state evacuate nella notte ma in questa prima parte del mattino la situazione sembra andare verso il meglio con l’allerta che sta per rientrare. (agg. di Niccolò Magnani)
SUL LUOGO L’ARPA LOMBARDIA
Allarme nube tossica a Pavia, in fiamme un capannone industriale di rifiuti plastici. Come riporta il Corriere della Sera, a Corteolona e Genzona, nel Pavese, è scattato l’allarme attorno alle ore 19.15: al rogo un capannone di struttura imponente e in disuso, con le fiamme che stanno bruciano rifiuti plastici e pneumatici. Il magazzino dell’impianto è stato completamente avvolto dalle fiamme e nella zona si è levata una colonna di fumo nero e denso. I sindaci della zona, immediatamente avvertiti della situazione, hanno raccomandato ai residenti di non uscire dalle proprie abitazioni se non necessario e, inoltre, di non aprire le finestre e di non fermarsi all’aria aperta. Sul luogo si è recata l’Arpa (Agenzia regionale per l’Ambiente), con tecnici della squadra specialistica per effettuare i rilievi e per il monitoraggio dell’aria. Le ultime notizie non riportano ottimismo: secondo il quotidiano milanese, è previsto che il rogo continui per l’intera nottata: a destare preoccupazione è l’allarme diossina.
CAPANNONE IN FIAMME, ALLARME NUBE TOSSICA A PAVIA
Oltre alla squadra specialistica dell’Arpa e ai carabinieri, sul posto sono accorsi i vigili del fuoco da Pavia, Broni, Voghera, Sant’Angelo Lodigiano e Milano con nove mezzi a disposizione. La colonna di fumo nero e denso, spinta dal vento, ha coperto buona parte della Bassa Pavese, in particolare tra Belgioioso e Miradolo Terme, e si sta spostando verso la zona di Lodi. I pompieri in questi minuti stanno facendo fronte a problemi di approvvigionamento idrico: necessario andare a riempire le autobotti nel vecchio abitato di Corteolona con viaggi continui a causa della scarsa pressione dell’acqua dagli idranti intorno al prefabbricato. Negli ultimi minuti sono arrivate sul posto anche le Guardie ecologiche volontarie e i carabinieri forestali. L’Arpa, come sottolinea su Twitter, ha posizionato un campionatore ad alto volume in zona Cascina San Giuseppe per il monitoraggio costante degli inquinanti.
Vasto #incendio capannone dismesso a Corteolona nel Pavese non ancora spento. #Arpa sempre sul posto, fin dalle prime ore. Posizionato campionatore ad alto volume in zona Cascina San Giuseppe per monitoraggio costante degli #inquinanti pic.twitter.com/EVRxxd5Q7x
— ARPA Lombardia (@arpalombardia) 3 gennaio 2018