Nelle ultime ore ha suscitato polemiche e ilarità la vicenda dei sacchetti biodegradabili per la spesa. La tassa da 0,01-0,02 centesimi per ogni busta biodegradabile ha generato un movimento di protesta sui social network, con centinaia di immagini che ritraggono persone all’interno dei supermercati che non utilizzano i sacchetti per la frutta, posando lo scontrino del prezzo direttamente sul frutto. A scagliarsi contro il popolo del web è stato Enrico Mentana, direttore del TG LA7, noto per le sue troncature nei confronti dei “web-eti”: “Con l’anno nuovo sono aumentate le bollette della luce (5,3%) e del gas (5%), e le tariffe autostradali, in media del 2,74%, nel silenzio quasi generale. Ma la stangata, leggendo i social, sarebbe quella sui sacchetti della frutta, in tardiva ottemperanza a una direttiva europea. Costo, da uno a due centesimi: come dire che è costato di più fotografare e postare le prove dell’odioso balzello, per la corrente che alimenta il computer o per la linea del cellulare. Però che bello indignarsi tutti insieme”. (Agg. Massimo Balsamo)



SACCHETTI BIODEGRADABILI: IL COMMENTO DI GIUSEPPE RUOCCO

Dopo l’ondata di polemiche e l’ironia che nelle ultime ore ha invaso i social in merito all’obbligo dei sacchetti biodegradabili per la spesa a pagamento, arriva la precisazione da parte del ministero della Salute che vieta di riutilizzare i sacchetti bio già impiegati per frutta e verdura ma ammette la possibilità di poterli portare da casa, ad una sola ma necessaria condizione, ovvero che siano monouso. A riferirlo, come spiega il quotidiano Corriere.it, è stato il segretario generale del ministero, Giuseppe Ruocco che ha ribadito però come i sacchetti bio non potranno essere riusati in quanto “esiste il rischio di eventuali contaminazioni”. Al tempo stesso ha però dato ai cittadini il via libera affinché possano essere portati da casa, ma “a patto che siano monouso e idonei per gli alimenti”. In questo caso, tuttavia, spetterà ai titolari degli esercizi commerciali la facoltà di verificare ed eventualmente stabilire l’idoneità dei sacchetti bio monouso impiegati dai consumatori. Ad intervenire su questo aspetto del riuso è stato anche un portavoce della Commissione Ue che ha precisato come di fatto la direttiva comunitaria del 2015 sulle buste di plastica non entrerebbe nel merito del riutilizzo, ma ha dichiarato: “Bisogna fare in modo di utilizzare le buste di plastica solo quando non se ne possa veramente fare a meno e, in alternativa, ricorrere ad altri contenitori riutilizzabili per il trasporto dei prodotti dal negozio a casa”.



SACCHETTI BIODEGRADABILI: L’INFORMATIVA DEL MINISTERO DELL’AMBIENTE

Ad intervenire sul tema dei sacchetti bio e della possibilità di poterli portare da casa purché monouso, è stata anche Federdistribuzione, che come riporta TgCom24 ha commentato quanto previsto dal ministero della Salute: “Il fatto che si possano portare da casa sacchetti nuovi per la spesa di frutta e verdura è pura teoria, perché il consumatore per essere in regola dovrà trovare esattamente quelli che si usano nei punti vendita, dello stesso peso, biodegradabili e biocompostabili”. Così si è espresso il presidente Giovanni Cobolli Gigli che ha aggiunto: “Quello che chiediamo ai tre ministeri coinvolti è più semplificazione e più chiarezza per non creare confusione nel consumatore e nei punti vendita”. I sacchetti bio per la spesa sono diventati un vero e proprio caso e questo ha portato, nel pomeriggio odierno anche all’intervento del Ministero dell’Ambiente che ha chiarito come le shopper di qualunque tipo non possono essere distribuite gratuitamente dai supermercati. Ma come poter appurare ciò? Il dicastero chiarisce in merito: “il prezzo di vendita per singola unità deve risultare dallo scontrino”. La grande distribuzione (Coop, Federdistribuzione e Conad) ha già preso visione dell’informativa del ministero.

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